30. Dic. 1826. Recanati.
[4239,1]
Vi-g-ore coi derivati - vi-v-ore coi derivati. V. Crusca.
[4239,2]
Violato per violaceo, violetto, o
appartenente a viole. V. Crusca.
{{Lanatus (v.
Forcell.), lanuto per lanosus, lanoso.}}
[4239,3]
Violetto. Diminutivo aggettivo positivato.
[4239,4]
Misceo, mixtus, misto - mestare (quasi da
mesto per misto, come
meschio per mischio, e
meschiare, mescolare
ec.) rimestare - mesticare
(noi marchegiani diciamo più alla latina misticare,
misticanza ec.); coi derivati.
[4239,5] Per il Manuale di filosofia pratica. Pazienza
quanto giovi per mitigare e render più facile, più sopportabile, ed anco
veramente più leggero lo stesso dolor corporale; cosa sperimentata e osservata
da me in quell'assalto nervoso al petto, sofferto ai 29 di Maggio 1826. in Bologna;
dove il dolore si accresceva effettivamente colla impazienza, e colla
inquietezza. Consiste in una non resistenza, una rassegnazione
4240 d'animo, una certa quiete dell'animo nel
patimento. E potrà essere disprezzata questa virtù quanto si voglia, e chiamata
vile: ella è pur necessaria all'uomo, nato e destinato inesorabilmente,
inevitabilmente, irrevocabilmente a patire, e patire assai, e con pochi
intervalli. Ed ella nasce, e si acquista eziandio non volendo, naturalmente,
coll'abitudine del sopportare un travaglio o una noia. La pazienza e la quiete,
è in gran parte quella cosa che a lungo andare rende così tollerabile, p. e. a
un carcerato, il tedio orrendo della solitudine e del non far nulla; tedio da
principio asprissimo a tollerare, per la resistenza che l'uomo fa a quella noia,
e l'impazienza e smania ed avidità ed ansietà di esserne fuori, la quale
passata, e dolore e noia si rendono assai più facili e più leggeri. E in ciò
consiste la pazienza, che è una qualità negativa più che altrimenti. (30.
Dic. 1826. Recanati.). {{v. p.
4267.}}