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Prevenzione. Sua forza nelle opinioni, gusti, sentimenti, ec. ec.

Prejudice. Its force over opinions, tastes, feelings, etc.

Vedi Opinioni. See Opinions. 1801,1 1832,1 1865,1 2596,1

[1801,1]  Alla p. 1794. principio. Così dico delle prevenzioni. Bene spesso accade che tu vedendo p. es. un Signore, non lo giudichi di bel tratto, ma alla fine sapendo ch'egli è un Signore, il suo portamento ti par signorile. Se lo vedrai senza riconoscerlo, le sue maniere ti parranno affatto plebee. (28. Sett. 1821.).

[1832,1]  La forza dell'assuefazione della prevenzione, dell'opinione nel giudizio del bello ec. si può vedere anche negli effetti che tu provi vedendo una pittura, {udendo una musica,} leggendo un libro ec. se tu ne conosci l'autore, s'egli t'è familiare ec. La qual cosa ora accresce le bellezze, ora le scema, ora finge quelle che non ci sono, o scuopre le più difficili a vedere, e le più fine, e rende sensibilissimi ad ogni menoma cosa ec. ora nasconde quelle che ci sono, anche le più notabili, rende incapaci di sentir nulla ec. Intendo di escludere dalla conoscenza ogni sorta di passione relativa, e considero solamente l'applicare che fa il lettore {tutto} quello che legge, all'autore ch'egli ben conosce. Il che spontaneamente e inevitabilmente, quanto  1833 inavvedutamente, modifica il giudizio e il senso, in mille guise indipendenti dalla propria natura di ciò che si legge o vede o sente ec. (3. Ott. 1821.).

[1865,1]  Perchè si giudica brutta in un paesano tale o tal parlata, mossa, costume forestiero che in un forestiero parrà graziosa? Perchè paion bruttissime le donne vestite da uomini, o viceversa, quando paion belle e graziose  1866 tante snaturatezze ne' vestiari, anzi s'elle sono alla moda ci par brutto ciò che ne differisce, e bruttissimo ciò che gli è contrario, cioè il più naturale? Assuefazione opinione, prevenzione. (7. Ott. 1821.).

[2596,1]   2596 Quanta sia l'influenza dell'opinione e dell'assuefazione anche sui sensi, l'ho notato altrove p. 1733 coll'esempio del gusto, che pur sembra uno de' sensi più difficili ad essere influiti da altro che dalle cose materiali. Aggiungo una prova evidente. Io mi ricordo molto bene che da fanciullo mi piaceva effettivamente e parevami di buon sapore tutto quello che (per qualunque motivo ch'essi s'avessero) m'era lodato per buono da chi mi dava a mangiare. Moltissime delle quali cose, ch'effettivamente secondo il gusto dei più, sono cattive, ora non solo non mi piacciono, ma mi mi dispiacciono. Nè per tanto il mio gusto intorno ai detti cibi s'è mutato a un tratto, ma appoco appoco, cioè di mano in mano che la mente mia s'è avvezzata a giudicar da se, e s'è venuta rendendo indipendente dal giudizio e opinione degli altri, e dalla prevenzione che preoccupa la sensazione. La qual assuefazione ch'è propria dell'uomo, e ch'è generalissima, potrà essere ridicolo, ma pur è verissimo il dire che influisce anche in queste minuzie, e determina il giudizio  2597 del palato sulle sensazioni che se gli offrono, e cambia il detto giudizio da quello che soleva essere prima della detta assuefazione. In somma tutto nell'uomo ha bisogno di formarsi; anche il palato: ed è cosa facilissimamente osservabile che il giudizio de' fanciulli sui sapori, e sui pregi e difetti dei cibi relativamente al gusto, è incertissimo, {confusissimo} e imperfettissimo: e ch'essi in moltissimi, anzi nel più de' casi non provano punto nè il piacere che gli {uomini fatti} provano nel gustare tale o tal cibo, nè il dispiacere nel gustarne tale o tal altro. Lascio i villani, e la gente avvezza a mangiar poco, o male, o di poche qualità di cibi, il cui giudizio intorno ai sapori (anzi il sentimento ch'essi ne provano) è poco meno imperfetto e dubbio che quel dei fanciulli. Tutto ciò a causa dell'inesercizio del palato.