25. Mag.
[4516,2] Il detto altrove pp. 4284-85
dell'incontrastabilmente maggior numero di suoni nelle lingue settentrionali che
nelle nostre, causa, in parte della lor mala ortografia, per la scarsezza
dell'alfabeto latino da loro adottato; è applicabile ai dialetti
dell'Italia superiore, perciò difficilissimo ancora a
bene scriversi. Mezzofanti diceva che
al bolognese bisognerebbe un alfabeto di 40 o 50 o più segni. Non è questa la
sola conformità che hanno que' dialetti colle lingue settentrionali. Del resto,
i dialetti generalmente sono più ricchi che l'alfabeto comune. Il toscano
parlato ha anch'esso un po' più suoni che le lettere, ma pochi più. Il
marchigiano e il romano quasi nessuno: esse sono veramente (in ciò come in mille
altre cose) l'italiano comune e scritto, o il volgare più simile a questo, che
sia possibile. (25. Mag.).