13. Apr.
[4487,1]
4487
Oscillo as. freq. - Serva ancora per i miei pensieri
p.
3003
p.
3558 sui verbi latini comincianti in sus,
essendo da cillo e ob,
interposta la s. Così oscillum ec. {{V. anche Forc. in obscenus; e in
Obs... Os... Sus... Subs...}}
[4487,2]
Alla p. 4388.
E pure veggiamo che da 3 secoli che la presente ortografia italiana fu a un di
presso introdotta, la pronunzia de' parlanti è ancora la stessa: dico in chi
parla bene, e la cui pronunzia fu voluta con siffatta ortografia rappresentare.
Vale a dir che un Toscano parla oggidì e legge la nostra lingua com'ella sta
nelle buone stampe del sec. 16., e come la scrivevano allora i corretti
scrittori; eccetto gli h inutili, e non mai
pronunziati, ed altre tali particolarità, che non rappresentavano la pronunzia
neppur d'allora. Del resto, se quel che dice il Foscolo fosse vero pp. 4383. sgg., e
d'altronde l'ortografia dovesse sempre star ferma, e lasciare andar la
pronunzia, ne seguirebbe che prestissimo la lingua parlata e la scritta
sarebbero 2. lingue affatto distinte; e la difficoltà dell'imparare a leggere
sarebbe enormissima, come è già grande ai francesi inglesi ec., e maggiore senza
comparazione che agl'italiani e spagnuoli. Non so che popolarità saria questa:
la popolarità di quando la lingua scritta era latina, e la parlata volgare.
Fatto sta che non fu ragione, non fu un principio di conservazione di stabilità,
{di etimologia,} quel che produsse e mantenne la
pessima e falsissima ortografia francese inglese ec., ma fu solo l'ignoranza e
la mala abilità de' primi che posero in iscrittura i volgari, i quali scrissero
la lingua più, per così dire, in latino che in inglese ec.; e il non essersi
rimediato poi a questo errore in Inghilterra in
Francia ec., come si è
4488
fatto in Italia
Spagna ec., anzi averlo seguitato. Le discrepanze delle
nostre prime ortografie che Fosc. cita
pp. 4385-86, non provano che l'inabilità di que' primi a rappresentar
la parola e la pronunzia stessa d'allora. (13. Apr.).