Navigation Settings

Manuscript Annotations:
interlinear {...}
inline {{...}}
attached +{...}
footnote #{...}
unattached {...}
Editorial Annotations:

Correction Normalization

Scientifici (libri o discorsi).

Scientific (books or discourses).

1372,1 2725,1

[1372,1]  È verissimo che la chiarezza dell'espressione principalmente deriva dalla chiarezza con cui lo scrittore o il parlatore concepisce ed ha in mente quella tale idea. Quel metafisico il quale non veda ben chiaro in quel tal punto, quello storico il quale non conosca bene quel fatto ec. ec. riusciranno oscurissimi al lettore, come a se stessi. Ma ciò specialmente accade quando lo scrittore non vuole nè confessare, nè dare a vedere {che} quella cosa non l'intende chiaramente, perchè anche le cose che noi vediamo oscuramente possiamo, fare che il lettore la[le] veda nello stesso modo, e ci esprimeremo sempre con chiarezza, se faremo vedere al lettore qualunque idea tal quale noi la concepiamo, e tal quale sta e giace nella nostra mente. Perchè l'effetto della chiarezza non è propriamente far concepire al lettore un'idea chiara di una cosa in se stessa, ma un'idea chiara dello stato preciso della nostra mente, o ch'ella veda chiaro, o veda scuro; giacchè  1373 questo è fuor del caso, e indifferente alla chiarezza della scrittura o dell'espressione propriamente considerata, e in se stessa.

[2725,1]  Per quanto voglia farsi, non si speri mai che le opere degli scienziati si scrivano in bella lingua, elegantemente e in buono stile {(con arte di stile.)} Chiunque si è veramente formato un buono stile, sa che immensa fatica gli è costato l'acquisto di quest'abitudine, quanti anni spesi unicamente in questo studio, quante riflessioni profonde, quanto esercizio dedicato unicamente a ciò, quanti confronti, quante letture destinate a questo solo fine, quanti tentativi inutili, e come solamente a poco a poco dopo lunghissimi travagli, e lunghissima assuefazione gli sia finalmente riuscito di possedere il vero sensorio del bello scrivere, la scienza di tutte le minutissime parti e cagioni di esso, e finalmente l'arte di mettere in opera esso stesso quello che non senza molta difficoltà  2726 è giunto a riconoscere e sentire ne' grandi maestri, {{arte}} difficilissima ad acquistare, e che non viene già dietro per nessun modo da se alla scienza dello stile; bensì la suppone, e perfettissima, ma questa scienza può stare e sta spessissimo senza l'arte. Ora gli scienziati che fino da fanciulli hanno sempre avuta tutta la loro mente e tutto il loro amore a studi diversissimi e lontanissimi da questi, come può mai essere che mettendosi a scrivere, scrivano bene, se per far questo si richiede un'arte tutta propria della cosa, e che domanda tutto l'uomo, e tanti studi, esercizi, e fatiche? E come si può presumere che gli scienziati si assoggettino a questi studi e fatiche, non avendoci amore alcuno, ed essendo tutti occupati e pieni di assuefazioni ripugnanti a queste, e mancando loro assolutamente il tempo necessario per un'arte che domanda più tempo d'ogni altra? Oltre di ciò i più perfetti possessori di quest'arte, dopo le  2727 lunghissime fatiche spese per acquistarla, non sono mai padroni di metterla in opera senza che lo stesso adoperarla riesca loro faticosissimo e lunghissimo, perchè certo neppure i grandi maestri scrivono bene senza gravissime e lunghissime meditazioni, e revisioni, e correzioni, e lime ec. ec. Si può mai pretendere o sperare dagli scienziati questo lavoro, il quale è tanto indispensabile come quello che si richiede ad acquistare l'arte di bene scrivere?