Participii ec.
Participles, etc.
Vedi polizzine a parte, intitolate Participii usati per aggettivi. Participii in us de' verbi attivi o neutri. See separate slips, entitled Participles used as adjectives. Participles in "us" of active or neutral verbs.Participii usati per aggettivi.
Participles used as adjectives.
1938,1 2138,1 2340,marg. 2757,2 2917,1 2918,1 2974,3 3023,1 3026,1 3060,4 3299,1 3477,2 3569,1 3620,1 3695,3 3722,marg. 3731,1.3 3772,1 3810,1.2.3 3815,5 3828,1 3834,3 3851,2 3897,3 3928,1 3938,3 3949,3.4 3960,3 3970,2 3980,3 3992,5 3996,3.4 3998,4 4005,5 4006,2.3 4007,5 4008,5 4010,1 4011,3 4015,2 4016,3 4017,4 4018,2 4019,2 4021,3 4022,4 4024,4 4033,3 4036,4 4037,5 4040,7 4042,3 4046,1.6 4053,6.8 4054,4 4056,2 4062,4 4067,1 4068,1.5 4069,1 4076,1 4088,1.3 4093,5 4094,1 4099,1 4101,4.10 4102,2 4103,4 4104,5 4111,1 4112,1.4.5.8 4113,2 4114,4 4115,4 4116,4.5 4117,7 4118,1.14 4119,6 4120,4.11 4121,1.5.9.14 4121,4.9.10.15 4123,6.7.8 4126,4.7.9 4127,1.3.8 4134,1 4139,9.10.11 4140,3 4141,2 4146,6.7 4147,3.4 4150,4.9.12 4151,7 4155,2 4157,4.5 4158,3 4160,3 4161,1 4162,1.2.4.10 4163,1.4.6.7 4164,1.4.9.115.10.12 4165,1.7.1215 4166,6.12.14 4167,4.11 4168,2 4169,2 4170,1.4.8.12.16 4172,6 4173,2.4.5 4177,1 4179,2 4182,2 4190,1.4 4191,3 4197,3 4200,1.4 4201,3 4228,23 4237,5 4239,2 4241,4 4245,2 4246,3.5.13 4248,8 4249,2? 4254,1 4255,1 4257,3.7 4259,1 4274,1 4279,2 4282,1.2.4 4283,7 4285,2 4287,3.4 4288,1Participii in us de' verbi attivi o neutri.
Participles in "us" of active or neutral verbs.
1107 2690-1 2841,1 2917,1 2918,1 3074,2 3299,1 3477,2 3621,2 3686,2 3722,2 3731,1 3736,2 3810,2 3815,5 3816,1 3851,2 3928,1 3949,3 3960,3 3970,2 3980,3 3992,5 3996,3.4 3998,4 4005,5 4006,2.3 4007,5 4008,5 4010,1 4015,2 4017,4 4018,2 4019,2 4021,3 4022,4 4033,3 4036,4 4037,5 4040,7 4042,3 4046,1.6 4053,6.8 4054,4 4056,2 4062,4 4067,1 4068,1 4069,1 4076,1 4088,1.3 4093,5 4094,1 4099,1 4101,4.10 4103,4 4104,5 4111,1 4112,1.4.5.8 4113,2 4115,4 4116,4.5 4117,7 4118,1.14 4119,6 4120,4.11 4121,1.5.9.14 4122,4.15 4123,6.7.8 4126,4.7.9 4127,1.3.8 4134,1 4139,9.10.11 4140,3 4141,2 4146,6.7 4147,3.4 4150,9.12 4157,4.5 4158,3 4160,3 4161,1 4162,1.2.10 4163,1.4.6.7 4164,1.4.11 4165,1.7.12 4166,12.14 4169,2 4170,1612 4172,6 4173,4.5 4177,1 4179,2 4190,4 4197,3 4200,4 4201,3 4237,5 4245,2 4246,3.13 4248,8 4254,1 4255,1 4257,7 4274,1 4279,2 4282,1.4 4285,2 4287,3 4288,1[1938,1]
Alla p. 1120.
La parola vastus si considera come aggettivo, e il suo
senso proprio si crede quello di latus, amplus ec. (V.
Forcell.), e quando esso
significa vastatus, questo si piglia per una metafora
derivata da questo che quę vacua sunt loca vasta et maiora
videntur. (Forcell.) Io penso che vastus non sia che un participio di un verbo perduto di cui vastare (guastare) sia il
continuativo; che il suo senso proprio fosse quello dell'italiano guasto (ch'è la stessa parola), analogo a quello di
vastatus; che la metafora sia venuta {+(nel modo detto dal Forcellini)} dal guasto
all'ampio, il che mi par molto più naturale che
viceversa;
1939 ed osservo che il più antico es. di vastus fra i molti portati dal Forcell.
è nel senso di vastatus, e che il nostro guasto cioè vastus, è
appunto uno {de'} participj di guastare cioè vastare. {+Vastus di participio dovette
appoco appoco divenire aggettivo (prima nel senso di vastatus, e poi di latus) come desertus, anch'esso participio, passato poi in una
specie d'aggettivo, di significato simile al primitivo di vastus, con cui gli scrittori talvolta lo
congiungono.}
(17. Ott. 1821.).
[2138,1] Da ciò possiamo dedurre, 1. che molti verbi,
specialmente in tare, i quali si credono formati da
nomi adiettivi, derivano in realtà da participii, cioè essi nomi non sono che
participii d'antichissimi verbi ignoti. Così forse sarà di quel putus, da cui secondo Varrone ec. viene
putare, ed è una differente pronunzia di purus. {+Così
di laxus (onde laxare)
di cui dice Forc.
De notatione (etymologia)
nihil certi habemus.
*
Così abbiamo veduto di convexus ec. discorrendo di vexare. Così
diremo di spissus onde spissare. Così vedemmo di arctus in arctare. Così forse sarà di humectus onde humectare. V. Forc.
V. p. 2291.
{e 2341. capoverso
2.}}
{V. Forc.
Cautus, principio. Di arctus
v. p. 1144, di quietus
1992.}
[2340,2]
Alla p. 1107.
fine. Ausus participio del neutro o attivo
audere, participio di significazione neutra o
attiva alla forma dei deponenti (participio che anche si coniuga, dicendo ausus sum, es, ec. in luogo di che gli antichi dissero
ausi, onde poi comunemente ausim per ausus sim o fuerim), può servire anch'esso molto bene a dimostrare questo antico
uso di dare ai verbi attivi o neutri il participio passato di significazione non
solamente passiva, ma anche attiva o neutra, come ne' deponenti. Ausus è anche passivo. (9. Gen. 1822.).
{+V. pure il Forcell. in
osus, exosus,
perosus participii attivi. Cautus
incautus sono qui cavit
o non cavit, participii verissimi di caveo verbo neutro, e significanti non passione,
ma azione neutra. S'usano anche passivamente come appunto amatus. V. il Forcell. e p. 2363.
}
[2757,2] È proprietà della nostra lingua di contrarre i
participii de' verbi della prima congiugazione, togliendo dalla loro desinenza
in ato, le due prime lettere, cioè at: i quali participii così contratti, e serbano il
loro valore di participii, servendo {pure} alla
congiugazione de' loro verbi coll'ausiliare; e bene spesso passano a fare
uffizio di
2758 aggettivi; e molti semplici aggettivi
della nostra lingua non sono altro che participii {così} contratti o di verbi italiani originati dal latino o
d'altronde, o di verbi pur latini ec. {V. Bartoli
Il Torto e 'l diritto del non si può. capo 137. e
la pag. 3060-1. 3035-6. ec.} Ora questo
medesimo costume di contrarre in questo medesimo modo i participii in atus della prima, togliendo loro le due lettere at caratteristiche della desinenza, si vede essere
stato anche fra' latini, fra' quali Virgilio ed altri fecero inopinus per inopinatus, e da necopinatus, necopinus, e così d'altri
participii, o aggettivi così formati, di molti de' quali forse non si riconosce
ora più la prima origine e forma di participii in atus, {+mancando loro le caratteristiche at. Odorus per odoratus.} E tanto maggiormente si dee credere che
questa sorta di contrazione familiarissima a noi, fosse anche più familiare al
volgo latino che agli scrittori, quanto che il popolo ama sempre le contrazioni
e accorciamenti. (10. Giugno. 1823.).
[2917,1] L'argomento con cui altrove pp. 1118-20
dall'aggettivo potus, che io chiamo vero participio, e
da' sostantivi potus us (fatto da esso participio,
secondo la regola da me altrove assegnata pp. 2145-46 ) {e potio onis} paragonati con potatio, ho dimostrato l'esistenza di un antico verbo poo; riceve forza dai composti appotus ed
epotus, veri participii,
2918 come di forma così di significazione (che in quello è attiva
{+1. V. la
pag. 2841. fine. Potus us è da po,
non da poto, come motus
us è da moveo, non da moto as, e puoi vedere in questo proposito la
p. 2975.
principio.} in questo passiva); da' quali forse si
potrebbe anche raccorre l'antica esistenza de' verbi composti appoo ed epoo diverso da epoto. Avvi ancora compotatio, compotor sost. e compotrix. (8. Luglio 1823.).
[2918,1] Da quello che ho detto p. 2789-90. si rileva che il nostro aggettivo ratto, non è se non il participio raptus, e che questo dovette essere usato dagli antichi latini e
volgarmente, in senso di veloce, come ratto fra noi.
Perocchè dire che questo sia nato dall'avverbio italiano ratto, e quest'avverbio da raptim, onde ratto per veloce venga da
raptim è derivazione o formazione priva d'ogni
esempio. E per lo contrario è certissimo che ratto
avverbio viene da ratto aggettivo, anzi è lo stesso
aggettivo neutralmente e avverbialmente posto, il che è proprietà ed uso della
nostra lingua di fare, come alto, forte, (anche i francesi fort avverbio e
aggettivo) presto, tosto,
{piano} e mill'altri, per
altamente ec. Anzi è in libertà dello scrittore o
parlatore italiano di far così de' nuovi avverbi dagli aggettivi,
2919 non già viceversa. V. il Forcell.
in Rapio col. 1. fine, Rapto fine, Raptus l'esempio di Claudiano. Gli spagnuoli similmente
hanno p. e. demasiado avv. e aggett. ec. (8.
Luglio 1823.).
[2974,3] Se la voce eructus
appresso Gellio è vera, essa non si potrebbe considerare se non come
un participio d'un verbo anteriore ad eructo e ructo, dai quali si fa ructatus ed eructatus, come da poto
potatus, e non potus, il
qual potus dimostra un verbo originario di poto. Ructus us eziandio par
che dimostri un verbo originario di ructo e di eructo, formandosi, come altrove ho notato pp. 2145-48 , questi
{sostantivi} verbali della 4. declinazione da'
participi in us
2975 de' loro verbi originali, sicchè da ructo si farebbe ructatus
us, non ructus. {#1. Così motus us viene da moveo, non da moto as, potus us da
po, non da poto
ec.} Queste considerazioni mi portano a sospettare che ructo ed eructo siano
continuativi d'un tema perduto, a cui spettino eructus a
um appo Gellio, e ructus us onde ructuo e ructuosus. Anche
eructuo vedi nel Forcell. in Eructo. Al qual sospetto mi spinge massimamente la forma propria
e materiale di ructare ed eructare tutta continuativa. (16. Luglio 1823.).
[3023,1]
Necesso as è verbo di Venanzio Fortunato. V. Forcell. e
Gloss.
Cang. Si
potrebbe però credere che fosse antico, e che necessus a
um antico addiettivo fosse originariamente participio di qualche verbo
di cui necesso fosse continuativo. In tal caso necessitare latino-barb. e italiano, necessitar spagn. nécessiter
franc. sarebbe un frequentativo di questo tale ignoto verbo. In caso diverso, se
non vorremo ch'ei venga da necessitas, necessità, nécessité ec.,
diremo ch'egli è fatto da necessatus di necesso, colla solita mutazione dell'a in i. Nótisi che
nell'esempio di Venanz. Fortun. non è
chiaro se necesso sia attivo, e vaglia cogo, come affermano il Forcell. e il Gloss. ovvero neutro, e vaglia abbisognare
aver mestieri, indigere, poscere, come in ispagn. necessitar che si costruisce col genitivo. (24. Luglio.
1823.).
[3026,1]
Occulto as, da occulo - occultus. Notisi che occultus a
um, adoprandosi sempre o quasi sempre aggettivamente, (siccome fra noi
occulto ec.), se noi non conoscessimo il verbo occulo, lo terremmo certo per un aggettivo proprio e
radicale, e non per un participio. Quindi si può far ragione quanto
verisimilmente io dubiti e talora sostenga che altri tali aggettivi i quali
hanno tutta l'estrinseca sembianza di participii, ancorchè non usati mai come
participii, e benchè non si conosca verbo a cui spettino, tuttavolta non sieno
originariamente altro che participii di verbi o perduti o non conosciuti per
loro radice. (25. Luglio, dì di S.
Giacomo. 1823.).
[3060,4]
Alla p. 3058.
Assus (e così semiassus)
per assatus sarebbe una contrazione che farebbe al
proposito. Se però assare non viene appunto da assus, il quale in tal caso sarebbe participio di
verbo ignoto. E s'ei fosse il medesimo che arsus (v. Forcell. in Assus), il che non è
inverisimile,
3061 stante l'antico uso latino di
pronunziare e scrivere la s per la r (del che altrove {cioè p. 2991. segg.}) assare sarebbe lo stesso che arsare, voce de' bassi tempi, della quale altrove pp.
2688-90, continuativo di ardeo, e più
regolare ec. nella pronunzia che assare. {+V.p. 3064.}
Elixus per elixatus (che pur
si dice) sarebbe altra contrazione al proposito, se però elixo non viene da elixus, come ho detto di
assus. {+Spagn. asar. It. lessare ec.} E veggasi a questo proposito la p. 2757-8. {e
p. 2930. marg.}
(29. Luglio. 1823.).
[3299,1]
Celsus, excelsus, praecelsus dubito forte che originariamente non sieno
altro che participii in {attivo o} neutro significato,
appartenenti a' verbi neutri {cello,}
excello, praecello. De'
quali il primo, cioè cello, ch'è inusitato, ma ch'è
sufficientemente dimostrato dagli altri due, suoi composti, e da antecello, v. il
Forcell. in Excello.
[3477,2]
Contentus a um (onde contentare ital. contenter franc. ec.) non è
in origine che un participio bello e buono. Eppure appoco appoco ei divenne un
aggettivo semplicissimo, e tale egli è unicamente nell'italiano, nel francese
nello spagnuolo. (20. Sett. 1823.). {{Così falsus ec. di cui veggasi la p. 3488.}}
{{V. p. 3620.}}
[3569,1]
Cuso as continuativo di cudo
- cusus. V. il Forcell. e le cose da me
dette in proposito di accuso, excuso, recuso, incuso e simili pp.
2809-10. (1. Ott. 1823.)
[3620,1]
3620
Alla p. 3477.
Citus a um. Sanctus a
um, che nelle lingue figlie non è più che aggettivo. Servio
(v. Forcell.
Sancio in fine) par che derivi Sancio da sanctus. In questo
caso ei s'inganna assai, perocch'ei viene a derivare il verbo dal suo
participio. (7. Ott. 1823.). {Minutus a um particip. tanto
aggettivato che se n'è fatto anche il diminutivo minutulus ec. Quietus. Lautus il quale ha anche variato la significazione
in modo che in questa non si potrebbe mai riconoscere per participio ed essa
è diversissima da quella che lautus ancora ha,
propria sua, come participio. Certus. V. Forc.}
[3695,3]
Obsoleto as da obsolesco -
obsoletus. (15. Ott. 1823.). Ma
questo non è continuativo. Esso significa obsoletum
reddere, significato alienissimo della sua formazione. Ei non è che di
Tertulliano e d'altri d'inferior
latinità (Forcell. e Gloss.). La sua
barbarie è maggiormente manifesta per la nostra
3696
teoria de' continuativi la quale fa
vedere l'improprietà e disanalogia totale (perchè niuno altro esempio ve n'ha,
ch'io sappia, nel buon latino) del suo significato ed uso. {V. Forc. in oleto.}
Completare, compléter ec.
voce moderna, sarebbe di simile genere di significazione perocch'ella
propriamente vale far completo; benchè questo viene a
coincidere col senso del verbo originario complere, il
che non accade in obsoletare, {#1. perchè obsolesco è neutro e
obsoleto attivo.} Di completare mi ricordo aver detto altrove p.
2035. Questi tali verbi son fatti da' rispettivi participii (come obsoletus, completus) già
passati in aggettivi, e non come participi ma come aggettivi, onde e' non
spettano alla nostra teoria. E' sono assaissimi. Forse ve n'ha anche nel buon
latino, sotto questo aspetto. Ma meno, cred'io, che nel basso latino, e fra'
moderni. (15. Ott. 1823.).
[3722,1] Alle cose da me dette nella teoria de' continuativi (sul principio) ed altrove
p.
1106
p.
1388
p.
2779, circa il verbo exspectare ec. aggiungi
il franc. guetter che propriamente vuol dire osservare ec. e per metafora aspettare ec. (18. Ott. 1823.).
[3772,1]
Alla p. 3488.
marg. Trovo in un cinquecentista spagnuolo, ma di poca autorità, falsar la paz per rompere frodolentemente la pace, o
violar le condizioni della pace, mancare ai trattati ec. Del resto falsare in questi sensi è quasi un continuativo di fallere. Falsar la fede
nell'esempio dello Speroni è lo stesso
che il fallire, cioè fallere, la
promessa nell'altro esempio. E anche in se stesso, falsare nelle dette significazioni ha un certo senso d'ingannare, cioè
fallere, benchè forse si vorrà piuttosto dargli
quello di mancare. Ma in questo senso non si vede come
nè fallire nè falsare nè faltar ec. possano essere attivi ec. ec. (25.
Ott. 1823.). Falsare in altri sensi, (come
in falsatus e falsatio ap.
Forc.) è bensì da falsus di fallere ma preso
in senso di aggettivo; laddove ne' detti significati falsare sarebbe da falsus in senso di
participio ec. (25. Ott. 1823.).
[3815,5]
Alla p. 3036.
marg.
Periurus cioè qui peieravit,
o periuravit, non sembra essere altro che contrazione
di periuratus (che pur si trova, come anche peieratus, in senso passivo), siccome coniuratus, qui coniuravit;
iuratus, qui iuravit ec.
(iuratus ha pure il senso passivo: non così periurus). (1. Nov. 1823.).
[3828,1]
Irascor sta nel Forcell. senza supino
nè perfetto. Trovasi iratus. Vero participio, benchè
{forse,} almeno in certi casi, aggettivato, come
tanti altri. Or donde viene questo participio? Non dimostra egli un verbo della
prima? un verbo onde venga sì egli sì irascor? Cioè un
antico iror, conservato nell'italiano (irare, adirare, {airare} ec. con lor derivati
ec.), e v. gli spagn. (4. Nov. 1823.).
[3834,3] Participii affatto aggettivati. Acutus a um. E v. Forc. in Acuo sulla fine. (5. Nov. 1823.).
[3851,2] Participii passivi di verbi attivi o neutri, in
senso attivo o neutro ec. Ho detto altrove p. 3072 dello
spagn. parida participio sovente (o sempre; v. i Diz.)
attivo intransitivo di senso. Simili ne abbiamo ancor noi parecchi, e molto
elegantemente gli usiamo, in luogo de' participii veramente attivi di forma, il
cui uso è poco grato alla nostra lingua, non altrimenti che alla francese e
spagnuola. Uomo considerato, avvertito, avvisato vagliono considerante, avvertente ec.
cioè che considera ec. {veri}
attivi di significato, benchè intransitivi. Simili credo che si trovino ancora
nel francese e più nello spagnuolo che se ne servono parimente in luogo de'
participii di forma attiva poco accetti a esse lingue {#1. Avisado per prudente,
accorto, e anche dello spagn. ma dubito che in ispagn. avisar abbia quel tal senso attivo analogo a questo di accorto
ec., il quale egli ha tra noi. V. p.
3899.} La detta sorta di participii passivi attivati, fatti
da' verbi attivi ec. (ed infatti essi o sempre o per lo più, hanno ancora il
proprio lor significato, cioè il passivo) è massimamente usata da' nostri
antichi del 300. e del 500. che ne hanno in molto più copia che noi oggidì non
sogliamo usare o punto, o solo in senso passivo. La nostra lingua somigliava
anche in questo alla spagnuola la quale mi pare che anche oggidì conservi quest'uso più
3852 frequente che non facciam noi, accostatici ora ai
francesi, a' quali esso è men frequente che agli altri, siccome esso pare
singolarmente proprio della lingua spagnuola ec. ec. (10. Nov.
1823.).
[3897,3] Non solo aggettivi si son fatti da' participii in
us, come altrove più volte p. 2291, ma
spessissimo essi participii son passati in sostantivi, come factum, actum, jussum ec. ec. Onde anche da tali sostantivi si può {talora} argomentare e de' veri participii, e
dell'esistenza di verbi ignoti, di cui questi sostantivi saranno stati
originalmente participii, benchè or non si sappia, ec. ec. (22. Nov.
1823.)
[3928,1] Participii in us di senso
neutro ec. Al detto altrove di defectus da deficio
p.
3060, aggiungi il suo composto indefectus,
di cui v. Forcell. onde il moderno indefettibile (indefectible[indéfectible] ec.) in
senso non passivo ma neutro, siccome anche indefectivus, defectivus, defettibile ec. V.
Forcell.
Gloss.
Crus.
Diz. franc. e spagn. (27. Nov. 1823.). {Fisus, confisus, diffisus, ec. V. Forc.}
[3938,3] Circa l'usarsi in latino frequentissimamente i
participii sì passivi sì ancora attivi in forma aggettiva, del che altrove in
più luoghi p.1107
pp. 2841-42
pp. 3298-301
pp. 3851-52, vedi la mia
annotazione alla Canzone VI. (Bruto minore) strofe 3. verso 1. e le
osservazioncelle marginali e postille volanti sopra la medesima
annotazione.
(29. Nov. anniversario della morte di mia Nonna.
1823.).
[3960,3] Participii passivi in senso attivo o neutro ec. Atentado cioè prudente
accorto
cauto ec. da atentar cioè
tastare. Corrisponde appunto al latino cautus, voce che originariamente è participio, e che
spetta a questa medesima categoria, come altrove p. 2340.
Similmente l'italiano avvisato e simili, di cui
altrove p. 3851
p.
3899. V. ancora i Diz. spagn. in recatado,
recatar ec. (9. Dec. 1823.).
[3970,2] Participii passivi in senso neutro - Aggettivazione
de' participii. Tacitus da taceo per tacens. Similmente in ispagnuolo
callado per callante,
zitto. (a todo havia estado suspenso y
callado.
*
Cervant.
D. Quijote.) Bisogna però osservare
intorno a questo e simili participii di verbi neutri delle lingue moderne, usati
nel senso del participio di forma attiva, se quel tal verbo non è o non
3971 fu neutro passivo, fatto poi assoluto per ellissi
del pronome o sempre o talvolta. Cosa ch'è avvenuta ed avviene infinite volte
nelle nostre lingue. P. e. callar forse si disse
ancora o solamente callarse, {+come in francese se taire, e
spesso anche in italiano tacersi, si tacque ec. benchè qui il pronome piuttosto
ridonda, per proprietà di nostra lingua, come in altri assai casi, la qual
proprietà non appartiene a questo discorso, e bisogna notare che un neutro
assoluto non si pigli per neutro passivo a causa di essa, che sarebbe falso,
onde tra noi il trovare un neutro col pronome, o presso gli antichi o presso
i moderni non sempre è segno che quello sia neutro passivo, o lo sia stato
ec.} e poi soppresso il pronome, callar o
sempre o per lo più. In tal caso callado nel senso
suddetto, non sarebbe che in senso passivo, e non apparterrebbe al nostro
discorso. (11. Dec. 1823.).
[3980,3] Participii aggettivati. Catus, cautus. V. Forcell.
(14. Dec. 1823.).
[3992,5] Participio passato in senso neutro o attivo. Avvertito per avvisato, accorto, avvertente da avvertire in senso di por
mente. Così advertido in ispagnuolo dove
credo che advertir abbia pure questo senso come tra
noi. {#1. Così è infatti: advertid que ec. D. Quijote.}
Credo ancora che avvertito nel detto senso sia preso
dallo spagnuolo {#2. al quale è più che mai
proprio l'usare questi cotali participii passati in cotali sensi attivi o
neutri ec..} Trovo advertido così preso nel
>D.
Quijote.
Avisé. V. i Diz. Saputo, Saputello ec. V.
la Crus. e gli spagn.
3993
(19. Dec. 1823.).
[3998,4] Participii passivi in senso attivo o neutro ec. Agradecido
3999 per agradeciente, e lo
trovo anche, nel D.
Quijote, per piacevole, urbano,
gentile, cortese. {#1. Altra volta
ve lo trovo per benigno, favorevole (fue mas agradecida y liberal la natura que la
fortuna). Desagradecido p. ingrato. D. Quij.
Leido p. che ha letto,
alletterato (ib.
leido en cosas de Caballeria andantesca, cioè, che ha letto romanzi di Cavalleria, come quivi si
vede).} Del resto questo participio è aggettivato e così tutti o quasi
tutti gli altri tali participii così usati ec., come mi pare aver detto altrove
p. 3851
p. 3992, ma ciò non toglie ec. ec. (24. Dec. 1823. Vigilia del
Santo Natale).
[4005,5] Participii passivi in senso att. o neut. ec. Apercibido per fatto inteso,
che sta sull'avviso ec. (D. Quijote). Inteso per informato, intendente, ec. (entendido,
entendu V. spagn. e franc.: se però in questo
senso appartenesse al neut. pass. intendersi, entenderse ec. non spetterebbe
4006 al nostro proposito.). Discreto it.
spagn. (di cui par che, almeno principalmente sia proprio) e franc. per discernente ec. V. il Gloss. ec. (29. Dec.
1823.). {Conocido, desconocido, per conoscente, cioè grato,
e sconoscente, come diciamo noi l'uno e l'altro,
come anche disconoscente. V. la crusca in disconosciuto esempio 2. dove vale che non conosce, ch'è privo di
conoscimento, e nota ch'è di Guittone, cioè antichissimo.}
[4007,5] Participii passati in senso attivo o neutro ec. Trascurato, tracutato, tracotato, straccurato ec.
V. la
Crus. in Tracotare, sebbene
quell'etimologia è falsissima perchè tracotare è da
cuite
{o cuyte, cuyter ec.} provenz. ec. cuita,
{cuitar ec.} spagnuolo
antico cuidado, cuidar ec.
spagnuolo moderno. (4. Gen. 1824.).
[4008,5] Al detto altrove pp. 2757-58 d'inopinus, necopinus ec.
aggiungi odorus, il quale non mi sembra altro che
contrazione di odoratus, e in fatti è voce propria de'
poeti come le sopraddette ec. V. Forcell.
(6. Gen. 1824.).
[4010,1]
4010 Participii passati in senso attivo o neutro ec.
Entendido per intendente. Cervantes
D. Quij. cap. 47. {o
48.} par. 1. V. i Diz. Mirado per
mirante: mal mirado ec.
V. i Diz. (10. Gen. 1824.).
[4011,3]
Ayrarse o airarse, airado ec. airarsi, adirarsi ec. da aggiungersi
4012 al detto altrove p. 3828 in proposito dell'antico lat.
iror aris. E v. il Gloss. in adirari, irari ec. se ha nulla.
(11. Gen. Domenica. 1824.).
[4015,2]
Errato per errante, come andar errato ec. V.
la Crusca. E in ispagn. ir errado (Cervantes), pensamiento errado, (ib.) ec. Tra noi però errare è per lo più
neutro, (benchè si dice errar la strada ec.) e così
credo in ispagnuolo. Il Forcell. lo
chiama attivo. V. Erratus per qui
erravit appo il medesimo in erro fin. e vedilo pure esso Forcell. in Certatus a
um. (16. Gen. 1824.). Impransus, incoenatus ec. V. il Forc. Si aggiungano al detto altrove pp.
2841-42 di pransus, coenatus ec. e così gli altri loro composti se ve n'ha. (16.
Gen. 1824.).
[4016,3] Non solo in italiano e in latino, come altrove in
più luoghi s'è detto p. 3938, ma in ispagnuolo altresì ed in francese
adopransi spessissimo i participii, non solo aggettivamente, ma in
significazione non propria loro, e propria di aggettivi a loro propinqui {o simili,} per catacresi o abusione (ch'è l'abuti verbis propinquis,
*
come dice Cic. ap. Forcell. in Abusio, o l'abuti verbo simili et propinquo pro certo et proprio,
*
come dice l'Autore ad Herenn.
ibid. p. e. l'aedificare equum
*
di Virgilio
Aen. 2. aedificare
classem
*
di Cesare, οἰκοδομεῖν πυργίον
*
di Luciano in Timone, opp.
Amst. 1687. t. 1. p. 135. dove vedi la nota 6.)
come honrado per onorevole,
uomo d'onore (D. Quij.), (in it. ancora onorato, e v. i latt. e il Gloss. ec.),
simile all'invictus, invitto, invicto o invito spagn. (v. i Diz. spagn.) per invincibile, che però non è participio, voglio dire invitto, benchè fatto da participio. {#1. pregiato per
prezioso o pregevole, immensus per immetibilis} ec. ec. (16. Gen. 1824.).
[4017,4]
Esperimentato per che ha fatto
esperienza, perito. Guicciard. t. 1.
p. 128. mezzo circa, edizione di Friburgo, {+1. t. 2. p. 240. principio.} e
altrove spessissimo e v. la Crus.
Esperimentato nelle guerre, nel governo, {a} ec.Sperimentato.
{+2. ib. p. 131. mezzo circa}
ec. (17. Gen. 1824.).
[4018,2] I participii passivi di verbi transitivi usati in
forma attiva, sì in lat. sì quelli massime delle lingue moderne, s'usano per lo
più (e nelle lingue moderne forse tutti) assolutamente, o almeno
senz'accusativo, insomma intransitivamente, sia che s'usino in forma aggettiva o
di participio o comunque. (18. Gen. 1824. Domenica.).
[4019,2]
Sufrido per sofferente.
(20. Gen. 1824.).
[4021,3]
Desapercebido per isprovvisto, imprudens. Cervant.
D. Quij. par. 1. cap. 1. p. 4. ed. di
Madrid. V. il detto altrove p.
4005 di apercebido. E simili altri
participii s'intenda che hanno tali significazioni anche coll'aggiunta del des
{ec.} privativo in ispagnuolo, dell'in ec. in italiano ec. ec. (22. Gen.
1824.).
[4022,4] I participii passivi di verbi attivi o neutri usati
nelle lingue moderne in senso att. o neutro, sono {quelli} per lo più o tutti {+e
questi molte volte} nell'italiano, e massime nello spagn. ec. di senso
non passato, ma presente o significante abitudine di quella tal cosa che è
significata dal verbo. Così bien hablado
(D. Quij. par. 2.
cap. 7. principio) per buen hablador ec.
Così errato, errado per errante, di cui altrove p. 4015. {#1. Sudato per sudante ec.} Così pesado per pesante. Così tanti altri
participii {neutri,} massime spagnuoli, che per questa
qualità di significazione presente o indicante abitudine ec. meritano di esser
considerati, giacchè i participii passivi di verbi neutri in significazione
passata, come caduto, morto
ec. sono regolari e ordinarissimi e infiniti sì nello spagnuolo che
nell'italiano e francese ec. (26. Gen. 1824.)
{{, come dico altrove p.
3072.}}
[4024,4] Al detto altrove p. 1109
p.
2194 di despertar aggiungi che gli spagnuoli
hanno anche l'agg. despierto cioè experrectus. (31. Gen. 1824.).
[4033,3]
Fiorito, fleuri ec. per fiorente, come età fiorita
cioè che fiorisce, floret.
(16. Feb. 1824.).
[4036,4]
Rilevato per che rileva,
cioè pesa, cioè importa.
Nardi spesso nella vita del Giacomini.
(25. Feb. 1824.).
[4037,5]
Osado o ossado per che osa, ardito per che ardisce (aggettivati), hardi ec. atrevido per quien se atreve presente, anch'esso aggettivato: e simili. (29.
Feb. Domenica di Quinquagesima. 1824.).
[4040,7]
Inadvertido, inavveduto, desconocido per sconoscente,
malaccorto e
4041 simili
si aggiungano al detto altrove p. 3851
p.
3899
p.
3992
p.
4006 circa i participii avveduto ec.
aggettivati ec. Condolido per condolente, participio vero e non in senso d'aggettivo. D. Quij. par. 2 cap.
21. {avanti il mezzo}. (4. Marzo
1824.)
[4042,3]
Indigesto per indigeribile o
difficile a digerire. - Indigesto per che non ha digerito o che non digerisce. (8. Marzo. 1824.).
[4054,4]
Dormido per dormiente
(fors'anche durmido). Voz algo
dormida
*
. D. Quij. E in
altre maniere. Se però dormir non è anche neut. pass.
(28. Marzo. Domenica quarta di Quaresima. 1824.).
[4056,2]
Cessatus participio di cesso
verbo neutro. V. Forc. in Cessatus e in
particolare il secondo es. paragonandolo col secondo §. di Cesso.
(3. Aprile 1824.).
[4062,4] Il costume latino di servirsi de' participii in us de' verbi neutri e anche attivi in significato
neutro o attivo, aggettivato, e ridotto anche a dinotar consuetudine e qualità
abituale nel soggetto, come tacitus per qui tacet, cautus, qui solet cavere ec. ec., è se non altro una prova che
il corrispondente costume tanto proprio della lingua spagnuola e frequente
ancora nell'italiana, e non improprio forse della francese, ha esempio nella
latina scritta, e quindi probabilmente viene affatto dal latino parlato e
volgare, e di lui fu proprio e familiare. (8. Aprile 1824.).
[4067,1]
Bien o mal mirado per que bien o mal mira. Anche
noi diciamo in simil senso riguardato, mal riguardato, poco
riguardato, ec. e così pur gli spagnuoli altri tali participii in simil
senso, notati altrove p. 3851
p.
3992
p.
4015
[p. 4022,4]
pp.
4040-41. Così i latini circumspectus in
senso att. o neut. da circumspicio, e cautus da caveo att. ec.
(9. Aprile. 1824.).
[4069,1]
Comidos
y hebidos, como suele decirse.
*
D. Quij. par. 2. ed.
Madrid. 1765. tom. 4. p. 169. cioè que han comido y bebido. (17. Aprile. Sabato
Santo. 1824.).
[4076,1]
Cuerpo
mal sustentado y peor comido.
*
D. Quij. ed. Madrid
1765. t. 4. p. 220. Muger parida
*
cioè que ha parido. ib.
p. 226. (21. Apr. 1824.).
[4093,5]
Inconsideratus per non
considerans, qui considerare non solet. V. Forcell. e Cic.
de Divinat. 2. c. 27. Così consideratus
nel senso contrario. V. Forcellini.
(23. Maggio. Domenica. 1824.).
[4094,1]
4094
Periurus sembra esser contrazione di periuratus o peieratus che
pur si trovano, benchè in altro senso (per peiero si
disse anche periero e periuro). Così iuratus, coniuratus ec. in sensi analoghi. Exanimus e
inanimus debbono esser contrazioni di exanimatus e inanimatus, che
pur si trovano. Similmente semianimus di un semianimatus dal semplice animatus. Innumerus debb'esser contrazione
di un innumeratus dal semplice numeratus, con significato d'innumerabilis,
come invictus per invincibilis e tanti altri simili, di cui altrove p. 3949
p. 4016, e v. il Forc. in illaudatus. Queste contrazioni aggiungansi
al detto pp. 2757-58 d'inopinus
necopinus ec. dove si prova che anche in latino vi fu
il costume di contrarre il participio della prima colla detrazione delle lettere
at, costume frequentatissimo nell'italiano anche
in voci per niente latine di origine. (27.-28. Maggio. 1824.).
[4099,1]
Pesado per pesante, que pesa, tanto nel proprio come nel figurato.
(2. Giugno. 1824.).
[4102,2]
Illustratus per illustris,
il participio per l'aggettivo. V. l'index latinitatis a Cic.
de rep. e il Forcell.
(12. Giugno. 1824.).
[4103,4]
Experimentado per esperto,
come noi sperimentato ed esperimentato, del che
altrove p. 4017. Cervantes
Novelas exemplares.
Milan 1615. p. 354. {432}. (22. Giug. 1824.).
[4104,5]
Callado per tacente, come
tacitus da taceo - itum, del
4105 che altrove
p.
3970. Cervantes
Novelas exemplares,
Milan 1615. p. 431. (27. Giugno.
1824.).
[4111,1]
4111
Expérimenté (instruit par l'expérience) inexpérimenté (qui n'ha[a] point d'expérience). (11. Luglio. Domenica.
1824.)
[4113,2]
Apercebido, di cui altrove p. 4005, notisi
che non è participio di verbo neutro, ma attivo, ed è participio passivo.
(17. Lugl. 1824.).
[4114,4]
Immensus, smisurato ec. per
immensurabile. (24. Lugl. 1824.).
[4115,4]
Inauditus per qui non audit.
V. Forc. Odorus, inodorus per qui
odoratur ec. (odorus ec.
è lo stesso che odoratus ec.) in senso abituale. V. Forcellini.
(2. Agosto, secondo dì del Perdono. 1824.).
[4117,7]
Uomo ben considerato, per savio, prudente ec. Tac.
Davanz.
stor. l. 3. c. 3. (18. Agos.
1824.).
[4119,6]
Curato, curé per qui curat, curator.
(11. Sett. 1824.).
[4134,1]
Sentido de la perdita per que
siente (senziente, che si duole) la perdida.
{Penato per penante. Crus. in penato e in penare es. ult.}
[4140,3] Spasimato per spasimante. Crus.
Entendu per intendente. Innamorato per che innamora. Petr.
Son. Ma poi che 'l
dolce riso. v. penult. {e Canz. Poi
che per mio destino, stanza 5. v. 9.}
[4141,2] Dissimulato, Simulato, Dissimulé ec. per
dissimulatore ec. V. Forcellini.
[4151,7]
Sacrato per sacro, e così
sacré e sagrado per sacer. V. Forc. in sacratus.
[4155,2]
Ἕστηκεν i. e. ἐστίν. Odyss. ρ. 439.
περὶ κακὰ πάντοϑεν ἔστη.
*
Chariton L. 3 c. 5. p. 51. 10. τότε γὰρ ἔτι χειμὼν ἑστήκει
*
, ubi vid.
Dorvillium, qui ostendit hoc
ve saepe pro εἰμί cum emphasi adhiberi, ut stare apud Latinos p. 303. Sic Horat. L. 2. od. 9. 5. Nec stat glacies iners Menses per omnes.
*
Cfr. ibi
Mitscherlich (interprete ossia
commentatore di Orazio). {{Liebel, loc.
cit. qui sopra.}}
[4158,3]
Uomo pesato cioè considerato ec. Crus.
e v. la Crus. veron. in posato. Riposato, posato.
V. la Crusca. Riserbato
ib.
Perversato per perverso.
[4160,3]
Sentido per que siente,
(così risentito ec.), e quindi sostantivato per sentimento, senso. Esclarecido. V. i Diz. spagn.
[4161,1]
Bebido per que ha bebido.
Estar reñidos. Lucido
per luciente, spagn.
[4168,2]
Maledetto, esecrato, odiato, abbominato, abborrito ec. per degno di
maledizione ec., {o che suole
essere maledetto ec.} e v. Forcell. E per contrario
amato, desiderato, sospirato ec.
[4169,2]
Negletto, contemptus (v. Fedro, fab. Calvus et
musca), spregiato, dispregiato o disprezzato
ec. ec. per dispregevole. Implacato per implacabile. V. Forc.
ec.
Provvisto per che provvede o
ha provveduto, del che altrove p.
4126. V. Monti
Proposta, in provvisto, dove nel 2.do esempio trovi anche avvisato in senso simile.
[4172,6]
Maereo o moereo - moestus o maestus per maerens.
[4177,1]
Avisé per accorto ec. Être
osé per oser. Voltaire.
[4179,2]
Scorto per accorto, da scorgere
{per vedere ec.} ovvero da scorgere per guidare, avvisare ec. come avisé ec. V. la Crusca.
[4182,2]
Litterato per letterario.
Petr.
Tr. della Fama, cap. 3. v. 102.
V. Crusca. {Tasso opp. ed. del Mauro, tom. 4. p. 304. t.
10. p. 297. t. 9. p. 419.}
[4191,3]
Immotus, immoto ec. per
immobile.
[4197,3]
Conspiratus per qui
conspiravit, o conspirat. Sueton.
Galba, c. 19.
Domitian. c. 17.
[4201,3] Risicato per che si arrischia, che si suole
arrischiare. Caro. ib. l. 3.
p. 53. 59.
[4228,3]
Anticato per antico. V. Crusca.
[4237,5]
Defectus per qui defecit o deficit.
V. Forcellini.
[4239,2]
Violato per violaceo, violetto, o appartenente a
viole. V. Crusca. {{Lanatus (v. Forcell.), lanuto per lanosus, lanoso.}}
[4241,4]
Dispetto e despetto, cioè
disprezzato, per dispregevole.
[4245,2] Melato, mellitus, per melleus o dulcis. {{Spedito, espedito, expeditus ec. Spigliato. Sforzato,
sforzatamente (esforzado). Crusca.}}
[4248,8]
Assegnato per parco ec. V. Crusca, e Caro. Lett. 175. vol. 1.
[4249,2] Ultimatamente per ultimamente, Crusca. L'usa anco il Bembo nelle Lettere.
[4254,1] Pregiudicato, spregiudicato. Volgare ital.
[4259,1] Graziato, aggraziato, disgraziato ec. per grazioso,
mal grazioso ec. {{Purgato, épuré ec. per puro.}}
[4274,1]
Radiatus per radians ec. V. Forcellini.
[4279,2]
Embrasé per ardente. Ses regards
embrasés.
*
Barthélemy, Voyage d'Anacharsis, dove parla di Omero.
Raffiné spesso per fin semplicemente.
[4283,7]
Innumerato per innumerabile. Palmieri
(scrittore del sec. 15.) Della vita civile.
V. Crus.
Forcell. ec.
[4285,2]
Successus particip. da succedo. V. Cic.
ep. ad. fam. l. 16. ep. 21.
[4288,1]
4288 Come ignotus, o notus per conoscente, così
viceversa conoscente
{spesso} per conosciuto; come: il
dolor della morte degli amici e de' conoscenti ec. ec.
(Firenze. 17. Sett. 1827.)
[1107,1] Da saltus antico
participio di salire
{#(1.) Intorno ai participii in tus de' verbi neutri o attivi latini, come essendo
di desinenza passiva, avessero spesso la significazione attiva o neutra, v.
le note del Burmanno al Velleio
l. 2. c. 97. sect. 4.
{Infatti il latino secondo l'opinione volgare mancherebbe di
participi passati significanti azione, fuorchè
deponenti.} V. Forcellini, voc. Musso. fine, e v.
Partus a um, e Pransus
{{e Coenatus, e p. 2277.}}
{{2340.}}} (o dal supino saltum ch'è tutt'uno) viene saltare. E qui
la forza (dirò così) continuativa di questa formazione di verbi, è
manifestissima. Perchè salire propriamente vale saltum
edere, e saltare, vale ballare ch'è una continuazione del salire, una serie di salti.
[2688,1]
2688 Il Perticari nell'Apolog. di Dante p.
207. not. 19. trovando in un'antica canzone provenzale il verbo arsare dice che questa è la radice della voce arso, la quale finora è sembrato vocabolo senza
radice, giacchè dal verbo ardere dovrebbe derivare arduto e non arso.
S'inganna: ed anzi il verbo arsare deriva da arso di ardere che n'è la
radice. I participii de' nostri verbi sono per lo più i participii latini,
quando il verbo è latino. Se in questi participii è qualche anomalia, la ragione
e l'origine della medã[medesima],
non si deve cercare nell'italiano nè nel provenzale, ma nel latino, sia che
quest'anomalia esista anche nel latino, sia che quel participio (e così dico
delle altre voci) ch'è anomalo per noi, non lo sia per li latini. Giacchè l'uso
italiano, massime nel particolare dei participii, ha seguito ordinariamente
l'uso latino senza guardare se questo corrispondesse o no alle regole o
all'analogia della nuova lingua che si veniva formando. E moltissime
irregolarità della nostra lingua e delle sue sorelle vengono dalla sua cieca
conformità colla lingua madre. Da sospendere, prendere, accendere,
2689
discendere ec. secondo l'analogia della nostra lingua,
verrebbe sospenduto, prenduto, accenduto, discenduto, difenduto ec. Ma i latini
dicevano suspensus, prensus,
defensus ec. Dunque anche gl'italiani sospeso, preso, acceso, disceso, difeso ec. Nè la radice p. e. di preso è il prensare (che anzi viene da prensus) ma il prehendere o
prendere de' latini. Al contrario i latini da vendere facevano venditus;
qui la nostra lingua segue la sua analogia e dice venduto da venditus, {#1. Puoi vedere la p.
3075.} non veso, perchè il
latino non dice vensus. Credo anch'io che gli antichi
latini dicessero suspenditus, prenditus, accenditus ec. ma se poi dissero
diversamente, l'anomalia di preso, acceso ec. non è d'origine italiana nè provenzale, ma
latina. Così da ardere noi dovremmo fare arduto. Ma sia che i primi latini dicessero arditus da ardeo, come
dissero ardui per arsi,
{sia che nol dicessero mai,} certo è che poi e
comunemente dissero arsi, arsurus, arsus, supino arsum. Noi dunque non diciamo arduto ma arso, e diciamo arso
2690 perchè così dissero i latini, e l'origine di
quest'anomalia si cerchi nel latino dov'ella pur fu e donde ella venne, non
nell'italiano o nel provenzale o nella lingua romana o romanza; quando è chiaro
ch'ell'è tanto più antica di tutte queste lingue. Similmente da audeo dovevasi fare audĭtus.
Ma i latini a noi noti fecero ausus. Anomalia della
stessa natura e condizione di arsus da ardeo, 2a congiugazione come audeo. Quest'ausus è il nostro oso nome: da questo nome oso
viene osare, che i provenzali dissero o almeno
scrissero anche ausar
(Perticari l. c. p. 210. lin. 7.): ed
infatti osare non è che un continuativo barbaro d'audere ch'è la sua radice prima, e l'immediata è ausus. Ma il Perticari viceversa direbbe che oso ed ausus viene da osare e da
ausare, giacchè dice che arso viene da arsare. Quasi che, anche
secondo l'analogia della nostra lingua, da arsare si
potesse far arso: e non piuttosto arsato, ch'è il
2691 suo vero participio, e
ben differente da arso ch'è participio d'un altro
verbo.
[2841,1] Participii in us di verbi
attivi o neutri, non deponenti, in senso attivo o neutro, alla foggia di quelli
de' deponenti. Dissimulatus a um, pransus a um, impransus a um, coenatus a um, incoenatus a
um, potus a um, (dall'antico po o poo, di cui altrove
pp. 1118-19) {appotus a
um,}
iuratus a um, coniuratus a
um, {iniuratus} e
simili, solitus a um, insolitus a
um, {+suetus a um co' suoi composti, hausus
(Forc. haurio fin.), Vedi la pag. 2904. fine, 3072.}
esus a um, ventus a um
2842 appresso Plauto, {gavisus a um
(gavisus sum per l'antico gavisi).}
{+obstinatus a
um; obitus, a, um, e altri composti di
eo, come interitus a
um, praeteritus a um. Placitus a um, come gavisus. V. Forc..} Vedi il Forcellini sì in questi participii, sì ne' verbi loro,
specialmente in coeno, edo,
venio ec. (28. Giugno 1823.). {{V. p. 3060.}}
[2917,1] L'argomento con cui altrove pp. 1118-20
dall'aggettivo potus, che io chiamo vero participio, e
da' sostantivi potus us (fatto da esso participio,
secondo la regola da me altrove assegnata pp. 2145-46 ) {e potio onis} paragonati con potatio, ho dimostrato l'esistenza di un antico verbo poo; riceve forza dai composti appotus ed
epotus, veri participii,
2918 come di forma così di significazione (che in quello è attiva
{+1. V. la
pag. 2841. fine. Potus us è da po,
non da poto, come motus
us è da moveo, non da moto as, e puoi vedere in questo proposito la
p. 2975.
principio.} in questo passiva); da' quali forse si
potrebbe anche raccorre l'antica esistenza de' verbi composti appoo ed epoo diverso da epoto. Avvi ancora compotatio, compotor sost. e compotrix. (8. Luglio 1823.).
[2918,1] Da quello che ho detto p. 2789-90. si rileva che il nostro aggettivo ratto, non è se non il participio raptus, e che questo dovette essere usato dagli antichi latini e
volgarmente, in senso di veloce, come ratto fra noi.
Perocchè dire che questo sia nato dall'avverbio italiano ratto, e quest'avverbio da raptim, onde ratto per veloce venga da
raptim è derivazione o formazione priva d'ogni
esempio. E per lo contrario è certissimo che ratto
avverbio viene da ratto aggettivo, anzi è lo stesso
aggettivo neutralmente e avverbialmente posto, il che è proprietà ed uso della
nostra lingua di fare, come alto, forte, (anche i francesi fort avverbio e
aggettivo) presto, tosto,
{piano} e mill'altri, per
altamente ec. Anzi è in libertà dello scrittore o
parlatore italiano di far così de' nuovi avverbi dagli aggettivi,
2919 non già viceversa. V. il Forcell.
in Rapio col. 1. fine, Rapto fine, Raptus l'esempio di Claudiano. Gli spagnuoli similmente
hanno p. e. demasiado avv. e aggett. ec. (8.
Luglio 1823.).
[3074,2]
Reditus
a
um. V. l'Oraz. di Claudio Imp. (citata in altri casi dal Forcell. come in appellito) ap. Gruter. p.
502. col. 1. v. 36.
{+Cretus, concretus
ec. V. Forcell.
Pertaesus, Distisus, Fisus, diffisus, confisus ec. V. Forc.
Exoletus cioè qui
exolevit. Conspiratus. V. Forc. in fine vocis.
Census
a
um. V. Forc.
Status
a
um.
V. Forc. nel princ. di questa voce, massime
il luogo d'Ulpiano.
Nuptus
a
um. Falsus. V. Forc.}
(1. Agos. 1823.).
[3299,1]
Celsus, excelsus, praecelsus dubito forte che originariamente non sieno
altro che participii in {attivo o} neutro significato,
appartenenti a' verbi neutri {cello,}
excello, praecello. De'
quali il primo, cioè cello, ch'è inusitato, ma ch'è
sufficientemente dimostrato dagli altri due, suoi composti, e da antecello, v. il
Forcell. in Excello.
[3477,2]
Contentus a um (onde contentare ital. contenter franc. ec.) non è
in origine che un participio bello e buono. Eppure appoco appoco ei divenne un
aggettivo semplicissimo, e tale egli è unicamente nell'italiano, nel francese
nello spagnuolo. (20. Sett. 1823.). {{Così falsus ec. di cui veggasi la p. 3488.}}
{{V. p. 3620.}}
[3621,2] Participii in us di verbi
neutri in senso neutro. V. Forcell. in Desitus confrontando quegli esempi col quarto esempio di Desino appresso il medesimo Forcellini.
(7. Ott. 1823.).
[3686,2]
Ignotus, ch'è specie di participio, attivamente preso
per qui non novit. V. Forcell.
(14. Ott. 1823.).
[3722,2] Participii in us de' verbi
attivi in senso attivo, ovvero neutro, o attivo intransitivo. Desperatus. Corn. Nep. in Attico c. 8. lin. ult. Dove pare che desperatus sia qui desperavit. (18.
Ott. 1823.)
{Certus: qui crevit. Certa mori:
quae crevit, cioè decrevit, mori, senso attivo, anzi in
certo modo, transitivo ec. E qui in simili moltissimi casi, certus è adoperato in senso di participio, non di
aggettivo, come in altri molti casi, massime quando si dice di cose. Ma
quando di persone, dubito ch'e' sia mai altro che participio, onde anche certior può forse fare al caso nostro ec.
ec..}
[3731,1]
Alla p. 3704.
E se ne sa l'origine, perocchè cretus è metatesi di
certus (che ancor rimane in aggettivo, ed anche in
certo senso di participio, e come participio ha prodotto il verbo certare di cui altrove ec. p. 2341
pp.
2345-46), contrazione di cernitus.
(19. Ott. 1823.).
[3736,2] Participii in us di verbi
attivi o neutri, in senso attivo intransitivo, o attivo transitivo, o neutro ec.
Si esaminino gli esempi d'Indutus e di Exutus nel
Forc. paragonandoli con
quelli di Exuo, Induo, e
anche coll'uso italiano {{antico ed elegante}}
{moderno} delle voci Spogliare, Vestire, Spogliato (o Spoglio), Vestito ec. (20. Ott. 1823.).
[3810,2] Participii in us di verbi
attivi ec. in senso attivo, transitivo o no ec. V. Forcellini
in Odi isti osus, Exosus, Perosus ec. e in Argutus.
(31. Ott. 1823.).
[3815,5]
Alla p. 3036.
marg.
Periurus cioè qui peieravit,
o periuravit, non sembra essere altro che contrazione
di periuratus (che pur si trova, come anche peieratus, in senso passivo), siccome coniuratus, qui coniuravit;
iuratus, qui iuravit ec.
(iuratus ha pure il senso passivo: non così periurus). (1. Nov. 1823.).
[3816,1]
3816 Participii in us in
senso attivo o neutro ec. Periurus. V. il pensiero precedente
(1. Nov. 1823.). {{Giurato, juré ec.}}
[3851,2] Participii passivi di verbi attivi o neutri, in
senso attivo o neutro ec. Ho detto altrove p. 3072 dello
spagn. parida participio sovente (o sempre; v. i Diz.)
attivo intransitivo di senso. Simili ne abbiamo ancor noi parecchi, e molto
elegantemente gli usiamo, in luogo de' participii veramente attivi di forma, il
cui uso è poco grato alla nostra lingua, non altrimenti che alla francese e
spagnuola. Uomo considerato, avvertito, avvisato vagliono considerante, avvertente ec.
cioè che considera ec. {veri}
attivi di significato, benchè intransitivi. Simili credo che si trovino ancora
nel francese e più nello spagnuolo che se ne servono parimente in luogo de'
participii di forma attiva poco accetti a esse lingue {#1. Avisado per prudente,
accorto, e anche dello spagn. ma dubito che in ispagn. avisar abbia quel tal senso attivo analogo a questo di accorto
ec., il quale egli ha tra noi. V. p.
3899.} La detta sorta di participii passivi attivati, fatti
da' verbi attivi ec. (ed infatti essi o sempre o per lo più, hanno ancora il
proprio lor significato, cioè il passivo) è massimamente usata da' nostri
antichi del 300. e del 500. che ne hanno in molto più copia che noi oggidì non
sogliamo usare o punto, o solo in senso passivo. La nostra lingua somigliava
anche in questo alla spagnuola la quale mi pare che anche oggidì conservi quest'uso più
3852 frequente che non facciam noi, accostatici ora ai
francesi, a' quali esso è men frequente che agli altri, siccome esso pare
singolarmente proprio della lingua spagnuola ec. ec. (10. Nov.
1823.).
[3928,1] Participii in us di senso
neutro ec. Al detto altrove di defectus da deficio
p.
3060, aggiungi il suo composto indefectus,
di cui v. Forcell. onde il moderno indefettibile (indefectible[indéfectible] ec.) in
senso non passivo ma neutro, siccome anche indefectivus, defectivus, defettibile ec. V.
Forcell.
Gloss.
Crus.
Diz. franc. e spagn. (27. Nov. 1823.). {Fisus, confisus, diffisus, ec. V. Forc.}
[3949,3] Participii aggettivati ec. di che altrove in più
luoghi p. 3938. Da molti participii si son fatti de'
vocaboli che non son che aggettivi, perchè non hanno alcun verbo di cui poter
essere participj, come innocens, invictus, intentatus (che non hanno innoceo, invinco ec.) e
cento mila altri. E vedi a proposito d'invictus e
simili, il luogo citato a p. 3938.
Nondimeno questi tali vocaboli conservano ancora un senso di participio, eccetto
alcuni alcune volte (come illaudatus per illaudabilis, il Forcell.), che oltre al non essere più participii perchè non hanno
verbo, hanno anche ricevuto un secondo cangiamento cioè nella significazione.
(7. Dec. Vigilia della Concezione. 1823.).
[3960,3] Participii passivi in senso attivo o neutro ec. Atentado cioè prudente
accorto
cauto ec. da atentar cioè
tastare. Corrisponde appunto al latino cautus, voce che originariamente è participio, e che
spetta a questa medesima categoria, come altrove p. 2340.
Similmente l'italiano avvisato e simili, di cui
altrove p. 3851
p.
3899. V. ancora i Diz. spagn. in recatado,
recatar ec. (9. Dec. 1823.).
[3970,2] Participii passivi in senso neutro - Aggettivazione
de' participii. Tacitus da taceo per tacens. Similmente in ispagnuolo
callado per callante,
zitto. (a todo havia estado suspenso y
callado.
*
Cervant.
D. Quijote.) Bisogna però osservare
intorno a questo e simili participii di verbi neutri delle lingue moderne, usati
nel senso del participio di forma attiva, se quel tal verbo non è o non
3971 fu neutro passivo, fatto poi assoluto per ellissi
del pronome o sempre o talvolta. Cosa ch'è avvenuta ed avviene infinite volte
nelle nostre lingue. P. e. callar forse si disse
ancora o solamente callarse, {+come in francese se taire, e
spesso anche in italiano tacersi, si tacque ec. benchè qui il pronome piuttosto
ridonda, per proprietà di nostra lingua, come in altri assai casi, la qual
proprietà non appartiene a questo discorso, e bisogna notare che un neutro
assoluto non si pigli per neutro passivo a causa di essa, che sarebbe falso,
onde tra noi il trovare un neutro col pronome, o presso gli antichi o presso
i moderni non sempre è segno che quello sia neutro passivo, o lo sia stato
ec.} e poi soppresso il pronome, callar o
sempre o per lo più. In tal caso callado nel senso
suddetto, non sarebbe che in senso passivo, e non apparterrebbe al nostro
discorso. (11. Dec. 1823.).
[3980,3] Participii aggettivati. Catus, cautus. V. Forcell.
(14. Dec. 1823.).
[3992,5] Participio passato in senso neutro o attivo. Avvertito per avvisato, accorto, avvertente da avvertire in senso di por
mente. Così advertido in ispagnuolo dove
credo che advertir abbia pure questo senso come tra
noi. {#1. Così è infatti: advertid que ec. D. Quijote.}
Credo ancora che avvertito nel detto senso sia preso
dallo spagnuolo {#2. al quale è più che mai
proprio l'usare questi cotali participii passati in cotali sensi attivi o
neutri ec..} Trovo advertido così preso nel
>D.
Quijote.
Avisé. V. i Diz. Saputo, Saputello ec. V.
la Crus. e gli spagn.
3993
(19. Dec. 1823.).
[3998,4] Participii passivi in senso attivo o neutro ec. Agradecido
3999 per agradeciente, e lo
trovo anche, nel D.
Quijote, per piacevole, urbano,
gentile, cortese. {#1. Altra volta
ve lo trovo per benigno, favorevole (fue mas agradecida y liberal la natura que la
fortuna). Desagradecido p. ingrato. D. Quij.
Leido p. che ha letto,
alletterato (ib.
leido en cosas de Caballeria andantesca, cioè, che ha letto romanzi di Cavalleria, come quivi si
vede).} Del resto questo participio è aggettivato e così tutti o quasi
tutti gli altri tali participii così usati ec., come mi pare aver detto altrove
p. 3851
p. 3992, ma ciò non toglie ec. ec. (24. Dec. 1823. Vigilia del
Santo Natale).
[4005,5] Participii passivi in senso att. o neut. ec. Apercibido per fatto inteso,
che sta sull'avviso ec. (D. Quijote). Inteso per informato, intendente, ec. (entendido,
entendu V. spagn. e franc.: se però in questo
senso appartenesse al neut. pass. intendersi, entenderse ec. non spetterebbe
4006 al nostro proposito.). Discreto it.
spagn. (di cui par che, almeno principalmente sia proprio) e franc. per discernente ec. V. il Gloss. ec. (29. Dec.
1823.). {Conocido, desconocido, per conoscente, cioè grato,
e sconoscente, come diciamo noi l'uno e l'altro,
come anche disconoscente. V. la crusca in disconosciuto esempio 2. dove vale che non conosce, ch'è privo di
conoscimento, e nota ch'è di Guittone, cioè antichissimo.}
[4007,5] Participii passati in senso attivo o neutro ec. Trascurato, tracutato, tracotato, straccurato ec.
V. la
Crus. in Tracotare, sebbene
quell'etimologia è falsissima perchè tracotare è da
cuite
{o cuyte, cuyter ec.} provenz. ec. cuita,
{cuitar ec.} spagnuolo
antico cuidado, cuidar ec.
spagnuolo moderno. (4. Gen. 1824.).
[4008,5] Al detto altrove pp. 2757-58 d'inopinus, necopinus ec.
aggiungi odorus, il quale non mi sembra altro che
contrazione di odoratus, e in fatti è voce propria de'
poeti come le sopraddette ec. V. Forcell.
(6. Gen. 1824.).
[4010,1]
4010 Participii passati in senso attivo o neutro ec.
Entendido per intendente. Cervantes
D. Quij. cap. 47. {o
48.} par. 1. V. i Diz. Mirado per
mirante: mal mirado ec.
V. i Diz. (10. Gen. 1824.).
[4015,2]
Errato per errante, come andar errato ec. V.
la Crusca. E in ispagn. ir errado (Cervantes), pensamiento errado, (ib.) ec. Tra noi però errare è per lo più
neutro, (benchè si dice errar la strada ec.) e così
credo in ispagnuolo. Il Forcell. lo
chiama attivo. V. Erratus per qui
erravit appo il medesimo in erro fin. e vedilo pure esso Forcell. in Certatus a
um. (16. Gen. 1824.). Impransus, incoenatus ec. V. il Forc. Si aggiungano al detto altrove pp.
2841-42 di pransus, coenatus ec. e così gli altri loro composti se ve n'ha. (16.
Gen. 1824.).
[4017,4]
Esperimentato per che ha fatto
esperienza, perito. Guicciard. t. 1.
p. 128. mezzo circa, edizione di Friburgo, {+1. t. 2. p. 240. principio.} e
altrove spessissimo e v. la Crus.
Esperimentato nelle guerre, nel governo, {a} ec.Sperimentato.
{+2. ib. p. 131. mezzo circa}
ec. (17. Gen. 1824.).
[4018,2] I participii passivi di verbi transitivi usati in
forma attiva, sì in lat. sì quelli massime delle lingue moderne, s'usano per lo
più (e nelle lingue moderne forse tutti) assolutamente, o almeno
senz'accusativo, insomma intransitivamente, sia che s'usino in forma aggettiva o
di participio o comunque. (18. Gen. 1824. Domenica.).
[4019,2]
Sufrido per sofferente.
(20. Gen. 1824.).
[4021,3]
Desapercebido per isprovvisto, imprudens. Cervant.
D. Quij. par. 1. cap. 1. p. 4. ed. di
Madrid. V. il detto altrove p.
4005 di apercebido. E simili altri
participii s'intenda che hanno tali significazioni anche coll'aggiunta del des
{ec.} privativo in ispagnuolo, dell'in ec. in italiano ec. ec. (22. Gen.
1824.).
[4022,4] I participii passivi di verbi attivi o neutri usati
nelle lingue moderne in senso att. o neutro, sono {quelli} per lo più o tutti {+e
questi molte volte} nell'italiano, e massime nello spagn. ec. di senso
non passato, ma presente o significante abitudine di quella tal cosa che è
significata dal verbo. Così bien hablado
(D. Quij. par. 2.
cap. 7. principio) per buen hablador ec.
Così errato, errado per errante, di cui altrove p. 4015. {#1. Sudato per sudante ec.} Così pesado per pesante. Così tanti altri
participii {neutri,} massime spagnuoli, che per questa
qualità di significazione presente o indicante abitudine ec. meritano di esser
considerati, giacchè i participii passivi di verbi neutri in significazione
passata, come caduto, morto
ec. sono regolari e ordinarissimi e infiniti sì nello spagnuolo che
nell'italiano e francese ec. (26. Gen. 1824.)
{{, come dico altrove p.
3072.}}
[4033,3]
Fiorito, fleuri ec. per fiorente, come età fiorita
cioè che fiorisce, floret.
(16. Feb. 1824.).
[4036,4]
Rilevato per che rileva,
cioè pesa, cioè importa.
Nardi spesso nella vita del Giacomini.
(25. Feb. 1824.).
[4037,5]
Osado o ossado per che osa, ardito per che ardisce (aggettivati), hardi ec. atrevido per quien se atreve presente, anch'esso aggettivato: e simili. (29.
Feb. Domenica di Quinquagesima. 1824.).
[4040,7]
Inadvertido, inavveduto, desconocido per sconoscente,
malaccorto e
4041 simili
si aggiungano al detto altrove p. 3851
p.
3899
p.
3992
p.
4006 circa i participii avveduto ec.
aggettivati ec. Condolido per condolente, participio vero e non in senso d'aggettivo. D. Quij. par. 2 cap.
21. {avanti il mezzo}. (4. Marzo
1824.)
[4042,3]
Indigesto per indigeribile o
difficile a digerire. - Indigesto per che non ha digerito o che non digerisce. (8. Marzo. 1824.).
[4054,4]
Dormido per dormiente
(fors'anche durmido). Voz algo
dormida
*
. D. Quij. E in
altre maniere. Se però dormir non è anche neut. pass.
(28. Marzo. Domenica quarta di Quaresima. 1824.).
[4056,2]
Cessatus participio di cesso
verbo neutro. V. Forc. in Cessatus e in
particolare il secondo es. paragonandolo col secondo §. di Cesso.
(3. Aprile 1824.).
[4062,4] Il costume latino di servirsi de' participii in us de' verbi neutri e anche attivi in significato
neutro o attivo, aggettivato, e ridotto anche a dinotar consuetudine e qualità
abituale nel soggetto, come tacitus per qui tacet, cautus, qui solet cavere ec. ec., è se non altro una prova che
il corrispondente costume tanto proprio della lingua spagnuola e frequente
ancora nell'italiana, e non improprio forse della francese, ha esempio nella
latina scritta, e quindi probabilmente viene affatto dal latino parlato e
volgare, e di lui fu proprio e familiare. (8. Aprile 1824.).
[4067,1]
Bien o mal mirado per que bien o mal mira. Anche
noi diciamo in simil senso riguardato, mal riguardato, poco
riguardato, ec. e così pur gli spagnuoli altri tali participii in simil
senso, notati altrove p. 3851
p.
3992
p.
4015
[p. 4022,4]
pp.
4040-41. Così i latini circumspectus in
senso att. o neut. da circumspicio, e cautus da caveo att. ec.
(9. Aprile. 1824.).
[4068,1]
4068
Divertido
cuento ec. per que divierte.
(13. Apr. 1824.)
[4069,1]
Comidos
y hebidos, como suele decirse.
*
D. Quij. par. 2. ed.
Madrid. 1765. tom. 4. p. 169. cioè que han comido y bebido. (17. Aprile. Sabato
Santo. 1824.).
[4076,1]
Cuerpo
mal sustentado y peor comido.
*
D. Quij. ed. Madrid
1765. t. 4. p. 220. Muger parida
*
cioè que ha parido. ib.
p. 226. (21. Apr. 1824.).
[4093,5]
Inconsideratus per non
considerans, qui considerare non solet. V. Forcell. e Cic.
de Divinat. 2. c. 27. Così consideratus
nel senso contrario. V. Forcellini.
(23. Maggio. Domenica. 1824.).
[4094,1]
4094
Periurus sembra esser contrazione di periuratus o peieratus che
pur si trovano, benchè in altro senso (per peiero si
disse anche periero e periuro). Così iuratus, coniuratus ec. in sensi analoghi. Exanimus e
inanimus debbono esser contrazioni di exanimatus e inanimatus, che
pur si trovano. Similmente semianimus di un semianimatus dal semplice animatus. Innumerus debb'esser contrazione
di un innumeratus dal semplice numeratus, con significato d'innumerabilis,
come invictus per invincibilis e tanti altri simili, di cui altrove p. 3949
p. 4016, e v. il Forc. in illaudatus. Queste contrazioni aggiungansi
al detto pp. 2757-58 d'inopinus
necopinus ec. dove si prova che anche in latino vi fu
il costume di contrarre il participio della prima colla detrazione delle lettere
at, costume frequentatissimo nell'italiano anche
in voci per niente latine di origine. (27.-28. Maggio. 1824.).
[4099,1]
Pesado per pesante, que pesa, tanto nel proprio come nel figurato.
(2. Giugno. 1824.).
[4103,4]
Experimentado per esperto,
come noi sperimentato ed esperimentato, del che
altrove p. 4017. Cervantes
Novelas exemplares.
Milan 1615. p. 354. {432}. (22. Giug. 1824.).
[4104,5]
Callado per tacente, come
tacitus da taceo - itum, del
4105 che altrove
p.
3970. Cervantes
Novelas exemplares,
Milan 1615. p. 431. (27. Giugno.
1824.).
[4111,1]
4111
Expérimenté (instruit par l'expérience) inexpérimenté (qui n'ha[a] point d'expérience). (11. Luglio. Domenica.
1824.)
[4113,2]
Apercebido, di cui altrove p. 4005, notisi
che non è participio di verbo neutro, ma attivo, ed è participio passivo.
(17. Lugl. 1824.).
[4115,4]
Inauditus per qui non audit.
V. Forc. Odorus, inodorus per qui
odoratur ec. (odorus ec.
è lo stesso che odoratus ec.) in senso abituale. V. Forcellini.
(2. Agosto, secondo dì del Perdono. 1824.).
[4117,7]
Uomo ben considerato, per savio, prudente ec. Tac.
Davanz.
stor. l. 3. c. 3. (18. Agos.
1824.).
[4119,6]
Curato, curé per qui curat, curator.
(11. Sett. 1824.).
[4134,1]
Sentido de la perdita per que
siente (senziente, che si duole) la perdida.
{Penato per penante. Crus. in penato e in penare es. ult.}
[4140,3] Spasimato per spasimante. Crus.
Entendu per intendente. Innamorato per che innamora. Petr.
Son. Ma poi che 'l
dolce riso. v. penult. {e Canz. Poi
che per mio destino, stanza 5. v. 9.}
[4141,2] Dissimulato, Simulato, Dissimulé ec. per
dissimulatore ec. V. Forcellini.
[4158,3]
Uomo pesato cioè considerato ec. Crus.
e v. la Crus. veron. in posato. Riposato, posato.
V. la Crusca. Riserbato
ib.
Perversato per perverso.
[4160,3]
Sentido per que siente,
(così risentito ec.), e quindi sostantivato per sentimento, senso. Esclarecido. V. i Diz. spagn.
[4161,1]
Bebido per que ha bebido.
Estar reñidos. Lucido
per luciente, spagn.
[4169,2]
Negletto, contemptus (v. Fedro, fab. Calvus et
musca), spregiato, dispregiato o disprezzato
ec. ec. per dispregevole. Implacato per implacabile. V. Forc.
ec.
Provvisto per che provvede o
ha provveduto, del che altrove p.
4126. V. Monti
Proposta, in provvisto, dove nel 2.do esempio trovi anche avvisato in senso simile.
[4170,12]
Alla p. 4145. lin.
4. Quin
et factitii canes ad fores collocati; quales illi quos ex auro et
argento fabricarat Vulcanus Odyss. VII. 93. Δῶμα ϕυλασσέμεναι
μεγαλήτορος ᾽Aλκινόοιο Domum ut custodirent
magnanimi Alcinoi.
Quod Romanis etiam in more fuisse docet Petronius Arbiter, c. 29. p. 104. ed. Burman.
Non longe, inquit, ab
ostiarii cella canis ingens catena vinctus in pariete erat
pictus, superque quadrata litera scriptum: Cave, Cave
Canem.
*
*
Feithius, Antiquitat. Homericar. lib. 3. c. 11. §.
2. Uso conservato dai moderni. {+V. p.
4364.}
(20. Marzo. Lunedì Santo. Bologna.
1826.).
[4172,6]
Maereo o moereo - moestus o maestus per maerens.
[4177,1]
Avisé per accorto ec. Être
osé per oser. Voltaire.
[4179,2]
Scorto per accorto, da scorgere
{per vedere ec.} ovvero da scorgere per guidare, avvisare ec. come avisé ec. V. la Crusca.
[4190,4]
Offensus per qui offendit
neutro. V. Catullo l. 1. eleg. 3. v. 20. e Forcell. Similmente inoffensus,
come inoffenso
pede ec.
[4197,3]
Conspiratus per qui
conspiravit, o conspirat. Sueton.
Galba, c. 19.
Domitian. c. 17.
[4200,4]
È stato negli eserciti e
provveduto capitano e coraggioso
guerriero.
*
ib. p. 41.
[4201,3] Risicato per che si arrischia, che si suole
arrischiare. Caro. ib. l. 3.
p. 53. 59.
[4237,5]
Defectus per qui defecit o deficit.
V. Forcellini.
[4245,2] Melato, mellitus, per melleus o dulcis. {{Spedito, espedito, expeditus ec. Spigliato. Sforzato,
sforzatamente (esforzado). Crusca.}}
[4248,8]
Assegnato per parco ec. V. Crusca, e Caro. Lett. 175. vol. 1.
[4254,1] Pregiudicato, spregiudicato. Volgare ital.
[4257,7] Uomo o cosa aggiustata, aggiustatamente,
aggiustatezza ec.
[4274,1]
Radiatus per radians ec. V. Forcellini.
[4279,2]
Embrasé per ardente. Ses regards
embrasés.
*
Barthélemy, Voyage d'Anacharsis, dove parla di Omero.
Raffiné spesso per fin semplicemente.
[4285,2]
Successus particip. da succedo. V. Cic.
ep. ad. fam. l. 16. ep. 21.
[4287,3]
Naufragato, naufragé ec. per
che ha naufragato. V. Forcell. ec.
Scappato si dice volgarmente, anche in
Toscana, di un giovane licenzioso ec. Osé.
[4288,1]
4288 Come ignotus, o notus per conoscente, così
viceversa conoscente
{spesso} per conosciuto; come: il
dolor della morte degli amici e de' conoscenti ec. ec.
(Firenze. 17. Sett. 1827.)
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