Compassione dee cadere sopra oggetti amabili.
Compassion has to fall on lovable objects.
220,3 221,2 233,1233,4 722,1 4118,2[220,3] La compassione spesso è fonte di amore, ma quando cade
sopra oggetti amabili o per se stessi, o in modo che aggiunta la compassione lo
possano divenire. E questa è la compassione che interessa e dura e si riaffaccia
più volte all'anima. Maggiori calamità in un oggetto anche innocentissimo ma non
amabile, come in persona vecchia e brutta, non destano che una compassione
passeggera, la quale
221 finisce ordinariamente colla
presenza dell'oggetto, o dell'immagine che ce ne fanno i racconti ec. {(E l'anima non se ne compiace, e non la richiama.)} I
quali ancora bisogna che sieno ben vivi ed efficaci per commuoverci
momentaneamente, laddove poche parole bastano per farci compatire una giovane e
bella, ancorchè non conosciuta, al semplice racconto della sua disgrazia. Perciò
Socrate sarà
sempre più ammirato che compianto, ed è un pessimo soggetto per tragedia. E
peccherebbe grandemente quel romanziere che fingesse dei brutti sventurati. Così
il poeta ec. Il quale ancora in qualsivoglia caso o genere di poesia, si deve
ben guardare dal dar sospetto ch'egli sia brutto, perchè nel leggere una bella
poesia noi subito ci figuriamo un bel poeta. E quel contrasto ci sarebbe
disgustosissimo. Molto più s'egli parla di se, delle sue sventure, de' suoi
amori sfortunati, come il Petrarca
ec.
[221,2] Quella tal compassione che ho detto per oggetti non
amabili, si rassomiglia molto e partecipa del ribrezzo, come se noi vediamo
tormentare una bestia ec. E perciò a destarla ci vogliono grandi calamità,
altrimenti la compassione per li piccoli mali di quei tali oggetti, appena, o
forse neppur si desta negli stessi animi ben fatti. (21. Agosto
1820.).
[233,4] La compassione come è determinata in gran parte dalla
bellezza rispetto ai nostri simili, così anche rispetto agli altri animali,
quando noi li vediamo soffrire. Che poi oltre la bellezza, una grande e somma
origine di compassione sia la differenza
234 del sesso,
è cosa troppo evidente, quando anche l'amore non ci prenda nessuna parte. P. e.
ci sono molte sventure reali e tuttavia ridicole, delle quali vedrete sempre
ridere molto più quella parte degli spettatori che è dello stesso sesso col
paziente, di quello che faccia o sia disposta o inclinata a fare l'altra parte,
massimamente se questa è composta di donne, perchè l'uomo com'è più profondo nei
suoi sentimenti, così è molto più duro e brutale nelle sue insensibilità e
irriflessioni. E questo, tanto nel caso della bellezza, quanto della bruttezza o
mediocrità del paziente. Del resto è così vero che le piccole sventure dei non
belli non ci commuovono quasi affatto, che bene spesso siamo inclinati a
riderne.
[722,1] Lo sventurato non bello, e maggiormente se vecchio,
potrà esser compatito, ma difficilmente pianto. Così nelle tragedie, ne' poemi,
ne' romanzi ec. come nella vita. (6. Marzo 1821.)
[4118,2] Compassione nata dalla bellezza anche verso chi per
molti capi non la merita, perpetuata anche nella posterità che si stima esser
sempre un giudice giusto. Vedi Thomas
loc. cit. qui dietro, chapitre
26. p. 46-7.
(26. Agos. 1824.).
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