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Lingue antiche, quanto più ardite che le moderne.

Ancient languages, much more daring than the modern.

2172,1

Bellezza delle lingue non è altro che ardire.

Beauty of languages is nothing but boldness.

2415,3

[2172,1]  Sono tanto più {ardite} poetiche le lingue e gli stili antichi, che i moderni, che {+(per quanto qualunque di esse antiche sia affine a qualunque delle moderne, per quanto questa sia fra le moderne arditissima, poeticissima liberissima e ciò per clima, carattere nazionale ec.)} anche nella lingua italiana la più poetica e ardita delle perfettamente formate fra le moderne, {e figlia germana della latina,} un ardire della prosa latina non riesce comportabile se non in verso, un ardire proprio dell'epica latina, non si può tollerare se non nella nostra lirica. Anzi la più ardita delle nostre poesie (o per genere, o per istile particolare dell'autore ec.) quando va più avanti in ardire, non va più là di quello che andassero i greci o i latini nella loro poesia più rimessa; anzi spessissimo una frase, metafora ec. prosaica ed usitata (forse anche familiare) in latino o in greco, non può esser che lirica in italiano.

[2415,3]  Una lingua non è bella se non è ardita, e in ultima analisi troverete che in fatto di lingue, bellezza è lo stesso che ardire. E che altro sarebb'ella? L'armonia ec. del suono delle parole? Quest'è una bellezza affatto esterna, e della quale poco o nulla si può convenire, essendo diversissime in questo genere le opinioni e i gusti, secondo le nazioni e i secoli. Per noi è bruttissimo il suono delle parole orientali, e per gli orientali altrettanto sarà delle nostre. E parlando esattamente che cosa intendiamo noi dell'armonia della lingua greca che pur chiamiamo bellissima? Che sentimento, che gusto  2416 ne proviamo noi, se non, per dir poco, incertissimo, confusissimo, e superficialissimo? Certo è che l'armonia della lingua nostra, qualunque ella sia, ed ancorchè asprissima, ci diletta, ed è sentita da noi molto più che quella della lingua greca, e quindi non avremmo alcuna ragione di preferir questa lingua per la bellezza, neppure alla tedesca, o alla russa. Forse la bellezza consisterà nella ricchezza? Ricchezza di frasi e di modi non si dà se non in una lingua ardita, perchè di forme esatte e matematiche, tutte le lingue ne sono o ne possono essere egualmente ricche nè più nè meno: e questa ricchezza non può molto stendersi, essendo limitatissima per natura sua: giacchè la dialettica poco può variare, anzi derivando da principii uniformi e semplicissimi, tende e produce naturalmente somma uniformità e semplicità di dicitura. La ricchezza poi di parole puramente, giova alla bellezza, ma non basta di gran lunga; ed anch'essa è una qualità quasi estrinseca, e senza quasi accidentale alla lingua, la quale senza punto punto alterarsi, o scomporsi in niun  2417 modo può essere ed è, oggi più abbondante di parole, domani meno, secondo le circostanze nazionali, commerciali, politiche, scientifiche ec. Infatti la lingua francese è in verità ricchissima di parole, massime in filosofia, scienze, conversazione, manifatture, e in ogni uso e materia di società, di commercio ec. ec. e non per questo è bella, nè più bella dell'italiana, e neanche della spagnuola. La vera e non accidentale, ma essenziale bellezza di una lingua, quella che non si può perdere, se la lingua non si corrompe formalmente, è una bellezza intrinseca, e spetta all'indole della lingua; e questa non può consistere in altro che nell'ardire. Or questo ardire che cos'è, fuorchè la libertà di non essere esatta e matematica? Giacchè quanto all'esattezza, torno a dire, tutte le lingue ne sono egualmente capaci, e tutte per mezzo suo posson divenire, e diverrebbero uniformi affatto nell'indole, essendo la ragione, una; e non trovandosi varietà se non se nella natura. Quindi se lingua bella è lingua ardita e libera, ella è parimente lingua non esatta, e non obbligata  2418 alle regole dialettiche delle frasi, delle forme, e generalmente del discorso. Osservate tutte le lingue chiamate belle, antiche e moderne, greca, latina, italiana, spagnuola: in tutte troverete non altra bellezza propriamente che ardire, e questo ardire non posto in altro che nelle cose sopraddette. Osservate anche gli scrittori chiamati belli ed eleganti in ciascuna di tali lingue, e paragonateli con quelli che non lo sono. Osservate per se, ciascuna frase, forma ec. chiamata bella ed elegante, e paragonatela ec. Non v'è lingua bella che non sia lingua poetica, cioè non solo capace, anzi posseditrice d'una lingua distintamente poetica (come l'hanno tutte le suddette, e come non l'ha la francese), ma poetiche, generalmente parlando, eziandio nella prosa, benchè senza affettazione; vale a dir poetiche in quanto lingue, e non quanto allo stile, come sono sconciamente, e discordantissimamente poetiche tutte le prose francesi. Or lingua poetica, è lingua non matematica,  2419 anzi contraria per indole allo spirito matematico. (La sascrita, riputata bellissima fra le orientali, è notatamente arditissima e poeticissima.)