[72,3] Il sentimento della vendetta è così grato che spesso si
desidera d'essere ingiuriato per potersi vendicare, e non dico già {solamente} da un nemico abituale, ma da un indifferente,
o anche (massime in certi momenti d'umor nero) da un amico.
[829,1] La ingiuria eccita in tutti gli animi il desiderio di
vederla punita, {ma} negli alti il desiderio di
punirla. (20. Marzo 1821).
[1794,1]
᾽Εγὼ μέντοι
*
, (io
però) καίπερ ὑπερχαίρω[ὑπερχαίρων] ὅταν ἐχϑρὸν τιμωρῶμαι πολὺ μᾶλλόν μοι δοκῶ
ἥδεσϑαι ὅταν τι τοῖς ϕίλοις ἀγαϑὸν ἐξευρίσκω
*
. Parole di Agesilao (modello di virtù,
secondo Senofonte, dovunque egli ne
parla) a Coti re de' Paflagoni,
messegli in bocca da Senofonte, l'uno
de' primi maestri di morale a' suoi tempi. (῾Eλληνικῶν ἱστοριῶν
β. δ΄. κ. α΄, § ε΄.) Oggi chi volesse dire una sentenza notabile, direbbe tutto
il rovescio. Così cambia la morale. (26. Sett. 1821.).
[3795,1] Chi non sa che cosa possa nell'uomo lo spirito di
vendetta? il quale rende eterna l'ira e l'odio {verso i suoi
simili} cagionato da una piccolissima offesa, {+vera o falsa, giusta o ingiusta ec. e dalle altre
cagioni che adirano gli uomini verso gli uomini} sia nelle nazioni,
sia negl'individui, sia privato sia pubblico ec. Or questo spirito ch'è
inevitabile in qualunque società umana stretta, fu ignoto all'uomo primitivo, è
ignoto a qualunque altro animale, in cui l'ira non dura più che qualunque altra
passione momentanea, e la ricordanza dell'ingiuria non più dell'ira; e la
vendetta o è subito ottenuta e fatta (e basta ben poco a placarli e
soddisfarli), o dipoi non è ricercata niente più che se l'ingiuria non avesse
avuto luogo.
[3942,2]
Alla p. 3275.
marg. Anzi molti di questi amano più di aver de' nemici che degli
amici, son più contenti di essere odiati che amati, e si attaccano volentieri
con chicchessia, non per sensibilità, neanche per misantropia, per l'odio
naturale verso gli altri ec., ma perchè il loro stato naturale è lo stato di
guerra, ed amano più di combattere che di stare in pace e posarsi, e più la vita
inquieta che la tranquilla. E ciò semplicissimamente, senza malignità, senza
carattere nè passioni nere e odiose. Infatti essi sono {apertissimi,} sincerissimi, compassionevolissimi, e beneficano più
degli altri, ma le stesse persone che essi compatiscono o beneficano, amerebbero
più
3943 di averle a combattere e di esserne odiati. E
similmente cogli altri uomini i quali hanno più caro di averli contrarii che
affezionati o indifferenti, e però tuttogiorno, senza passione alcuna, o ben
leggera, e sopra menomissime bagattelle gli stuzzicano e provocano ed offendono
o con parole o con fatti, per avere il piacer di combatterli e di stare in
guerra. E come ciascuno s'immagina ordinariamente quello che più desidera, così
essi ordinariamente si compiacciono in pensare che gli altri vogliano loro male,
e in torcere ogni menoma azione e parola altrui verso loro a cattiva intenzione
ed ostile, e pigliano occasione da tutto di entrare in lizza con chicchessia,
anche coi più familiari, intrinseci, compagni ed amici. Torno a dire che tutto
ciò è con grandissima semplicità ed anche nobiltà, o certo non doppiezza e non
viltà, di carattere; senza umor tetro e malinconico (anzi questi tali sono per
l'ordinario allegrissimi o tirano all'allegria) senza carattere atrabilare, nè
quella che si chiama δυσκολία e morositas, carattere
acre ec. {indole e costume puntiglioso,}
{#1. Chi sia accorto, facilmente distingue
e nella speculazione e nella pratica, e in ciascuna persona e caso
particolare, e nel generale, il carattere e costume puntiglioso, e i fatti
puntigliosi, dal carattere ec. ch'io qui descrivo (il quale non è neppur lo
stesso che quello del Burbero benefico di Goldoni) che certo in realtà sono cose molto
diverse e distinte.} anzi tutte queste cose son proprie degli uomini
deboli e sfortunati (e quindi con verità si attribuiscono pariticolarmente a'
vecchi, massime donne), {senza incontentabilità, malumore,
scontentezza,} senza umore soverchiamente collerico ed accensibile. La
forza del corpo {e dell'età} e la prosperità delle
circostanze, dà a questi tali tanta confidenza in se stessi, che non che
cerchino o curino il favor degli altri, sono più soddisfatti di averli
contrarii, e godono di riguardar gli altri piuttosto come nemici che come amici
o indifferenti, ed anche di averli veramente nemici più o meno, secondo la
qualità delle occasioni
3944 e la forza fisica di
questi tali. La loro conversazione e compagnia e convitto, massime a lungo
andare, è veramente molto difficile e dispiacevole, benchè essi sieno incapaci
di tradimento, e servizievoli e benefici e compassionevoli e generosi. Essi
sono, malgrado questo, poco capaci di amare, e poco fatti per essere amici, ma
essi sono altresì più capaci e desiderosi di aver de' nemici, che atti ad
esserlo, perchè son più buoni all'ira che [all'ira
che] all'odio, a combattere che a odiare, a vendicarsi che a
perseguitare. Anzi costoro son quasi incapaci di odiare, e l'ira eziandio {propriamente presa} in essi è molto blanda e breve,
forse perchè frequentissima. (6. Dec. 1823.).
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