Sapori. Diversi giudizi intorno ad essi.
Flavors. Different opinions about them.
1733,1 1940,1.2 2596,1Ne' sapori ha luogo armonia ec.
There is harmony, etc. in flavors.
1940,2[1733,1]
1733 Quanto possa l'assuefazione e l'opinione anche sul
gusto de' sapori, ch'è pure un senso naturale e innato, e ciò non ostante, varia
spessissimo fino in un medesimo individuo, secondo la differenza e delle
assuefazioni e delle opinioni intorno al buono o cattivo de' sapori; è manifesto
per l'esperienza giornaliera e comparativa sì de' gusti successivi di un
individuo, sì de' gusti e giudizi de' diversi individui. (18. Sett.
1821.).
[2596,1]
2596 Quanta sia l'influenza dell'opinione e
dell'assuefazione anche sui sensi, l'ho notato altrove p. 1733
coll'esempio del gusto, che pur sembra uno de' sensi più difficili ad essere
influiti da altro che dalle cose materiali. Aggiungo una prova evidente. Io mi
ricordo molto bene che da fanciullo mi piaceva effettivamente e parevami di buon
sapore tutto quello che (per qualunque motivo ch'essi s'avessero) m'era lodato
per buono da chi mi dava a mangiare. Moltissime delle quali cose,
ch'effettivamente secondo il gusto dei più, sono cattive, ora non solo non mi
piacciono, ma mi mi dispiacciono. Nè per tanto il mio gusto intorno ai detti
cibi s'è mutato a un tratto, ma appoco appoco, cioè di mano in mano che la mente
mia s'è avvezzata a giudicar da se, e s'è venuta rendendo indipendente dal
giudizio e opinione degli altri, e dalla prevenzione che preoccupa la
sensazione. La qual assuefazione ch'è propria dell'uomo, e ch'è generalissima,
potrà essere ridicolo, ma pur è verissimo il dire che influisce anche in queste
minuzie, e determina il giudizio
2597 del palato sulle
sensazioni che se gli offrono, e cambia il detto giudizio da quello che soleva
essere prima della detta assuefazione. In somma tutto nell'uomo ha bisogno di
formarsi; anche il palato: ed è cosa facilissimamente osservabile che il
giudizio de' fanciulli sui sapori, e sui pregi e difetti dei cibi relativamente
al gusto, è incertissimo, {confusissimo} e
imperfettissimo: e ch'essi in moltissimi, anzi nel più de' casi non provano
punto nè il piacere che gli {uomini fatti} provano nel
gustare tale o tal cibo, nè il dispiacere nel gustarne tale o tal altro. Lascio
i villani, e la gente avvezza a mangiar poco, o male, o di poche qualità di
cibi, il cui giudizio intorno ai sapori (anzi il sentimento ch'essi ne provano)
è poco meno imperfetto e dubbio che quel dei fanciulli. Tutto ciò a causa
dell'inesercizio del palato.
[1940,2] Ho detto pp. 1663-65
p.
1748
p.
1760 che un color piacevole, malamente si chiama bello, come non si
ponno chiamar belli i sapori che piacciono. Osservo ed aggiungo che la categoria
del bello spetta più a' sapori che ai colori. I sapori hanno armonia, cioè
convenienza, la quale se non si chiama bellezza, ciò non deriva che dal costume.
Un sapore ch'è buono o cattivo isolato, diviene il contrario in tale o tal
composizione. I sapori sono per lo più composti, e non piacciono nè disgustano
se non per l'armonia o disarmonia che hanno tra loro, in ciascuna composizione.
Della quale armonia o disarmonia giudica l'assuefazione, e tutte quelle qualità
1941 umane che giudicano e sentono il bello, e ne
diversificano infinitamente il giudizio, come appunto accade nei sapori, de'
quali si suol dire {più
appropriatamente}
de gustibus non est disputandum. Quanto ai sapori
elementari, come il dolce, l'amaro ec. gl'individui sono meno discordi nel
giudicarne, perch'essi son fuori dell'armonia la quale dipende dalla sola
assuefazione. Non però in modo che anche nel giudizio di essi non influiscano le
assuefazioni e le circostanze individuali, nazionali ec. Osservando che
l'armonia o disarmonia de' sapori è determinata nella massima parte
dall'assuefazione, non ci maraviglieremo che le cucine e i gusti delle diverse
nazioni, differiscano tanto più quanto esse nazioni sono più lontane e diverse;
onde molti cibi e bevande predilette presso una nazione, sono disgustosissime a'
forestieri; e così pur sappiamo di molti cibi o bevande presso noi detestabili,
e di cui gli antichi i più gastronomi e lussuriosi {e di buon
gusti[gusto]} erano ghiottissimi.
E di ciò, stante le dette
1942 considerazioni non ci
maraviglieremo, nè faremo difficoltà di crederlo, massime vedendo tante decise
contrarietà di gusti fra le nazioni {{moderne}} le più
polite e le più vicine, come fra i francesi e gl'inglesi. Il gusto o disgusto
dei sapori elementari, e il più o meno piacevole o dispiacevole dei medesimi, è
determinato in gran parte dalla natura, ed è esso medesimo elementare, come
quello dei colori, dei suoni, degli odori. (Intendo per sapori {e odori} elementari i naturali, o le qualità specifiche
del sapore, come la dolcezza nel zucchero, benchè il zucchero non sia sostanza
semplice.) Ma nella loro armonia che è determinata il più dall'assuefazione,
variano i gusti de' luoghi, de' tempi, degl'individui, come in tutte le altre
armonie: i popoli naturali amano dei cibi o bevande disgustosissime per noi, e
viceversa ec.
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