3. Dic. 1820.
[375,1] La ragione è nemica della natura, non già quella
ragione primitiva di cui si serve l'uomo nello stato naturale, e di cui
partecipano gli altri animali, parimente liberi, e perciò necessariamente capaci
di conoscere. Questa l'ha posta nell'uomo la stessa natura, e nella natura non
si trovano contraddizioni. Nemico della natura è quell'uso della ragione che non
è naturale, quell'uso eccessivo ch'è proprio solamente dell'uomo, e dell'uomo
corrotto: nemico della natura, perciò appunto che non è naturale, nè proprio
dell'uomo primitivo.
[375,2]
{Spesso} Gli uomini irresoluti, preso che hanno un
partito, sono costantissimi nel mantenerlo, a fronte delle maggiori difficoltà,
appunto per irresoluzione, e perchè non si sanno risolvere a lasciar quello, e
prenderne un altro; perchè ciò par loro più difficoltoso; perchè si spaventano
di tornare un'altra volta a risolvere. Forse questo effetto accade
principalmente in quelli che sono irresoluti per infingardaggine, e che trovano
più infingardo
376 e facile il proseguire che il tornare
indietro. Ma è comune, s'io non erro, a tutti gl'irresoluti. (3. Dic.
1820.).