18. Marzo 1821.
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Alla p. 804.
Bisogna osservare che quanto agli autori drammatici la cosa va diversamente, sì
perchè infinite e diversissime sono le circostanze che decidono de' successi del
teatro, massime in certe nazioni, e secondo la differenza di queste; sì
massimamente perchè il teatro di qualunque nazione benchè abbia già il suo sommo
drammatico, vuol sempre novità, anzi non domanda tanto la perfezione quanto la
novità degli scritti; questa richiede sopra ogni altra cosa, a questa fa bene
spesso più plauso che ai ai capi d'opera dei sommi autori già conosciuti. Così
che ad un drammatico resta sempre
811 il suo posto da
guadagnarsi, la sua parte di lode di[da]
proccurarsi, il suo eccitamento all'impresa, e il suo premio proposto al buon
successo, e tutte queste cose son tali, che anche un autore di grande ingegno ne
può essere soddisfatto e stimolato: oltre ai piccoli incidenti di società che
eccitano a composizioni teatrali, oltre coloro che per mestiere ed interesse
ricercano e stimolano scrittori di tal genere, oltre gl'interessi o i bisogni
degli autori, gl'impegni, il desiderio di certe lodi di certi successi diremo
così cittadineschi, o di partito, o di conversazione, e di amici ec. oltre
massimamente la varietà successiva de' costumi e delle usanze non meno teatrali
e appartenenti alle rappresentazioni quanto di quelle che occorrono nella vita e
nelle cose da rappresentarsi. Così che allo scrittore drammatico, resta sempre
un campo sufficiente. E la gran fama di Sofocle non impedì che gli succedesse un Euripide. La differenza tra questo e gli altri generi
di componimenti, consiste che gli effetti, l'uso, la destinazione di questo è
come viva,
812 e sempre viva, e cammina, laddove degli
altri è come morta ed immobile. Non sarebbe così se esistessero come anticamente
quelle radunanze del popolo, dove Erodoto leggeva la sua storia, e se le poesie fossero scritte come i
poemi d'Omero per esser cantati alla
nazione, e se i tempi de' Tirtei e de' Bardi non fossero svaniti. Perchè tali
componimenti non essendo più di uso, ci contentiamo di quello che in quel tal
genere è già perfetto, e appena desideriamo altro {nuovo} modello di perfezione. Altrimenti accade di quello che è
sempre di uso vivo, e se tale avesse continuato ad essere l'eloquenza latina
dopo Cic. ella avrebbe forse avuto nuovi
sommi oratori. (18. Marzo 1821.).