4. Novembre. 1823.
[3830,2]
Alla p.
3830.[3828.] fine Sicchè di
ciascun verbo in asco si può sicuramente dire che
{viene} da {un} verbo
della prima, e non d'altra coniugazione, della quale è segno caratteristico
l'a precedente la desinenza in sco; e così rispettivamente dite de' verbi
3831 in esco ed isco ec. (se pur non v'ha qualche verbo in sco che non sia incoativo, {#1. neppur per origine, (giacchè per significato {ed uso} molti nol sono o nol sono sempre, come
altrove dico) pp. 3687-88
pp. 3709-10
pp. 3725-27
} il quale sarebbe fuori del nostro discorso). Pasco è certamente da un antico pare da πάω
(e non da βόσκω, come dubita il Forcell. in Pasco princ.), come {l'antico}
poo da πόω, e altri tali di cui altrove sparsamente ed
insieme p. 2972
p.
3688
pp. 3756. sgg..
Dimostralo sì la sua desinenza in asco, sì il perfetto
pāvi, affatto anomalo rispetto a pasco e rispetto alla sua coniugazione, cioè alla
terza, perchè tolto in prestito da quell'antico verbo della prima, di cui è
proprio. Ecco come le nostre osservazioni scuoprono {e
illustrano} le antichissime voci e radici della lingua latina, e la
sua analogia, e le sue antichissime conformità colla greca, e la medesimezza
{di} voci greche e latine che non paiono più aver
nulla che fare (e ciò non per stiracchiate etimologie, come tanti altri han
fatto, ma per accurato ed evidente ragionamento, e per mille confronti ec. e per
regole {grammaticali ec.} trovate, o illustrate
nuovamente e nuovamente applicate, ampliate, meglio stabilite, spiegate ec.), e
le origini della lingua latina, e la proprietà vera e primitiva sua e delle sue
voci, e le sue vere norme e regole, forme ec.; e le ragioni {{ed origini}} delle anomalie sue e delle sue voci ec. Pastum è contrazione di pascitum dimostrato da pascito. L'uno e
l'altro è supino (e participio) proprio di pasco, non
di pao. Nuova prova che il vero e proprio supino di
tutti i verbi in sco è in scĭtum, benchè per lo più perduto, e sostituitigli degli altri ec.; e
quindi ancora che il lor proprio perfetto sarebbe in sci, giacchè il supino si fa dal perfetto, come
3832 altrove pp. 3723-24
p.
3827. Il composto di pasco, compesco, s'egli però è veramente composto di pasco, come crede il Forcell.
(vedilo in pasco fin. e in compesco), non fa compavi, ma compescui, anomalo anch'esso, {+1. (v. la pag.
3707.)}
{+ma, benchè anomalo, proprio di compesco e di un verbo in sco, non di compao nè di pao, e} che pur serve a mostrare che pavi non è proprio di pasco.
Per supino Prisciano gli dà compescitum, e a dispesco,
dispescitum; nuova prova e di pascitum e della qualità de' proprii supini de' verbi in sco ec. Prisciano
riconosce anche dispescui.
Se dispesco sia composto di pasco, ne dico quello stesso che di compesco.
[3832,1] Del resto ne' verbi in sco
fatti da quelli della terza, non è essenziale la desinenza in isco. Da noo is si fa nosco: posco ec. ec. O che
queste desinenze sieno primitive, ovvero, che m'è più probabile, l'i che dovrebb'esservi, vi è mangiato, e ciò per
evitare il concorso delle vocali, giacchè tali desinenze han luogo quando la
desinenza in isco sarebbe stata preceduta da una
vocale. P. e. da noo is, regolarmente sarebbe stato
noisco (intieramente conforme al greco νοΐσκω, e
ciò per puro accidente, come a pag.
3688.). Ma siccome noo e simili andarono in
disuso per la spiacevolezza del suono, cagionata dal concorso delle vocali,
siccome altrove ho detto pp.
3756-60 , così ne' lor derivati che restarono in loro luogo, per
evitar lo stesso concorso, fu soppresso l'i, ch'era la
vocale più esile. Del resto nosco è per noisco, come notum per noĭtum, {nobilis per noibilis}
potum per poitum, sutum per suitum ec. ec.
come altrove in più luoghi. p. 3708
p.
3735
pp. 3756-60
p. 3826 E questi sono così ridotti per la detta ragione. (4.
3833 Novembre. 1823.)