21. Nov. 1820.
[342,1] Il lavoro della terra era la principal fatica e
occupazione destinata all'uomo. Ora è curioso l'osservare che la parte più
oziosa della società è appunto quella la cui sostanza consiste in terre.
[342,2] Quanto sia vero che i doveri e la morale determinata,
non provengano da legge naturale nè sieno fondate[fondati] sopra idee innate e comuni a tutti gli uomini, si può anche
vedere per questo esempio. Il rispetto e l'immunità degli araldi, considerati
antichissimamente come persone sacre e inviolabili, e da Omero chiamati
cari a Giove, entra nel diritto così
detto universale delle genti, e l'abitudine ce la fa riguardare come un dover
naturale. Ora mettiamoci coll'immaginazione nello stato di natura, e vedremo che
l'uomo non ha nessuna ripugnanza di far male al suo nemico, sotto qualunque
aspetto se gli presenti, come non l'hanno gli altri animali, perchè il nemico è
sempre nemico, e l'uomo inclina a nuocergli quanto e come e quando e dove mai
possa. Così che l'inviolabilità degli araldi non è fondata sull'istinto, non è
insegnata dalla natura, ma è legge
343 di pura
convenzione, cagionata dall'utilità e necessità sua, utilità e necessità
riconosciuta dalla ragione e per via d'argomento, non istillata e ingenita negli
animi dalla natura senza bisogno di riflessione. E così il diritto delle genti,
che si crede naturale, vediamo per questo esempio, che contiene una legge di
pura convenzione, la quale prima ch'esistesse, non era colpa il contravvenirle,
come si sarà mille volte fatto. In questo proposito ecco alcune parole dell'Essai sur
l'indifférence en matière de religion, alquanto dopo la metà del
Capo 4. Diciamolo pure, giacchè
non v'ha verità più sconosciuta e più importante: la Religione dei
popoli è tutta la loro morale.
*
Questo (per
notarlo di passaggio) dopo aver nei capi precedenti voluto provar la religione
colla morale, come fondamento di essa morale, e deriso Hobbes che toglie la coscienza, e dice che in natura
non ci sono doveri. E qui viene a dire che la morale non si può provare se non
colla religione. In ogni modo puoi veder gli esempi ch'egli adduce prima e dopo
il detto luogo, per dimostrare la varietà delle coscienze, secondo la varietà
delle religioni. (21. Nov. 1820.). {{V. p. 356.
fine.}}