Scolastici. Loro voci, utili alla filosofia moderna, ec. ec.
Scholastics. Their vocabulary, useful to modern philosophy, etc.
1222 1317,1 1465,1 1467,1.2 1468,1[1221,2] Ed è ben ragionevole che la filosofia divenuta
scienza così profonda, sottile, accurata, {+ed appresso a poco uniforme e concorde da per tutto (a
differenza delle antiche filosofie), e, quel ch'è notabilissimo nel nostro
proposito, sempre più chiara e certa nelle sue nozioni, e
determinata,} abbia
1222 i suoi termini
stabili e universalmente uniformi, massime in tanta uniformità, e stretto
commercio d'europa: quando anche le vecchie, informi
{{ed oscure,
incerte, mal determinate,}} e sciocche filosofie che s'insegnavano
nelle scuole, ebbero la loro nomenclatura stabile e universale, fuor di cui non
sarebbero state intese in nessuna parte d'europa, {benchè tanto meno uniforme ed unita fra se.} Di questi
termini dell'antica filosofia, di questi termini scolastici universalmente
adoperati ne' bassi tempi e fino agli ultimi secoli, abbonda la lingua italiana.
E perchè ebbero la fortuna d'essere usati da' nostri vecchi, perciò questi
termini, quantunque derivati da barbare origini, e appartenenti a scienze che
non erano scienze, si chiamano purissimi in italia; e i
termini dell'odierna filosofia, derivati dalla massima civiltà
d'europa, appartenenti alla prima delle scienze, e
questa condotta a sì alto grado, si chiamano impurissimi, perchè ignoti agli
antichi; quasi che a noi toccasse il venerare e il conservare, e non lo scusare
per l'una parte, per l'altra discacciare l'ignoranza antica. E che l'ignoranza
de' passati dovesse esser la misura e la norma del sapere dei presenti.
[1317,1] I termini della filosofia scolastica possono in gran
parte servire assaissimo alla moderna, o presi nel medesimo loro significato
(quantunque la moderna avesse altri equivalenti), il che non farebbe danno alla
precisione, essendo termini conosciuti nel loro preciso valore; o torcendolo un
poco senz'alcun danno della chiarezza ec. E questi termini si confarebbero
benissimo all'indole della lingua italiana, la quale ne ha già tanti, {e} i cui scrittori antichi, cominciando da Dante, hanno tanto adoperato detta
filosofia, ed introdottala nelle scritture più colte ec. oltre che derivano
tutti o quasi tutti dal latino,
1318 o dal greco
mediante il latino ec. Anche per questa parte ci può essere utilissimo lo studio
del latino-barbaro, ed io so per istudio postoci, quanti di detti termini,
andati in disuso, rispondano precisamente ad altri termini della filosofia
moderna, che a noi suonano forestieri e barbari; e possano essere precisamente
intesi da tutti nel senso de' detti termini recenti: e così quanti altri ve ne
sarebbero adattatissimi, {e utilissimi,} ancorchè non
abbiano oggi gli equivalenti ec. ec. {anzi tanto più.}
Aggiungete che benchè andati in disuso negli scrittori filosofi moderni, gran
parte di detti termini è ancora in uso nelle scuole, o in parte di esse, e per
questa e per altre ragioni, sono di universale e precisa e chiara intelligenza.
(13. Luglio 1821.)
{{v. p.
1402.}}
[1465,1] Le pazze filosofie degli antichi, la stessa
scolastica, lasciando tutto il resto, hanno sommamente, e forse principalmente
giovato al progresso dello spirito umano, in che? riguardo ai nomi. Le profonde
meditazioni, le acutissime sofisticherie, il lambiccarsi il cervello, circa le
astrazioni, le qualità occulte, ed altri sogni, ci hanno dato la denominazione e
quindi la fissazione d'idee prime, elementari, secretissime, difficilissime
1466 a concepire, a definire, ad esprimere, ma tanto
necessarie, usuali ec. che senza tali nomi la filosofia non sarebbe ancor nulla.
Astratto, {e}
concreto, essenza, sostanza e accidente, e tali altri termini
d'ontologia, logica ec. Che sarebbe il pensiero dell'uomo s'egli non avesse idea
chiara di tali ripostissime, ma universalissime cose? e come l'avrebbe senza i
nomi? i quali dopo sì piene rivoluzioni della filosofia ec. sono e saranno pur
sempre in bocca de' filosofi. Ma certo la difficoltà d'inventarli è stata somma,
e tale che la filosofia moderna forse non ne sarebbe stata capace. E mentre le
{idee} più difficili a concepirsi chiaramente,
definirsi col pensiero, e nominarsi, sono le più elementari, certo è che la
filosofia qualunque, non potrà mai concepire nè significare idee più elementari
di queste. Utilissima per questo lato, è stata la stessa teologia, che ha
maggiormente diffuse e popolarizzate
tali parole, ed altre ne ha trovate, assuefacendo, ed affezionando, ed eccitando
lo spirito umano alle astrazioni, con tali stimoli,
1467 che nessun'altra disciplina avrebbe potuto altrettanto, nè verun'altra
circostanza come quella delle dispute teologiche, dove prendevano parte i
principi e le nazioni, e degli studi teologici che interessarono per sì lungo
tempo tutta la vita umana, e tutto lo stato del mondo civile. E quanto ho detto
altrove [pp. 641-43]
[pp. 1317-18] circa
l'utilità che si può cavare dal linguaggio scolastico de' filosofi ec. intendo
pur dirlo del teologico, d'ogni specie, dommatico, morale, scolastico, ec.
(7. Agos. 1821.).
[1468,1] La detta applicazione non credo che sia stata mai
fatta, almeno sufficientemente. Quando il Cartesio imprese la riforma della vecchia filosofia, dovette, secondo
la qualità di que' tempi (e pur troppo di tutti i tempi) entrare in guerra
aperta colle scuole d'allora: e il mondo avrebbe stimato ch'egli prevaricasse, o
desse indizio di povertà o fiacchezza, se avesse voluto servirsi più che tanto
del linguaggio de' suoi nemici. Così appoco appoco, prevalendo la nuova
dottrina, non più a causa della ragione, che della novità, e dismessa la vecchia
filosofia, nessuno ebbe cura bastante di cernere il buono dal cattivo, e
gittando questo, conservare o richiamar quello, massime circa il linguaggio. In
ordine alla teologia molto peggio. La teologia s'è abbandonata {+da chiunque ora influisce cogli studi
sullo spirito d'europa ec.} non per migliorarla
o rinnovarla, ma del tutto, come scienza vecchia, e
1469 quasi come l'alchimia. Ora quanto sia il numero degli scrittori e pensatori
teologici diversissimi di tempo, di paese, di lingua, di opinioni ancora e di
sistemi e di sette, e conseguentemente quanta debba esser la ricchezza del
linguaggio di questa scienza, linguaggio tutto astratto perchè la scienza è
tale, linguaggio che s'è tutto abbandonato e dimenticato insieme con lei,
facilmente si comprende. (8. Agos. 1821.).
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