Sistemi in filosofia.
Systems in philosophy.
945,1 1089,1 1090,1 1091,1 2705,3-2712,1 3977,1Prova grande del progresso dello spirito umano e delle scienze: da Newton in qua non è sorto nuovo sistema di fisica.
A great proof of the progress of human spirit and the sciences: no new system of physics has emerged since Newton.
4056,4[945,1] Si condanna, e con gran ragione, l'amor de' sistemi,
siccome dannosissimo al vero, e questo danno tanto più si conosce, e più
intimamente se ne resta convinti, quanto più si conoscono e si esaminano le
opere dei pensatori. Frattanto però io dico che qualunque uomo ha forza di
pensare da se, qualunque s'interna colle sue proprie facoltà e, dirò così, co'
suoi propri passi, nella considerazione delle cose, in somma qualunque vero
pensatore, non può assolutamente a meno di non formarsi, o di non seguire, o
generalmente di non avere un sistema.
[1089,1] A quello che ho detto altrove pp. 945-49 della ragionevolezza, anzi
necessità di un sistema a chiunque pensi, e consideri le cose; si può
aggiungere, che infatti poi le cose hanno certo un sistema, sono ordinate
secondo un sistema, un disegno, un piano. Sia che si voglia supporre tutta la
natura ordinata secondo un sistema, tutto legato ed armonico, e {corrispondente in} ciascuna sua parte; ovvero divisa in
tanti particolari sistemi, indipendenti l'uno dall'altro, ma però ben armonici e
collegati e corrispondenti nelle loro parti rispettive; certo è che l'idea del
sistema, cioè di armonia, di convenienza, di corrispondenza, di relazioni, di
rapporti, è idea reale, ed ha il suo fondamento, e il suo soggetto nella
sostanza, e in ciò ch'esiste. Così che gli speculatori della natura, e delle
cose, se vogliono arrivare al vero, bisogna che trovino sistemi, giacchè le cose
e la natura sono infatti sistemate, e ordinate armonicamente. Potranno errare,
prendendo per sistema reale e naturale, un sistema immaginario, o anche
1090 arbitrario, ma non già nel cercare un sistema.
Sarà falso quel tal sistema, non però l'idea ch'esso include, che la natura e le
cose sieno regolate e ordinate in sistema. Chi sbandisce affatto l'idea del
sistema, si oppone all'evidenza del modo di esistere delle cose. Chi dispera di
trovare il sistema o i sistemi veri della natura, e però si contenta di
considerare le cose staccatamente (se pur v'ha nessun pensatore che, non dico si
contenga, ma si possa contenere in questo modo), sarà compatibile, ed anche
lodevole. Ma oltre ch'egli ponendo per base la disperazione di conoscere il vero
sistema, ha posto per base la disperazione di conoscere la somma della natura, e
il più rilevante delle cose, si ponga mente al pensiero seguente, che farà
vedere un altro capitalissimo inconveniente del rinunziare alla ricerca del
sistema naturale e vero delle cose. (26. Maggio 1821.).
[1090,1] Non si conoscono mai perfettamente le ragioni, nè
tutte le ragioni di nessuna verità, {anzi nessuna verità si
conosce mai perfettamente,} se non si conoscono perfettamente tutti i
rapporti che ha essa verità colle altre. E siccome tutte le verità e tutte le
cose esistenti, sono legate fra loro assai più strettamente ed intimamente ed
essenzialmente, di quello che creda o possa credere
1091 e concepire il comune degli stessi filosofi; così possiamo dire che non si
può conoscere perfettamente nessuna verità, per piccola, isolata, particolare
che paia, se non si conoscono perfettamente tutti i suoi rapporti con tutte le
verità sussistenti. Che è come dire, che nessuna (ancorchè menoma, ancorchè
evidentissima e chiarissima e facilissima) verità, è stata mai nè sarà mai
perfettamente ed interamente e da ogni parte conosciuta. (26. Maggio
1821.).
[1091,1] Così, senza la condizione detta qui sopra, non si
conoscono mai, nè tutte le premesse che conducono a una conseguenza, cioè alla
cognizione di una tal verità, nè tutta la relazione e connessione, o tutte le
relazioni e connessioni che hanno le premesse anche conosciute, colla detta
conseguenza. (26. Maggio 1821.).
[3977,1]
3977
Alla p. 3927.
Questa moltiplicità incalcolabile di cause e di effetti ec. nel mondo morale non
deve nè parere assurda o difficile ad ammettersi nè far meraviglia a chi
consideri com'ella si trova evidentemente, e del pari infinita e incalcolabile
nel mondo fisico. Nè la medicina, nè la fisiologia, nè la fisica, nè la chimica,
nè veruna anche più esatta e più materiale scienza che tratti delle più
sensibili e meno astruse parti ed effetti della natura, {#1. V. p. seg. [p. 3978,1].} non
possono mai {specificare nè} calcolare nemmeno per
approssimazione, se non in modo larghissimo, nè il numero nè il grado {#2. e il più e il meno, nè tutti i rapporti
ec.} delle infinite diversità di effetti che secondo le infinite
combinazioni {#3. e rapporti scambievoli
ec. e influenze e passioni scambievoli ec.} che possono avere ed hanno
effettivamente luogo, risultano dalle cause anche più semplici più poche e
limitate, che dette scienze assegnano; nè le infinite modificazioni di cui dette
cause, secondo esse combinazioni, sono suscettibili, ed a cui sono
effettivamente soggette. E non per tanto, almeno in grandissima parte, esse
cause non si possono volgere in dubbio, e nessuno dalla detta impossibilità di
specificare e calcolare esattamente e pienamente, risolve ch'esse cause non
sieno le vere, e moltissime sono evidenti e sotto gli occhi, e così il loro modo
di agire, le loro relazioni cogli effetti ec., i quali tuttavia non sono più
calcolabili nè numerabili. {V. p. 3990.} Basti
solamente osservare le cause e gli effetti che agiscono ed hanno luogo nel corpo
umano, e le infinite diversità ed anche contrarietà che per differenze, sovente
impercettibili, di combinazioni, hanno luogo negli accidenti e passioni d'esso
corpo anche in individui conformissimi, in un tempo medesimo, in circostanze che
possono parere conformissime,
3978 in un medesimo
individuo ec. Nè per tanto si può dubitare di quelle cause, purchè d'altronde
ec. nè se ne dubita, nè si condannano quei sistemi e quei metodi ec. de' quali
in quanto a questo particolare niuno uomo potrebbe pensarne o usarne un
migliore. (12. Dec. 1823.).
[4056,4] Grandissima, e forse la maggior prova e segno del
progresso che ha fatto negli ultimi tempi lo spirito e il sapere umano in
generale e le scienze fisiche in particolare, è che per ispazio di {quasi} un secolo e mezzo, quanto ha dalla pubblicazione
de' Principii
matematici di filosofia naturale a' dì nostri (1687.), non
è sorto sistema alcuno di fisica che sia prevaluto a quello di Newton, o quasi niun altro sistema {di fisica} assolutamente, almeno che abbia pur
bilanciato nella opinione per un momento quello di Newton, benchè questo sia tutt'altro che certo
4057 e perfetto, anzi riconosciuto ben difettoso in
molte parti, oltre alla insufficienza generale de' suoi principii per ispiegare
veramente a fondo i fenomeni naturali. Nondimeno i fisici e filosofi moderni,
anche spento il primo calor della fama e della scuola e partito di Newton, si sono contentati e contentansi
di questo sistema, servendosene in quanto ipotesi opportuna e comoda nelle parti
e occasioni de' loro studi che hanno bisogno, o alle quali è utile una ipotesi.
Ciò nasce e dimostra che gli spiriti e nella fisica e nell'altre scienze e in
ogni ricerca del vero e in ogni andamento dell'intelletto si sono volti
all'esame fondato dei particolari (senza cui è impossibile generalizzare con
verità e profitto) e alla pratica ed esperienza e alle cose certe, rinunziando
all'immaginazione, all'incerto, allo splendido, ai generali arbitrarii, tanto
del gusto de' secoli antecedenti e padri di tanti sistemi a quei tempi, che
rapidamente brillavano e si spegnevano, e succedevansi e distruggeansi l'un
l'altro. (4. Aprile 1824. Domenica di Passione. Nevica.)
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