10. Nov. 1820.
[312,1]
Alla p. 62. pensiero
1. Osservate però che c'è una differenza in questo fra la letteratura
latina e l'italiana, in quanto non le sole cognizioni filosofiche o filologiche,
le quali esigevano l'uso delle parole greche, ma tutta la letteratura latina era
derivata dalla greca. Non così l'italiana dalla francese, eccetto nella
filosofia ec. anzi per lo contrario. Sicchè l'introdur parole greche in latino
doveva essere un poco più facile e naturale. Del resto la stessa cognazione e
fratellanza ch'era tra la greca e la latina esiste tra la lingua italiana e la
francese, e se la greca si vuol considerare per anteriore, se non altro nella
formazione e sistemazione, anche la lingua provenzale ci ha preceduto quasi
nello stesso modo.
[312,2]
Alla p. 58. pensiero
penultimo. Aggiungete che il
313 tempo di Giuliano era tutto sofistico, e tale
egli è in tutte le altre sue opere, tali sono Libanio, Temistio ec. suoi {più famosi scrittori}
contemporanei. Ma nessuno è sofista quando parla di se stesso e per se stesso, e
in un'occasione che mette in vero movimento l'animo suo.
[313,1] Come la forza della natura giovanile, forza che non
può esser vinta in fatto da nessuna
ragionevolezza, studio, filosofia, precoce maturità di pensare ec. fa che il
giovane s'inebbri facilmente della felicità, così anche dell'infelicità, quando
questa è tanto grave che superi la naturale inclinazione del giovane
all'allegrezza, al divagarsi, a sperare, a noncurare il male. E perciò il
giovane è incapace d'altra consolazione che della morte, come ho detto p. 302. Nè religione, nè ragione, nè
altro che sia, non è sufficiente a consolare il giovane sommamente sventurato,
s'egli ha una certa forza d'animo, la quale tutta s'impiega in consolidare, e
fargli sentire profondamente e ostinatamente il suo male.
[313,2] La letteratura francese si può chiamare originale per
la sua somma e singolare inoriginalità.
[314,1]
314
Alla p. 252.
La Spagna è una prova e un esempio vivo e presente di
quello ch'io dico. Nella Spagna barbara di barbarie non
primitiva ma corrotta per la superstizione, la decadenza da uno stato molto più
florido, civile, colto e potente, gli avanzi de' costumi moreschi ec. nella
Spagna, dico, l'ignoranza sosteneva la tirannia.
Questa dunque doveva cadere ai primi lampi di una certa filosofia, derivati
dall'invasione e dimora de' francesi, e dalla rivoluzione del mondo. L'ignoranza
è come il gelo che assopisce i semi e gl'impedisce di germogliare, ma non gli
uccide, come l'incivilimento, e passato l'inverno, quei semi germogliano alla
primavera. Così è accaduto nella Spagna, dove quel
popolo, tornato quasi vergine ha sentito le scosse dell'entusiasmo, e l'avea già
dimostrato nell'ultima guerra. E perciò s'è veduto quivi il contrario delle
altre nazioni, come osserva l'autore del
Manuscrit venu de
S.te Hélène, cioè che lo spirito rivoluzionario
esisteva solamente in quelli che pel loro stato erano più colti, preti, frati,
nobili, tutti quelli che nella rivoluzione non aveano che a perdere:
315 perchè il torpore della nazione non derivava da
eccesso d'incivilimento, ma da difetto; e i pochi colti, probabilmente non lo
erano all'eccesso, come altrove, ma quanto basta e conviene, e non più. Quando
la Spagna sarà bene incivilita ricadrà sotto la tirannia,
sostenuta non più dall'ignoranza, ma per lo contrario dall'eccesso del sapere,
dalla freddezza della ragione, dall'egoismo filosofico, dalla mollezza, dal
genio per le arti e gli studi pacifici. E questa tirannia sarà tanto più
durevole quanto più moderata della precedente. E se il re di
Spagna avrà vera politica dovrà promuovere a tutto
potere l'incivilimento del suo popolo (e in questi tempi vi potrà riuscire più
facilmente e più presto). E con ciò non consoliderà la loro indipendenza, come
si crede comunemente, ma gli assoggetterà di nuovo, e ricupererà quello che ha
perduto. Non c'è altro stato intollerante di tirannia, o capace di esserne
esente, fuorchè lo stato naturale e primitivo, o una civilizzazione media, com'è
ora quella della Spagna, com'era quella de' Romani ec.
Atene e la grecia
{quando furono} sommamente civili, non furono mai
libere veramente. (10 Nov. 1820.).