Firenze. 19. Sett. 1828.
[4378,4]
Foscolo, Discorso sul testo e su le opinioni
diverse prevalenti intorno alla storia e alla emendazione critica della
Commedia di Dante. - Prospetto (cioè sommario) del Discorso.
L'abuso delle minime
4379
date d'anni, {(cioè de' minimi indizi di tempo ne'
libri antichi),} rannuvola più che non illustra la storia
letteraria; e il rigettarle tutte, o fondare sistemi sopra le incerte,
ha diviso novellamente i tre critici maggiori della età nostra, in
Epicurei, Pirronisti, e Stoici. Payne Knight, critico Stoico.
*
- Discorso, §. 15. Un verso del libro sesto
dell'iliade basta a Wolfio, non solo a dare corpo, forza ed armi
alla ipotesi del Vico, che
Omero non abbia scritto
poemi, ma inoltre a desumere in che epoca della civilità del genere
umano fosse incominciata la iliade, e in quanti secoli, e
per quali accidenti fosse continuata e finita, forse per confederazione
del caso e degli atomi d'Epicuro.
*
(apparentemente Fosc. non avea letto Wolfio). Heyne disponendo fatti, tempi e argomenti a
cozzar fra di loro, forse per investire la filologia del diritto di
asserire e negare ogni cosa, indusse il pirronismo nell'arte critica; e
chi lo consulta,
mussat rex ipse Latinus
Quos generos vocet aut quae sese ad foedera flectat * . *
mussat rex ipse Latinus
Quos generos vocet aut quae sese ad foedera flectat * . *
[4379,1] (Vuol dir che Heyne intorno alle questioni sopra Omero, non si decide, e tiene il metodo dell'Accademia, in utramque
partem disputandi.) Al caso e agli atomi di Wolfio e al pirronismo di Heyne si aggiunse con alleanza stranissima lo stoicismo
affermativo di Payne Knight
illustratore recente di Omero; e
incomincia: Octogesimo post
Trojam captam anno,
Mycenarum regnum tenente Tisameno
Orestis filio jam sene, magna et infausta mutatio rerum toti
Graeciae oborta est ex irruptione
Dorum
*
(Carmina Homerica a Rhapsodorum
interpolationibus
4380 repurgata et in
pristinam formam, quatenus recuperanda esset, tam e veterum
monumentorum fide et auctoritate, quam ex antiqui sermonis
indole ac ratione, redacta
*
. Nota. È
il titolo dell'Om. di Κnight col
digamma, Lond. 1820.) - e dalla irruzione de' Doriesi, i quali costrinsero
molto popolo Greco a rifuggirsi nell'Asia minore,
la storia critica della lingua e della poesia omerica, e l'epoca e
l'indole e la fortuna finor ignotissime del poeta, sono dedotte con arte
e dottrina e perseveranza, e affermate con la dignità d'uomo che sente
di avere trovato il vero. Onde taluni che non possono persuadersi mai
della probabilità di que' fatti, si sentono convinti alle volte dagli
argomenti, e ascoltano con riverenza lo storico (sic) al quale non
possono prestar fede
*
. (questo è il sistema esposto e seguito da
Capponi, Lez. 2.a sulla lingua,
Antologia, Maggio 1828.). §. 16. Questo Payne Knight era uomo
di forte intelletto; di non vaste letture, ma che parevano immedesimate
ne' suoi pensieri e raccolte non tanto per nudrire i suoi studj, quanto
per essere nudrite dalla sua mente. Era nuovo e luminosissimo in molte
idee; e quantunque ei potesse dimostrarne alcune e ridurle a principj
sicuri, intendeva che tutte fossero assiomi ai quali non occorrono
prove; e dalle conseguenze ch'ei ne traeva escludeva inflessibile
qualunque eccezione, ond'erano inapplicabili, e sembravano assurde: ma
quantunque ei parlasse energicamente ad esporle, non pareva o non voleva
essere eloquente a difenderle; e quando s'accorse d'avere errato, lo
confessò.
*
(Ob multos errores in libro de hac re Anglice scripto
piacularem esse profiteor. Prolegom. in Homerum, sect.
CLI.
*
Nota.) Aveva
4381 signorili costumi, e animo libero e
sdegnoso d'applausi; nè fra molti avversarj gli mancarono nobili
lodatori: ed Heyne non lo cita
che non lo esalti. E certo se molti seppero notomizzare la poesia e la
lingua Greca meglio di lui, pochi hanno potuto conoscerne l'indole al
pari di lui; e nessuno lo ha mai preceduto, e pochi potranno seguirlo a
investigarle nelle loro remotissime fonti. Studiando le reliquie
dell'antichità ad illustrare i tempi omerici ne radunò molte a
grandissimo prezzo, e sono {da} vedersi nel
Museo Britannico ov'ei per amore di letteratura e di patria, e con
giusta ambizione di nome le lasciò per legato. Venne, pochi mesi
addietro, a visitarmi; e discorrendo egli intorno agli eroi più o meno
giovani dell'iliade, io notai che stando a' suoi computi,
Achille sarebbe stato
guerriero imberbe. Risposemi, ch'ei non si dava per vinto; ma ch'ei
cominciava a sentire la vanità della vita, e non gl'importava oggimai di
vittorie. Nè la poesia nè la realtà delle cose giovavano più a liberarlo
dal tedio che addormentava in lui tutti i sentimenti dell'anima; e dopo
non molti giorni, morì: ed io ne parlo perchè i suoi concittadini ne
tacciono.
*
§. 17. Or quando scrittori di
tanta mente per via di date congetturali prestano forme e certezza a
nozioni vaghe e oscurissime, e le fanno risplendere come vere, ei
costringono l'uomo, o alla credulità ed al silenzio, o a meschine
fatiche e al pericolo di controversie, e per cose di poco momento al più
de' lettori.
*
(Firenze. 19. Sett. 1828.).