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12. Nov. 1823.

[3868,1]  Alla p. 3717. marg. V. il Forc. sì ne' composti di sono, e sì in sono as fine, dalle cose dette nel qual luogo, e in Tono as ui fine, e in Crepo as fine ec. si potrebbe forse dubitare che la cagione dell'anomalia di cui discorriamo in tali verbi della prima, non sia quella che noi supponiamo, ma un'altra, ch'io però, generalmente almeno, non credo. {Detonat uit. Intono avi ed ui ec.} E certo quest'anomalia non è in pochi della prima, e nella più parte di questi, non si trova vestigio alcuno di terza coniugazione se non nel perfetto {ec.} e supino. E la desinenza in ui trovasi veramente in molti verbi della 3.a  3869 (p. 3707.) ma ella è anche in essi anomala, e bisognosa essa stessa che se ne renda ragione e se ne assegni l'origine. E chi sa che anzi per lo contrario tali verbi della terza non abbiano ricevuto tali perfetti dalla prima o dalla 2.da cioè si coniugasse una volta {p. e.} coleo es, in vece o non meno che colo is, e di quello sia il perfetto colui: in luogo di dire che sonui sia di sono is, crepui e crepitum di crepo is ec. {#1. Il qual crepo is dev'essere stato supposto da quel grammatico del Forcell. per non essersi ricordato di tanti altri verbi della 1. che fanno in ui itum, come crepo as.} (12. Nov. 1823.). {Vedi la pag. 3871.} {+Lacesso is, īvi ed ii, ītum, ĕre. Senza dubbio il perfetto e supino di lacessere non è suo, ma in origine è di un lacessio della quarta. Infatti si ha lacessiri. V. Forc. in lacesso princ. Così dite di peto is, īvi ed ii, ītum, e s'altri simili ve n'ha. {+V. p. 3900.}}