12. Gen. 1829. Recanati.
[4435,3]
{Considerazioni} sopra Omero ec. Non solo le poesie omeriche, ma molti altri
scritti, e forse tutti quelli della più alta antichità, non solo poesie ma prose
ancora, esistenti in oggi o perdute, ebbero probabilmente i loro diascheuasti,
che ridussero la loro ortografia e dicitura a forma più moderna e meno rozza ed
irregolare: e in tal forma soltanto, {cioè diascheuasmenoi
più o meno,} passarono essi scritti alla posterità. Ed io non posso
tenermi dal credere che anche Erodoto,
e {anche} quel che abbiamo di genuino d'Ippocrate, non ci sia pervenuto alterato
e riformato da' diascheuasti (che possiamo tradurre riformatori).
4436 Essi hanno ancora nella
sintassi, e nella maniera, molta di quella irregolarità e di quella mancanza
d'arte che si può aspettare dal loro tempo, ma non tanta: Senofonte ed altri del buon tempo ne hanno forse non
meno: e in genere io trovo la costruzione e la dicitura loro molto più formata
ed artifiziale di quel che mi paia verisimile in quell'età. Non vi è abbastanza
visibile l'infanzia della prosa, sì manifesta nei nostri, non dico Ricordano o suoi coetanei, ma i Villani ec. {+(Così negli spagnuoli del 13. sec., ne' francesi
ec.)} L'infanzia della prosa si vede bensì manifestissima in alcuni
dei frammenti che restano di Democrito, contemporaneo all'incirca di Erodoto (morì di più di 100 anni nell'Ol.[Olimpiade] 94. Erod. fiorì Ol. 84. {+140 anni circa av. G. C.}
Ippocrate morì circa l'Ol. 100: ne' suoi
scritti è citato Democr.). Veggansi
specialmente nella collezione (manchevole però ed imperfetta) datane {+dietro Enrico Stefano} dall'Orelli (loc.
cit. p. 4431. princip.) p. 91 -
131. i frammenti morali 43. 50. 70. 73. 121. fisici 1. Una stessa cosa
si ripete in uno stesso periodo, non vi è quasi sintassi, {parole necessarie, ed intere frasi o periodi, si omettono e
sottintendono,} l'un membro del periodo non ha corrispondenza
coll'altro, il discorso procede per via di quelle forme che i greci chiamano
anacoluti (o anacolutie), cioè inconseguenti, che è
quanto dire senza forme. Tali frammenti, {cioè luoghi}
échappés (come di molti è naturale {che accadesse}) alla diascheuasi, possono servir di saggio della vera
prosa di quell'età; sono similissimi al fare p. e. del nostro Gio. Villani; e paragonati col dir di Erod., possono servir di prova della mia
opinione. Dico échappés ec. perchè certo, se Erodoto, anche Democr. subì la diascheuasi, {e
διεσκευασμένος corse fra gli antichi;} negli altri suoi frammenti per
la più parte, non si trova niente di simile; e Democrito passò fra gli antichi per egregio anche
nello stile. (Cic. in Oratore
c. 20. (67.) Itaq. video visum esse nonnullis, Platonis et Democriti locutionem, etsi absit a versu,
tamen, quod incitatius feratur,
4437 et
clarissimis verbor. luminibus utatur, potius poema putandum quam
comicorum poetar.; ap. quos, nisi quod versiculi sunt, nihil est aliud
quotidiani dissimile sermonis.
*
De Orat. I.
11. (49.) Si ornate locutus est, sicut fertur, et mihi
videtur, physicus ille Democr.;
materies illa fuit physici, de qua dixit; ornatus vero ipse verbor.,
oratoris putandus est.
*
)
Cicerone lo loda anche di chiarezza.
(de
Divin. II. 64. (133.) valde Heraclitus
obscurus; minime Democritus
*
.) I frammenti sopra notati s'intendono
solamente per dicrezione[discrezione.] È ben
vero che questa discrezione tutti l'hanno, e malgrado la forma perplessa e
intricata, tutti gl'intendono alla prima. E in verità son chiari. Così i nostri
antichi, così quasi tutti i libri di siffatti tempi e stili, primitivi, ingenui,
con poca arte, quasi come natura détta: natura parla al lettore, come ha dettato
allo scrittore; essa serve d'interprete. Del resto quei costrutti e quella
maniera di dire, poichè l'uso dello scrivere in prosa fu divenuto comune,
sparirono quasi affatto; non si trovano nè anche nelle scritture greche che si
leggono su' papiri venuti d'Egitto, tutte, {benchè oscure, intricate, rozze, senz'arte, pure più logiche,
più grammaticali,} più regolari e formate, benchè fatte da persone
ignoranti e prive dell'arte: come tra noi, anche un ignorante notaio, {benchè scriva assai male,} schiva le sgrammaticature de'
nostri storici e filosofi del 200, e 300. {+V. pag.
4466.} Nella letteratura (greca) non saprei citarne altri
esempi: se non che si trovano in buona parte de' libri de' {primi} Cristiani, sì de' libri canonici, e sì di quelli detti
apocrifi {V. p. 4483.} e nei frammenti
ercolanesi di Filodemo, monumenti
d'ignoranza singolare in tal genere, e di negligenza. {+V. p.
4470.} - Ma in vero non ci son giunti διεσκευασμένοι in qualche
modo tutti, si può dire, i libri antichi? non è provato che Cic., p. es., non iscrisse
4438 con quella ortografia colla quale i suoi libri sono stampati? nè con quella
de' mss. che ne abbiamo? la quale è anche diversa da quella usata, e introdotta
ne' libri antichi, da' grammatici latini del 4. secolo? (Niebuhr, Conspectus
Orthographię codicis vaticani Cic. de repub., in fine)
{+V. p. 4480.}
(12. Gen. 1829. Recanati.).