Sofisti greci antichi. Lor differenza da' Classici in che consista.
Ancient Greek sophists. Their difference from the classics, what does it consist of.
3472,1[3472,1] Del rimanente, egli è tanto certo che l'arte dello
stile e del dire è propria esclusivamente degli antichi, quanto che l'arte del
pensare è propria esclusivamente de' moderni. Gli antichi non solo facevano di
quell'arte uno studio infinitamente maggiore che noi non facciamo; non solo ne
possedevano e conoscevano mille parti, mille mezzi, mille secreti che noi neppur
sospettiamo, e che appena e a gran fatica possiamo intendere quando e' gli
spiegano e ne parlano exprofesso (come Cic.
Quintil. ec.), non solo in somma la
detta arte era senza paragone più ampia, stesa, ricca, varia, distinta,
accurata, specificata, particolarizzata appo gli antichi che fra i moderni, ma
essa era quasi l'unico, e senza quasi il principale studio degli antichi che
pretendevano e aspiravano particolarmente al nome di scrittori, e massime di
letterati. Si osservino sottilmente le opere d'Isocrate, di Senofonte e di tali altri cento. Tutte parole in sostanza
3473 senza più. Gli antichi letterati, se ben
guardiamo, non si proponevano in conchiusione altro, che di dir bene,
correttamente, cultamente e artifiziosamente, quello che tutti già sapevano e
pensavano o facilissimamente avrebbero potuto e saputo pensare da se, ma pochi
sapevano in quel modo significare. E non per altro in verità divenivano famosi
che per questo (ancorchè forse nè gli altri nè essi se ne avvedessero, o
avessero avuta questa intenzione espressa e distinta e a se medesimi manifesta),
quando ottenevano il detto effetto. E non parlo già qui de' sofisti, i quali a
differenza degli altri, avevano e professavano apertamente la detta intenzione e
la facevano vedere; e questa si era l'unica diversità reale che passasse tra'
più antichi sofisti e i classici, e il genere di scrittura di questi e di
quelli. Gli uni affettavano di dir bene, e mostravano di affettarlo, gli altri
dicevano bene per arte, ma non mostravano di {proccurarlo
e} ricercarlo, {come però facevano.} Quanto
allo stile, questi e quelli differivano notabilmente. Quanto a'
3474 concetti, alle sentenze, all'invenzione, alla
condotta, all'ordine ec. non v'è divario alcuno. Si considerino attentamente i
due predetti (nemici ambedue de' Sofisti), e tutti quelli che fra gli antichi
cercarono e ottennero fama di bene scrivere; {#1. Aristotele p.
e. non la cercò, ne Teofrasto
ec.} e si vedrà che ne' loro concetti ec. tutto è sofistico. Nè anche
bisognerà molta attenzione ad avvedersene. In Senofonte, particolare odiator de' sofisti, tanto
perseguitati dal suo maestro, (v. la fine del
Cinegetico) e a lui per se
stesso abbominevoli; in Senofonte così
candido e semplice e naturale che par tutto l'opposto possibile del sofistico,
in Senofonte il sofistico de' concetti
dà subito nell'occhio, tanto ch'io lo sentii notare con maraviglia a persona
niente intendente nè di greco nè di letteratura antica, che avea non più che
gittato l'occhio su certa traduzione di quell'autore. E Socrate stesso, l'amico del vero,
il bello e casto parlatore, l'odiator de' calamistri e de' fuchi e d'ogni
ornamento ascitizio e d'ogni affettazione, che altro era ne' suoi concetti se
non un sofista
3475 niente meno di quelli da lui
derisi? E per quanto poco gli antichi generalmente pensassero, non è possibile a
credere che i pensieri {e le osservazioni} di Socrate, di Senofonte, di Isocrate, di Plutarco (tanto più recente) e simili, non fossero al tempo di
costoro medesimi, comuni e triviali e volgari (sieno politici, filosofici,
morali o qualunque) o eccedessero la comune capacità di pensare, di trovare, di
concepire, di osservare. Ma pochi sapevano esprimerli a quel modo, come ho detto
di sopra.
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