Semplicità del sistema della natura umana ed universale.
Simplicity of the system of human and universal nature.
2133 2637[2132,1] La facoltà inventiva è una delle ordinarie, e
principali, e caratteristiche qualità e parti dell'immaginazione. Or questa
facoltà appunto è quella che fa i grandi filosofi, e i grandi scopritori delle
grandi verità. E si può dire che da una stessa sorgente,
2133 da una stessa qualità dell'animo, diversamente applicata, e
diversamente modificata e determinata da diverse circostanze e abitudini,
vennero i poemi di Omero e di Dante, e i Principii matematici della
filosofia naturale di Newton. Semplicissimo è il sistema e l'ordine della
macchina umana in natura, pochissime le molle, e gli ordigni di essa, e i
principii che la compongono, ma noi discorrendo dagli effetti che sono infiniti
e infinitamente variabili secondo le circostanze, le assuefazioni, e gli accidenti, moltiplichiamo gli elementi,
le parti, le forze del nostro sistema, e dividiamo, e distinguiamo, e
suddividiamo delle facoltà, dei principii, che sono realmente unici e
indivisibili, benchè producano e possano sempre produrre non solo nuovi, non
solo diversi, ma dirittamente contrarii effetti. L'immaginazione per tanto è la
sorgente della ragione, come del sentimento, delle
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passioni, della poesia; ed essa facoltà che noi supponiamo essere un principio,
una qualità distinta e determinata dell'animo umano, o non esiste, o non è che
una cosa stessa, una stessa disposizione con cento altre che noi ne distinguiamo
assolutamente, e con quella stessa che si chiama riflessione o facoltà di
riflettere, con quella che si chiama intelletto ec. Immaginazione e intelletto è
tutt'uno. L'intelletto acquista ciò che si chiama immaginazione, mediante gli
abiti e le circostanze, e le disposizioni naturali analoghe; acquista nello
stesso modo, ciò che si chiama riflessione ec. ec. (20. Nov.
1821.)
[2636,1] Non c'è regola nè idea nè teoria di gusto universale
{ed eterno.} Qual potrebb'ella essere, se non la
natura? (e qual cosa è, o vero, essendo, si può immaginare e intendere e
concepire da noi, fuori della natura?) ma qual natura, se non l'umana? Poichè le
cose che cadono sotto la categoria del buon gusto o del cattivo gusto, non sono
considerate se non per rispetto all'uomo. Or non è ella cosa manifestissima, che
la natura dell'uomo si diversifica moltissimo secondo i climi, {secoli,}
costumi, assuefazioni, governi, opinioni, circostanze fisiche, morali,
politiche, ec. e queste, individuali, nazionali ec. ec.? Resta dunque per tutta
idea e teoria di gusto
2637 universale {ed eterno,} un idea ed una teoria, che comprenda
solamente, e si fondi, e si formi di quei principii che, relativamente al gusto,
si trovano esser comuni a tutti gli uomini, e tenere alla primitiva e immutabile
natura umana. Ma questi principii, dico io che sono pochissimi, ed
applicabilissimi, conformabilissimi, e fecondi di numerosissime e diversissime
conseguenze (siccome lo sono tutti i principii naturali, e veramente elementari,
perchè la natura è semplicissima, pochi principii ha posto, e questi,
infinitamente e diversissimamente {e anche contrariamente} modificabili): {
Contrariamente. Non si trovano
forse mille contrarietà fra le indoli, opinioni, costumi, di diversi tempi,
nazioni, climi, individui, popoli civili fra loro, e rispetto ai non civili,
e questi fra se medesimi, ec.? Pur tutti hanno i medesimi principii
elementari costituenti la natura umana.} dal che segue che questa idea
e questa teoria d'un gusto che sia veramente universale {ed
eterno,} si riduce a pochissime regole, ed è infinitamente meno
circoscritta e distinta di quel che comunemente si crede; e lascia luogo a
infiniti
2638 gusti diversissimi ed anche contrarii fra
loro (che noi riproviamo, e perchè ripugnano al gusto nostro o individuale o
nazionale, {e questo forse momentaneo,} li crediamo, al
nostro solito, contrarii all'universale ed eterno): anzi non solo lascia loro
luogo, ma li produce, non meno che quello ch'a noi pare il solo vero buon gusto
ec. (13. Ott. 1822.).
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