11. Settembre. 1823.
[3411,1] Come altrove ho detto pp. 545-50
[pp. 590-91]
pp. 607-10 , la
monarchia è il più, {+anzi il
solo,} perfetto stato di società, perchè il solo naturale, il solo
primitivo, il solo comune agli animali che hanno qualch'ombra di società, il
solo che si trovi nel cominciamento di tutte le nazioni. (In qual modo nascesse
la monarchia, vedilo nel principio della Rep. di Aristotele, che benissimo lo spiega, perocchè
3412 certo le nazioni o le popolazioni non convennero
mai espressamente di ubbidire ad alcuno, nè mai diedero in niun modo i loro
suffragi per li quali riuscisse eletto {ad unanimità}
un monarca, che in questa elezione fondasse di quindi innanzi il diritto di
comandarle.) Da questo principio segue che ogni repubblica o stato franco,
comunque antichissimo, comunque anteriore a quella civilizzazione ch'è affine
alla corruzione, comunque proprio eziandio di tempi {e di
popoli} affatto rozzi, {+od
anche di tempi e popoli eroici e virtuosi e magnanimi ec.,} sempre
ch'esso si trova in una società già formata, già capace di tal nome, (sia
antica, sia moderna, sia civile, sia selvaggia) è indizio certo di corruzione di
questa tal società, ed è esso medesimo una corruzione del governo; il quale
senza fallo, si sappia o non si sappia dalla storia, prima fu monarchico;
ond'esso stato franco è indubitatamente in essa società una sorta di governo
secondaria e non primitiva, ma sottentrata in luogo della primitiva, e nata
dalla corruzione di questa, o certo della respettiva società. (11.
Settembre. 1823.). {{V. p.
3517.}}