Barbarie estrema de' selvaggi sociali: la civiltà rende l'uomo più naturale: le società primitive sono le più lontane da natura; come lo stile di un fanciullo o di un principiante è il meno naturale. Antropofagia.
Extreme barbarism of socialized savages: civilization renders man more natural; primitive societies are the furthest away from nature, just like the style of a child or a beginner is the least natural. Cannibalism.
3797,1 4047,1 4135,5 4185,1[3797,1]
{Io noto che generalmente parlando,} le dette crudeltà
ec. tanto sono {più} frequenti e maggiori, e le guerre
tanto più feroci e continue e micidiali ec. quanto i popoli sono più vicini a
natura. E astraendo dall'odio e dagli effetti suoi, non si troverà popolo alcuno
{così} selvaggio, cioè così vicino a natura, nel
quale se v'è società stretta, non regnino costumi, superstizioni ec. tanto più
lontani e contrarii a natura quanto lo stato della lor società ne è più vicino,
cioè più primitivo. Qual cosa più contraria a natura di quello che una specie
{di animali} serva al mantenimento e cibo di se
medesima? Altrettanto sarebbe aver destinato un animale a pascersi di se
medesimo, distruggendo effettivamente quelle proprie parti di ch'ei si nutrisse.
La natura ha destinato molte specie di animali a servir di cibo e sostentamento
l'une all'altre, ma che un animale si pasca del suo simile, e ciò non per
eccesso straordinario di fame, ma regolarmente, e che lo appetisca, e lo
preferisca agli altri cibi; questa incredibile assurdità non si trova in altra
specie che nell'umana. Nazioni intere, di costumi quasi primitive, se non che
sono strette in una informe società, usano ordinariamente o usarono per secoli e
secoli questo costume, e non pure verso i nemici, ma verso i compagni, i
maggiori, i genitori vecchi, le mogli, i figli. {#1. L'antropofagia era e fu per lunghissimi secoli
propria di forse tutti i popoli barbari e selvaggi d'America sì meridionale
che settentrionale (escludo il paese comandato dagl'incas, i quali tolsero questa barbarie, e
l'impero messicano e tutti i paesi un poco colti
ec.) e lo è ancora di molti, e lo fu ed è di moltissimi altri popoli
selvaggi affatto separati tra loro e dagli americani. L'antropofagia fu ben
conosciuta da Plinio e dagli altri
antichi ec. ec. E forse tutti i popoli ne' loro principii (cioè per
lunghissimo tempo) furono antropofagi. v. p. 3811.}
{{(Veggansi i luoghi
citati nella pagina antecedente
[p.
3795,2]).}}
3798 Le superstizioni, le vittime umane, anche di
nazionali e compagni, immolate non per odio, ma per timore, come altrove s'è
detto p. 2208
pp.
2388-89
pp.
2669-70
pp. 3641-43 , e poi per
usanza; i nemici ancora immolati crudelissimamente agli Dei senza passione
alcuna, ma per solo costume; il tormentare il mutilare ec. se stessi per vanità,
per superstizione, per uso; l'abbruciarsi vive le mogli spontaneamente dopo le
morti de' mariti; il seppellire uomini e donne vive insieme co' lor signori
morti, come s'usava in moltissime parti dell'America meridionale; ec. ec. son cose notissime. Non v'è uso, o azione,
o proprietà {o credenza} ec. tanto contraria alla
natura che non abbia avuto o non abbia ancor luogo negli uomini riuniti in
società. E sì i viaggi sì le storie tutte delle nazioni antiche dimostrano che
quanto la società fu o è più vicina a' suoi principii, tanto la vita
degl'individui e de' popoli fu o è più lontana e più contraria alla natura. Onde
con ragione si considerano tutte le società primitive e principianti, come
barbare, e così generalmente si chiamano, e tanto più barbare quanto più vicine
a' principii loro. Nè mai si trovò, nè si trova, nè troverassi società, come si
dice, di selvaggi, cioè primitiva, che non si chiami, e non sia veramente, o non
fosse, affatto barbara e snaturata. (o vogliansi considerar quelle che mai non
furon civili, o quelle che poscia il divennero, quelle che il sono al presente
ec. ec.). Dalle quali osservazioni si deduce per cosa certa e incontrastabile
che l'uomo non ha potuto arrivare a quello stato di società che or si considera
come a lui conveniente e naturale, e come perfetto o manco
3799 imperfetto, se non passando per degli stati evidentemente
contrarissimi alla natura. Sicchè se una nazione qualunque, si trova in quello
stato di società che oggi si chiama buono, s'ella è o fu mai, come si dice,
civile; si può con certezza affermare ch'ella fu, e per lunghissimo tempo,
veramente barbara, cioè in uno stato contrario affatto alla natura, alla
perfezione, alla felicità dell'uomo, ed anche all'ordine e all'analogia generale
della natura. I primi passi che l'uomo fece o fa verso una società stretta lo
conducono di salto in luogo così lontano dalla natura, e in uno stato così a lei
contrario, che non senza il corso di lunghissimo tempo, e l'aiuto di moltissime
circostanze e d'infinite casualità (e queste difficilissime ad accadere) ei si
può ricondurre in uno stato, che non sia affatto contrario alla natura ec.
[4047,1] Alle altre barbarie umane da me altrove notate pp.
1840-41
pp.
2387-88
pp. 3638-43
pp. 3795. sgg.
pp. 3909. sgg.
pp.
3961-62 si aggiunga la pederastia, snaturatezza infame che fu pure ed
è comunissima in Oriente (per non dir altro) e non fu solo propria de' barbari
ma di tutta una nazione così civile come la greca, e per tanto tempo (lasciando
i romani), e sì propria che sempre che i greci scrivono d'amore in verso o in
prosa, intendono (eccetto ben rade volte) di parlar di questo siffatto, voluto
fino ridurre in sentimentale da Platone massimamente, nel Convivio e più nel Fedro, e
altrove, e da Senofonte poi nel Convivio. E Saffo con tanta tenerezza canta la sua innamorata. Quanto noccia
questo infame vizio alla società ed alla moltiplicazione del genere umano, è
manifesto ec. ec. Aggiungansi similmente gli spettacoli de' gladiatori, e
l'altre barbarie romane ec. ec. (15. Marzo. 1824.).
[4135,5] La società contiene ora più che mai facesse, semi di
distruzione e qualità incompatibili colla sua conservazione ed esistenza, e di
ciò è debitrice principalmente alla cognizione del vero e alla filosofia. Questa
veramente non ha fatto quasi altro, massime nella moltitudine, che insegnare e
stabilire verità negative e {non} positive, cioè
distruggere pregiudizi, insomma torre e non dare. Con che ella ha purificato gli
animi, e ridottigli quanto alle cognizioni in uno stato simile al naturale, nel
quale niuno o ben pochi esistevano dei pregiudizi che ella ha distrutto. Come
dunque può ella aver nociuto alla società? La verità, vale a dire l'assenza di
questo o di quell'errore, come può nuocere? Sia nociva la cognizione di qualche
verità che la natura ha nascosto, ma come sarà nocivo l'esser purificato da un
errore che gli uomini per natura non avevano, e che il bambino non ha? Rispondo:
l'uomo in natura non ha nemmeno società stretta. Quegli errori che non sono
necessari all'uomo nello stato naturale, possono ben essergli necessari nello
stato sociale; egli non gli aveva per natura; ciò non prova nulla; mille altre
cose egli non aveva in natura, che gli sono necessarie per conservar lo stato
sociale. Ritornare gli uomini alla condizione naturale
4136 in alcune cose, lasciandolo nel tempo stesso nella società, può
non esser buono, può esser dannosissimo, perchè quella parte della condizione
naturale può essere ripugnante allo stato di stretta società, il quale altresì
non è in natura. Non sono naturali molte medicine, ma come non sono in natura
quei morbi a cui elle rimediano, può ben essere ch'elle sieno convenienti
all'uomo, posti quei morbi. La distruzione delle illusioni, quantunque non
naturali, ha distrutto l'amor di patria, di gloria, di virtù ec. Quindi è nato,
anzi rinato, uno universale egoismo. L'egoismo è naturale, proprio dell'uomo:
tutti i fanciulli, tutti i veri selvaggi sono pretti egoisti. Ma l'egoismo è
incompatibile colla società. Questo effettivo ritorno allo stato {naturale} per questa parte, è distruttivo dello stato
sociale. Così dicasi della religione, così di mille altre cose. Conchiudo che la
filosofia la quale sgombra dalla vita umana mille errori non naturali che la
società aveva fatti nascere (e ciò naturalmente), la filosofia la quale riduce
gl'intelletti della moltitudine alla purità naturale, e l'uomo alla maniera
naturale di pensare e di agire in molte cose, può essere, ed effettivamente è,
dannosa e distruttiva della società, perchè quegli errori possono essere, ed
effettivamente sono, necessari alla sussistenza e conservazione della società,
la quale per l'addietro gli ha sempre avuti in un modo o nell'altro, e presso
tutti i popoli; e perchè quella purità e quello stato naturale, ottimi in se,
possono esser pessimi all'uomo, posta la società; e questa può non poter
sussistere in compagnia loro, o sussisterne in pessimo modo, come avviene in
fatti al presente. (18. Aprile 1825.).
[4185,1]
4185 La barbarie suppone un principio di civiltà, una
civiltà incoata, imperfetta; anzi l'include. Lo stato selvaggio puro, non è
punto barbaro. Le tribù selvagge d'America che si
distruggono scambievolmente con guerre micidiali, e si spengono altresì da se
medesime a forza di ebrietà, non fanno questo perchè sono selvagge, ma perchè
hanno un principio di civiltà, una civiltà imperfettissima e rozzissima; perchè
sono incominciate ad incivilire, insomma perchè sono barbare. Lo stato naturale
non insegna questo, e non è il loro. I loro mali provengono da un principio di
civiltà. Niente di peggio certamente, che una civiltà o incoata, o più che
matura, degenerata, corrotta. L'una è[e] l'altra
sono stati barbari, ma nè l'una nè l'altra sono stato selvaggio puro e
propriamente detto. (Bologna. 7. Luglio.
1826.).
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