12. Sett. 1821.
[1679,1] L'italiano il francese lo spagnuolo i quali parlano
(massime l'italiano) poco differentemente da quello che parlavano i latini, non
perciò scrivono come i latini scrivevano. Vale a dire che delle due lingue
Romane distinte da Cicerone, la rustica
è sopravvissuta alla colta, l'una vive alterata, l'altra {è} morta del tutto. Tanta è la tenacità del popolo, tanta la
difficoltà di conservare e
1680 perpetuare quello a cui
la moltitudine non partecipa. Questo però per le mutazioni de' tempi per la
barbarie, per la dimenticanza del buono scrivere ec. quello, non solo si
conservò per la tenacissima natura del popolo, malgrado le tante vicende delle
nazioni, influenze e inondazioni di forestieri ec. ma s'introdusse anche, e
resta in luogo del latino scritto. E il ridurre a letteratura la lingua italiana
ec. fu in certo modo un dare una letteratura al rustico latino, essendo perduta
l'altra letteratura del latino colto. E malgrado gli sforzi fatti nel 400. e
500. per ravvivare questa seconda, (e ciò tanto in italia
che altrove) ella s'è perduta, e l'altra s'è propagata, accresciuta, e vive.
(12. Sett. 1821.).