[2725,1] Per quanto voglia farsi, non si speri mai che le
opere degli scienziati si scrivano in bella lingua, elegantemente e in buono
stile {(con arte di stile.)}
Chiunque si è veramente formato un buono stile, sa che immensa fatica gli è
costato l'acquisto di quest'abitudine, quanti anni spesi unicamente in questo
studio, quante riflessioni profonde, quanto esercizio dedicato unicamente a ciò,
quanti confronti, quante letture destinate a questo solo fine, quanti tentativi
inutili, e come solamente a poco a poco dopo lunghissimi travagli, e lunghissima
assuefazione gli sia finalmente riuscito di possedere il vero sensorio del bello
scrivere, la scienza di tutte le minutissime parti e cagioni di esso, e
finalmente l'arte di mettere in opera esso stesso quello che non senza molta
difficoltà
2726 è giunto a riconoscere e sentire ne'
grandi maestri, {{arte}} difficilissima ad acquistare, e
che non viene già dietro per nessun modo da se alla scienza dello stile; bensì
la suppone, e perfettissima, ma questa scienza può stare e sta spessissimo senza
l'arte. Ora gli scienziati che fino da fanciulli hanno sempre avuta tutta la
loro mente e tutto il loro amore a studi diversissimi e lontanissimi da questi,
come può mai essere che mettendosi a scrivere, scrivano bene, se per far questo
si richiede un'arte tutta propria della cosa, e che domanda tutto l'uomo, e
tanti studi, esercizi, e fatiche? E come si può presumere che gli scienziati si
assoggettino a questi studi e fatiche, non avendoci amore alcuno, ed essendo
tutti occupati e pieni di assuefazioni ripugnanti a queste, e mancando loro
assolutamente il tempo necessario per un'arte che domanda più tempo d'ogni
altra? Oltre di ciò i più perfetti possessori di quest'arte, dopo le
2727 lunghissime fatiche spese per acquistarla, non
sono mai padroni di metterla in opera senza che lo stesso adoperarla riesca loro
faticosissimo e lunghissimo, perchè certo neppure i grandi maestri scrivono bene
senza gravissime e lunghissime meditazioni, e revisioni, e correzioni, e lime
ec. ec. Si può mai pretendere o sperare dagli scienziati questo lavoro, il quale
è tanto indispensabile come quello che si richiede ad acquistare l'arte di bene
scrivere?
[3673,1] Colla medesima proporzione che altri viene
perfettamente e veramente conoscendo e intendendo le difficoltà del bene
scrivere, egli impara
3674 a superarle. Nè prima si
conosce e intende compiutamente, intimamente, distintamente e a parte a parte
tutta la difficoltà dell'ottimo scrivere, che altri sappia già ottimamente
scrivere. E ciò per la stessa ragione per cui l'arte di bene scrivere, e il
modo, e che cosa sia il bene scrivere, non può essere compiutamente conosciuto e
inteso se non da chi compiutamente possegga la detta arte, cioè sappia
interamente metterla in opera. Sicchè in un tempo medesimo e si conosce la
difficoltà {del perfetto scrivere,} e s'impara il modo
di vincerla e se n'acquista la facoltà. E solo colui che sa perfettamente
scrivere ne comprende sino al fondo tutta la difficoltà, nè altrimenti può mai
bene scrivere, ancorch'ei {già} sappia compiutamente
farlo, che con grandissima difficoltà. Coloro che male scrivono, stimano che il
bene scrivere sia cosa facile, e scrivono al loro modo agevolmente, credendosi
di scriver bene. E peggio e' sogliono scrivere, più facile stimano {{che sia}} lo scriver bene, e più facilmente scrivono. Il
considerare il bene scrivere per cosa molto difficile, è certissimo segno di
esser già molto avanzato
3675 nel sapere scrivere,
purchè questo tale sia veramente ed intimamente persuaso della difficoltà ch'ei
dice, e non la affermi solamente a parole e mosso da quello ch'ei n'intende
dire, e dalla voce comune. (Perocchè anche chi non sa scrivere, dice che il bene
scrivere è molto difficile, ma e' nol dice per coscienza nè per prova nè con
vera persuasione, e s'egli è uno di quelli che s'intrigano di scrivere e che
presumono di saperlo fare, certo è ch'egli in verità non crede che ciò sia
difficile, come comunemente si dice, e com'ei pur dice cogli altri). Per lo
contrario lo stimare che il bene scrivere sia cosa facile o poco difficile, e il
confidarsi di poterlo e saperlo agevolmente fare, o poterlo apprender con poco,
e[è] certo segno di non saper far nulla, e
di esser sui principii nel possesso dell'arte, o molto indietro. {+(Così è
generalmente di tutte le arti, scienze ec.)} Da queste osservazioni si
dee raccogliere quanti possano esser quelli che perfettamente conoscano il
pregio, e stimino il travaglio, il sapere, l'arte e l'artifizio di una perfetta
scrittura e di un perfetto scrittore, del che a pagg. 2796-9. (12. Ott. 1823.
Domenica.).
[3952,1]
3952 Dal detto altrove pp. 109-11
pp. 1234-36
pp. 1701-706 circa le
idee concomitanti annesse alla significazione o anche al suono stesso e ad altre
qualità delle parole, le quali idee hanno tanta parte nell'effetto, massimamente
poetico ovvero oratorio ec., delle scritture, ne risulta che necessariamente
l'effetto d'una stessa poesia, orazione, verso, frase, espressione, parte
qualunque, maggiore o minore, di scrittura, è, massime quanto al poetico,
infinitamente vario, secondo gli uditori o lettori, e secondo le occasioni e
circostanze anche passeggere e mutabili in cui ciascuno di questi si trova.
Perocchè quelle idee concomitanti, indipendentemente ancora affatto dalla parola
o frase per se, sono differentissime per mille rispetti, secondo le dette
differenze appartenenti alle persone. Siccome anche gli effetti poetici {ec.} di mille altre cose, anzi forse di tutte le cose,
variano infinitamente secondo la varietà e delle persone e delle circostanze
loro, abituali o passeggere o qualunque. Per es. una medesima scena della natura
diversissime sorte d'impressioni può produrre e produce negli spettatori secondo
le dette differenze; come dire se quel luogo è natio, e quella scena collegata
colle reminiscenze dell'infanzia ec. ec. se lo spettatore si trova in istato di
tale o tal passione, ec. ec. E molte volte non produce impressione alcuna in un
tale, al tempo stesso che in un altro la fa grandissima. Così discorrasi delle
parole e dello stile che n'è composto e ne risulta, e sue qualità e differenze
ec. e questa similitudine è molto a proposito.
[4021,5] Quanto allo stile e al bene scrivere, immensa fatica
è bisogno per saper fare, ed ottenuto questo, non meno grande si richiede sempre
per fare. E tanto è lungi che il saper fare tolga la fatica del fare, che anzi
quanto quello è maggiore, con maggior fatica si compone, perchè tanto meglio si
vuol fare e si fa, il che costa tanto di più a proporzione. Così nelle arti
belle e in altre faccende d'ingegno ec. (23. Gen. 1824.). {{Non così riguardo all'invenzione sì nello scrivere sì nelle
arti. ec. ec.}}
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