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[1107,1]  Da saltus antico participio di salire {#(1.) Intorno ai participii in tus de' verbi neutri o attivi latini, come essendo di desinenza passiva, avessero spesso la significazione attiva o neutra, v. le note del Burmanno al Velleio l. 2. c. 97. sect. 4. {Infatti il latino secondo l'opinione volgare mancherebbe di participi passati significanti azione, fuorchè deponenti.} V. Forcellini, voc. Musso. fine, e v. Partus a um, e Pransus {{e Coenatus, e p. 2277.}} {{2340.}}} (o dal supino saltum ch'è tutt'uno) viene saltare. E qui la forza (dirò così) continuativa di questa formazione di verbi, è manifestissima. Perchè salire propriamente vale saltum edere, e saltare, vale ballare ch'è una continuazione del salire, una serie di salti.

[2688,1]   2688 Il Perticari nell'Apolog. di Dante p. 207. not. 19. trovando in un'antica canzone provenzale il verbo arsare dice che questa è la radice della voce arso, la quale finora è sembrato vocabolo senza radice, giacchè dal verbo ardere dovrebbe derivare arduto e non arso. S'inganna: ed anzi il verbo arsare deriva da arso di ardere che n'è la radice. I participii de' nostri verbi sono per lo più i participii latini, quando il verbo è latino. Se in questi participii è qualche anomalia, la ragione e l'origine della medã[medesima], non si deve cercare nell'italiano nè nel provenzale, ma nel latino, sia che quest'anomalia esista anche nel latino, sia che quel participio (e così dico delle altre voci) ch'è anomalo per noi, non lo sia per li latini. Giacchè l'uso italiano, massime nel particolare dei participii, ha seguito ordinariamente l'uso latino senza guardare se questo corrispondesse o no alle regole o all'analogia della nuova lingua che si veniva formando. E moltissime irregolarità della nostra lingua e delle sue sorelle vengono dalla sua cieca conformità colla lingua madre. Da sospendere, prendere, accendere,  2689 discendere ec. secondo l'analogia della nostra lingua, verrebbe sospenduto, prenduto, accenduto, discenduto, difenduto ec. Ma i latini dicevano suspensus, prensus, defensus ec. Dunque anche gl'italiani sospeso, preso, acceso, disceso, difeso ec. Nè la radice p. e. di preso è il prensare (che anzi viene da prensus) ma il prehendere o prendere de' latini. Al contrario i latini da vendere facevano venditus; qui la nostra lingua segue la sua analogia e dice venduto da venditus, {#1. Puoi vedere la p. 3075.} non veso, perchè il latino non dice vensus. Credo anch'io che gli antichi latini dicessero suspenditus, prenditus, accenditus ec. ma se poi dissero diversamente, l'anomalia di preso, acceso ec. non è d'origine italiana nè provenzale, ma latina. Così da ardere noi dovremmo fare arduto. Ma sia che i primi latini dicessero arditus da ardeo, come dissero ardui per arsi, {sia che nol dicessero mai,} certo è che poi e comunemente dissero arsi, arsurus, arsus, supino arsum. Noi dunque non diciamo arduto ma arso, e diciamo arso  2690 perchè così dissero i latini, e l'origine di quest'anomalia si cerchi nel latino dov'ella pur fu e donde ella venne, non nell'italiano o nel provenzale o nella lingua romana o romanza; quando è chiaro ch'ell'è tanto più antica di tutte queste lingue. Similmente da audeo dovevasi fare audĭtus. Ma i latini a noi noti fecero ausus. Anomalia della stessa natura e condizione di arsus da ardeo, 2a congiugazione come audeo. Quest'ausus è il nostro oso nome: da questo nome oso viene osare, che i provenzali dissero o almeno scrissero anche ausar (Perticari l. c. p. 210. lin. 7.): ed infatti osare non è che un continuativo barbaro d'audere ch'è la sua radice prima, e l'immediata è ausus. Ma il Perticari viceversa direbbe che oso ed ausus viene da osare e da ausare, giacchè dice che arso viene da arsare. Quasi che, anche secondo l'analogia della nostra lingua, da arsare si potesse far arso: e non piuttosto arsato, ch'è il  2691 suo vero participio, e ben differente da arso ch'è participio d'un altro verbo.

[2841,1]  Participii in us di verbi attivi o neutri, non deponenti, in senso attivo o neutro, alla foggia di quelli de' deponenti. Dissimulatus a um, pransus a um, impransus a um, coenatus a um, incoenatus a um, potus a um, (dall'antico po o poo, di cui altrove pp. 1118-19) {appotus a um,} iuratus a um, coniuratus a um, {iniuratus} e simili, solitus a um, insolitus a um, {+suetus a um co' suoi composti, hausus (Forc. haurio fin.), Vedi la pag. 2904. fine, 3072.} esus a um, ventus a um  2842 appresso Plauto, {gavisus a um (gavisus sum per l'antico gavisi).} {+obstinatus a um; obitus, a, um, e altri composti di eo, come interitus a um, praeteritus a um. Placitus a um, come gavisus. V. Forc..} Vedi il Forcellini sì in questi participii, sì ne' verbi loro, specialmente in coeno, edo, venio ec. (28. Giugno 1823.). {{V. p. 3060.}}

[2917,1]  L'argomento con cui altrove pp. 1118-20 dall'aggettivo potus, che io chiamo vero participio, e da' sostantivi potus us (fatto da esso participio, secondo la regola da me altrove assegnata pp. 2145-46 ) {e potio onis} paragonati con potatio, ho dimostrato l'esistenza di un antico verbo poo; riceve forza dai composti appotus ed epotus, veri participii,  2918 come di forma così di significazione (che in quello è attiva {+1. V. la pag. 2841. fine. Potus us è da po, non da poto, come motus us è da moveo, non da moto as, e puoi vedere in questo proposito la p. 2975. principio.} in questo passiva); da' quali forse si potrebbe anche raccorre l'antica esistenza de' verbi composti appoo ed epoo diverso da epoto. Avvi ancora compotatio, compotor sost. e compotrix. (8. Luglio 1823.).

[2918,1]  Da quello che ho detto p. 2789-90. si rileva che il nostro aggettivo ratto, non è se non il participio raptus, e che questo dovette essere usato dagli antichi latini e volgarmente, in senso di veloce, come ratto fra noi. Perocchè dire che questo sia nato dall'avverbio italiano ratto, e quest'avverbio da raptim, onde ratto per veloce venga da raptim è derivazione o formazione priva d'ogni esempio. E per lo contrario è certissimo che ratto avverbio viene da ratto aggettivo, anzi è lo stesso aggettivo neutralmente e avverbialmente posto, il che è proprietà ed uso della nostra lingua di fare, come alto, forte, (anche i francesi fort avverbio e aggettivo) presto, tosto, {piano} e mill'altri, per altamente ec. Anzi è in libertà dello scrittore o parlatore italiano di far così de' nuovi avverbi dagli aggettivi,  2919 non già viceversa. V. il Forcell. in Rapio col. 1. fine, Rapto fine, Raptus l'esempio di Claudiano. Gli spagnuoli similmente hanno p. e. demasiado avv. e aggett. ec. (8. Luglio 1823.).

[3074,2]  Reditus a um. V. l'Oraz. di Claudio Imp. (citata in altri casi dal Forcell. come in appellito) ap. Gruter. p. 502. col. 1. v. 36. {+Cretus, concretus ec. V. Forcell. Pertaesus, Distisus, Fisus, diffisus, confisus ec. V. Forc. Exoletus cioè qui exolevit. Conspiratus. V. Forc. in fine vocis. Census a um. V. Forc. Status a um. V. Forc. nel princ. di questa voce, massime il luogo d'Ulpiano. Nuptus a um. Falsus. V. Forc.} (1. Agos. 1823.).

[3299,1]  Celsus, excelsus, praecelsus dubito forte che originariamente non sieno altro che participii in {attivo o} neutro significato, appartenenti a' verbi neutri {cello,} excello, praecello. De' quali il primo, cioè cello, ch'è inusitato, ma ch'è sufficientemente dimostrato dagli altri due, suoi composti, e da antecello, v. il Forcell. in Excello.

[3477,2]  Contentus a um (onde contentare ital. contenter franc. ec.) non è in origine che un participio bello e buono. Eppure appoco appoco ei divenne un aggettivo semplicissimo, e tale egli è unicamente nell'italiano, nel francese nello spagnuolo. (20. Sett. 1823.). {{Così falsus ec. di cui veggasi la p. 3488.}} {{V. p. 3620.}}

[3621,2]  Participii in us di verbi neutri in senso neutro. V. Forcell. in Desitus confrontando quegli esempi col quarto esempio di Desino appresso il medesimo Forcellini. (7. Ott. 1823.).

[3686,2]  Ignotus, ch'è specie di participio, attivamente preso per qui non novit. V. Forcell. (14. Ott. 1823.).

[3722,2]  Participii in us de' verbi attivi in senso attivo, ovvero neutro, o attivo intransitivo. Desperatus. Corn. Nep. in Attico c. 8. lin. ult. Dove pare che desperatus sia qui desperavit. (18. Ott. 1823.) {Certus: qui crevit. Certa mori: quae crevit, cioè decrevit, mori, senso attivo, anzi in certo modo, transitivo ec. E qui in simili moltissimi casi, certus è adoperato in senso di participio, non di aggettivo, come in altri molti casi, massime quando si dice di cose. Ma quando di persone, dubito ch'e' sia mai altro che participio, onde anche certior può forse fare al caso nostro ec. ec..}

[3731,1]  Alla p. 3704. E se ne sa l'origine, perocchè cretus è metatesi di certus (che ancor rimane in aggettivo, ed anche in certo senso di participio, e come participio ha prodotto il verbo certare di cui altrove ec. p. 2341 pp. 2345-46), contrazione di cernitus. (19. Ott. 1823.).

[3736,2]  Participii in us di verbi attivi o neutri, in senso attivo intransitivo, o attivo transitivo, o neutro ec. Si esaminino gli esempi d'Indutus e di Exutus nel Forc. paragonandoli con quelli di Exuo, Induo, e anche coll'uso italiano {{antico ed elegante}} {moderno} delle voci Spogliare, Vestire, Spogliato (o Spoglio), Vestito ec. (20. Ott. 1823.).

[3810,2]  Participii in us di verbi attivi ec. in senso attivo, transitivo o no ec. V. Forcellini in Odi isti osus, Exosus, Perosus ec. e in Argutus. (31. Ott. 1823.).

[3815,5]  Alla p. 3036. marg. Periurus cioè qui peieravit, o periuravit, non sembra essere altro che contrazione di periuratus (che pur si trova, come anche peieratus, in senso passivo), siccome coniuratus, qui coniuravit; iuratus, qui iuravit ec. (iuratus ha pure il senso passivo: non così periurus). (1. Nov. 1823.).

[3816,1]   3816 Participii in us in senso attivo o neutro ec. Periurus. V. il pensiero precedente (1. Nov. 1823.). {{Giurato, juré ec.}}

[3851,2]  Participii passivi di verbi attivi o neutri, in senso attivo o neutro ec. Ho detto altrove p. 3072 dello spagn. parida participio sovente (o sempre; v. i Diz.) attivo intransitivo di senso. Simili ne abbiamo ancor noi parecchi, e molto elegantemente gli usiamo, in luogo de' participii veramente attivi di forma, il cui uso è poco grato alla nostra lingua, non altrimenti che alla francese e spagnuola. Uomo considerato, avvertito, avvisato vagliono considerante, avvertente ec. cioè che considera ec. {veri} attivi di significato, benchè intransitivi. Simili credo che si trovino ancora nel francese e più nello spagnuolo che se ne servono parimente in luogo de' participii di forma attiva poco accetti a esse lingue {#1. Avisado per prudente, accorto, e anche dello spagn. ma dubito che in ispagn. avisar abbia quel tal senso attivo analogo a questo di accorto ec., il quale egli ha tra noi. V. p. 3899.} La detta sorta di participii passivi attivati, fatti da' verbi attivi ec. (ed infatti essi o sempre o per lo più, hanno ancora il proprio lor significato, cioè il passivo) è massimamente usata da' nostri antichi del 300. e del 500. che ne hanno in molto più copia che noi oggidì non sogliamo usare o punto, o solo in senso passivo. La nostra lingua somigliava anche in questo alla spagnuola la quale mi pare che anche oggidì conservi quest'uso più  3852 frequente che non facciam noi, accostatici ora ai francesi, a' quali esso è men frequente che agli altri, siccome esso pare singolarmente proprio della lingua spagnuola ec. ec. (10. Nov. 1823.).

[3928,1]  Participii in us di senso neutro ec. Al detto altrove di defectus da deficio p. 3060, aggiungi il suo composto indefectus, di cui v. Forcell. onde il moderno indefettibile (indefectible[indéfectible] ec.) in senso non passivo ma neutro, siccome anche indefectivus, defectivus, defettibile ec. V. Forcell. Gloss. Crus. Diz. franc. e spagn. (27. Nov. 1823.). {Fisus, confisus, diffisus, ec. V. Forc.}

[3949,3]  Participii aggettivati ec. di che altrove in più luoghi p. 3938. Da molti participii si son fatti de' vocaboli che non son che aggettivi, perchè non hanno alcun verbo di cui poter essere participj, come innocens, invictus, intentatus (che non hanno innoceo, invinco ec.) e cento mila altri. E vedi a proposito d'invictus e simili, il luogo citato a p. 3938. Nondimeno questi tali vocaboli conservano ancora un senso di participio, eccetto alcuni alcune volte (come illaudatus per illaudabilis, il Forcell.), che oltre al non essere più participii perchè non hanno verbo, hanno anche ricevuto un secondo cangiamento cioè nella significazione. (7. Dec. Vigilia della Concezione. 1823.).

[3960,3]  Participii passivi in senso attivo o neutro ec. Atentado cioè prudente accorto cauto ec. da atentar cioè tastare. Corrisponde appunto al latino cautus, voce che originariamente è participio, e che spetta a questa medesima categoria, come altrove p. 2340. Similmente l'italiano avvisato e simili, di cui altrove p. 3851 p. 3899. V. ancora i Diz. spagn. in recatado, recatar ec. (9. Dec. 1823.).

[3970,2]  Participii passivi in senso neutro - Aggettivazione de' participii. Tacitus da taceo per tacens. Similmente in ispagnuolo callado per callante, zitto. (a todo havia estado suspenso y callado. * Cervant. D. Quijote.) Bisogna però osservare intorno a questo e simili participii di verbi neutri delle lingue moderne, usati nel senso del participio di forma attiva, se quel tal verbo non è o non  3971 fu neutro passivo, fatto poi assoluto per ellissi del pronome o sempre o talvolta. Cosa ch'è avvenuta ed avviene infinite volte nelle nostre lingue. P. e. callar forse si disse ancora o solamente callarse, {+come in francese se taire, e spesso anche in italiano tacersi, si tacque ec. benchè qui il pronome piuttosto ridonda, per proprietà di nostra lingua, come in altri assai casi, la qual proprietà non appartiene a questo discorso, e bisogna notare che un neutro assoluto non si pigli per neutro passivo a causa di essa, che sarebbe falso, onde tra noi il trovare un neutro col pronome, o presso gli antichi o presso i moderni non sempre è segno che quello sia neutro passivo, o lo sia stato ec.} e poi soppresso il pronome, callar o sempre o per lo più. In tal caso callado nel senso suddetto, non sarebbe che in senso passivo, e non apparterrebbe al nostro discorso. (11. Dec. 1823.).

[3980,3]  Participii aggettivati. Catus, cautus. V. Forcell. (14. Dec. 1823.).

[3992,5]  Participio passato in senso neutro o attivo. Avvertito per avvisato, accorto, avvertente da avvertire in senso di por mente. Così advertido in ispagnuolo dove credo che advertir abbia pure questo senso come tra noi. {#1. Così è infatti: advertid que ec. D. Quijote.} Credo ancora che avvertito nel detto senso sia preso dallo spagnuolo {#2. al quale è più che mai proprio l'usare questi cotali participii passati in cotali sensi attivi o neutri ec..} Trovo advertido così preso nel >D. Quijote. Avisé. V. i Diz. Saputo, Saputello ec. V. la Crus. e gli spagn.  3993 (19. Dec. 1823.).

[3998,4]  Participii passivi in senso attivo o neutro ec. Agradecido  3999 per agradeciente, e lo trovo anche, nel D. Quijote, per piacevole, urbano, gentile, cortese. {#1. Altra volta ve lo trovo per benigno, favorevole (fue mas agradecida y liberal la natura que la fortuna). Desagradecido p. ingrato. D. Quij. Leido p. che ha letto, alletterato (ib. leido en cosas de Caballeria andantesca, cioè, che ha letto romanzi di Cavalleria, come quivi si vede).} Del resto questo participio è aggettivato e così tutti o quasi tutti gli altri tali participii così usati ec., come mi pare aver detto altrove p. 3851 p. 3992, ma ciò non toglie ec. ec. (24. Dec. 1823. Vigilia del Santo Natale).

[4005,5]  Participii passivi in senso att. o neut. ec. Apercibido per fatto inteso, che sta sull'avviso ec. (D. Quijote). Inteso per informato, intendente, ec. (entendido, entendu V. spagn. e franc.: se però in questo senso appartenesse al neut. pass. intendersi, entenderse ec. non spetterebbe  4006 al nostro proposito.). Discreto it. spagn. (di cui par che, almeno principalmente sia proprio) e franc. per discernente ec. V. il Gloss. ec. (29. Dec. 1823.). {Conocido, desconocido, per conoscente, cioè grato, e sconoscente, come diciamo noi l'uno e l'altro, come anche disconoscente. V. la crusca in disconosciuto esempio 2. dove vale che non conosce, ch'è privo di conoscimento, e nota ch'è di Guittone, cioè antichissimo.}

[4007,5]  Participii passati in senso attivo o neutro ec. Trascurato, tracutato, tracotato, straccurato ec. V. la Crus. in Tracotare, sebbene quell'etimologia è falsissima perchè tracotare è da cuite {o cuyte, cuyter ec.} provenz. ec. cuita, {cuitar ec.} spagnuolo antico cuidado, cuidar ec. spagnuolo moderno. (4. Gen. 1824.).

[4008,5]  Al detto altrove pp. 2757-58 d'inopinus, necopinus ec. aggiungi odorus, il quale non mi sembra altro che contrazione di odoratus, e in fatti è voce propria de' poeti come le sopraddette ec. V. Forcell. (6. Gen. 1824.).

[4010,1]   4010 Participii passati in senso attivo o neutro ec. Entendido per intendente. Cervantes D. Quij. cap. 47. {o 48.} par. 1. V. i Diz. Mirado per mirante: mal mirado ec. V. i Diz. (10. Gen. 1824.).

[4015,2]  Errato per errante, come andar errato ec. V. la Crusca. E in ispagn. ir errado (Cervantes), pensamiento errado, (ib.) ec. Tra noi però errare è per lo più neutro, (benchè si dice errar la strada ec.) e così credo in ispagnuolo. Il Forcell. lo chiama attivo. V. Erratus per qui erravit appo il medesimo in erro fin. e vedilo pure esso Forcell. in Certatus a um. (16. Gen. 1824.). Impransus, incoenatus ec. V. il Forc. Si aggiungano al detto altrove pp. 2841-42 di pransus, coenatus ec. e così gli altri loro composti se ve n'ha. (16. Gen. 1824.).

[4017,4]  Esperimentato per che ha fatto esperienza, perito. Guicciard. t. 1. p. 128. mezzo circa, edizione di Friburgo, {+1. t. 2. p. 240. principio.} e altrove spessissimo e v. la Crus. Esperimentato nelle guerre, nel governo, {a} ec.Sperimentato. {+2. ib. p. 131. mezzo circa} ec. (17. Gen. 1824.).

[4018,2]  I participii passivi di verbi transitivi usati in forma attiva, sì in lat. sì quelli massime delle lingue moderne, s'usano per lo più (e nelle lingue moderne forse tutti) assolutamente, o almeno senz'accusativo, insomma intransitivamente, sia che s'usino in forma aggettiva o di participio o comunque. (18. Gen. 1824. Domenica.).

[4019,2]  Sufrido per sofferente. (20. Gen. 1824.).

[4021,3]  Desapercebido per isprovvisto, imprudens. Cervant. D. Quij. par. 1. cap. 1. p. 4. ed. di Madrid. V. il detto altrove p. 4005 di apercebido. E simili altri participii s'intenda che hanno tali significazioni anche coll'aggiunta del des {ec.} privativo in ispagnuolo, dell'in ec. in italiano ec. ec. (22. Gen. 1824.).

[4022,4]  I participii passivi di verbi attivi o neutri usati nelle lingue moderne in senso att. o neutro, sono {quelli} per lo più o tutti {+e questi molte volte} nell'italiano, e massime nello spagn. ec. di senso non passato, ma presente o significante abitudine di quella tal cosa che è significata dal verbo. Così bien hablado (D. Quij. par. 2. cap. 7. principio) per buen hablador ec. Così errato, errado per errante, di cui altrove p. 4015. {#1. Sudato per sudante ec.} Così pesado per pesante. Così tanti altri participii {neutri,} massime spagnuoli, che per questa qualità di significazione presente o indicante abitudine ec. meritano di esser considerati, giacchè i participii passivi di verbi neutri in significazione passata, come caduto, morto ec. sono regolari e ordinarissimi e infiniti sì nello spagnuolo che nell'italiano e francese ec. (26. Gen. 1824.) {{, come dico altrove p. 3072.}}

[4033,3]  Fiorito, fleuri ec. per fiorente, come età fiorita cioè che fiorisce, floret. (16. Feb. 1824.).

[4036,4]  Rilevato per che rileva, cioè pesa, cioè importa. Nardi spesso nella vita del Giacomini. (25. Feb. 1824.).

[4037,5]  Osado o ossado per che osa, ardito per che ardisce (aggettivati), hardi ec. atrevido per quien se atreve presente, anch'esso aggettivato: e simili. (29. Feb. Domenica di Quinquagesima. 1824.).

[4040,7]  Inadvertido, inavveduto, desconocido per sconoscente, malaccorto e  4041 simili si aggiungano al detto altrove p. 3851 p. 3899 p. 3992 p. 4006 circa i participii avveduto ec. aggettivati ec. Condolido per condolente, participio vero e non in senso d'aggettivo. D. Quij. par. 2 cap. 21. {avanti il mezzo}. (4. Marzo 1824.)

[4042,3]  Indigesto per indigeribile o difficile a digerire. - Indigesto per che non ha digerito o che non digerisce. (8. Marzo. 1824.).

[4054,4]  Dormido per dormiente (fors'anche durmido). Voz algo dormida * . D. Quij. E in altre maniere. Se però dormir non è anche neut. pass. (28. Marzo. Domenica quarta di Quaresima. 1824.).

[4056,2]  Cessatus participio di cesso verbo neutro. V. Forc. in Cessatus e in particolare il secondo es. paragonandolo col secondo §. di Cesso. (3. Aprile 1824.).

[4062,4]  Il costume latino di servirsi de' participii in us de' verbi neutri e anche attivi in significato neutro o attivo, aggettivato, e ridotto anche a dinotar consuetudine e qualità abituale nel soggetto, come tacitus per qui tacet, cautus, qui solet cavere ec. ec., è se non altro una prova che il corrispondente costume tanto proprio della lingua spagnuola e frequente ancora nell'italiana, e non improprio forse della francese, ha esempio nella latina scritta, e quindi probabilmente viene affatto dal latino parlato e volgare, e di lui fu proprio e familiare. (8. Aprile 1824.).

[4067,1]  Bien o mal mirado per que bien o mal mira. Anche noi diciamo in simil senso riguardato, mal riguardato, poco riguardato, ec. e così pur gli spagnuoli altri tali participii in simil senso, notati altrove p. 3851 p. 3992 p. 4015 [p. 4022,4] pp. 4040-41. Così i latini circumspectus in senso att. o neut. da circumspicio, e cautus da caveo att. ec. (9. Aprile. 1824.).

[4068,1]   4068 Divertido cuento ec. per que divierte. (13. Apr. 1824.)

[4069,1]  Comidos y hebidos, como suele decirse. * D. Quij. par. 2. ed. Madrid. 1765. tom. 4. p. 169. cioè que han comido y bebido. (17. Aprile. Sabato Santo. 1824.).

[4076,1]  Cuerpo mal sustentado y peor comido. * D. Quij. ed. Madrid 1765. t. 4. p. 220. Muger parida * cioè que ha parido. ib. p. 226. (21. Apr. 1824.).

[4093,5]  Inconsideratus per non considerans, qui considerare non solet. V. Forcell. e Cic. de Divinat. 2. c. 27. Così consideratus nel senso contrario. V. Forcellini. (23. Maggio. Domenica. 1824.).

[4094,1]   4094 Periurus sembra esser contrazione di periuratus o peieratus che pur si trovano, benchè in altro senso (per peiero si disse anche periero e periuro). Così iuratus, coniuratus ec. in sensi analoghi. Exanimus e inanimus debbono esser contrazioni di exanimatus e inanimatus, che pur si trovano. Similmente semianimus di un semianimatus dal semplice animatus. Innumerus debb'esser contrazione di un innumeratus dal semplice numeratus, con significato d'innumerabilis, come invictus per invincibilis e tanti altri simili, di cui altrove p. 3949 p. 4016, e v. il Forc. in illaudatus. Queste contrazioni aggiungansi al detto pp. 2757-58 d'inopinus necopinus ec. dove si prova che anche in latino vi fu il costume di contrarre il participio della prima colla detrazione delle lettere at, costume frequentatissimo nell'italiano anche in voci per niente latine di origine. (27.-28. Maggio. 1824.).

[4099,1]  Pesado per pesante, que pesa, tanto nel proprio come nel figurato. (2. Giugno. 1824.).

[4103,4]  Experimentado per esperto, come noi sperimentato ed esperimentato, del che altrove p. 4017. Cervantes Novelas exemplares. Milan 1615. p. 354. {432}. (22. Giug. 1824.).

[4104,5]  Callado per tacente, come tacitus da taceo - itum, del  4105 che altrove p. 3970. Cervantes Novelas exemplares, Milan 1615. p. 431. (27. Giugno. 1824.).

[4111,1]   4111 Expérimenté (instruit par l'expérience) inexpérimenté (qui n'ha[a] point d'expérience). (11. Luglio. Domenica. 1824.)

[4113,2]  Apercebido, di cui altrove p. 4005, notisi che non è participio di verbo neutro, ma attivo, ed è participio passivo. (17. Lugl. 1824.).

[4115,4]  Inauditus per qui non audit. V. Forc. Odorus, inodorus per qui odoratur ec. (odorus ec. è lo stesso che odoratus ec.) in senso abituale. V. Forcellini. (2. Agosto, secondo dì del Perdono. 1824.).

[4117,7]  Uomo ben considerato, per savio, prudente ec. Tac. Davanz. stor. l. 3. c. 3. (18. Agos. 1824.).

[4119,6]  Curato, curé per qui curat, curator. (11. Sett. 1824.).

[4134,1]  Sentido de la perdita per que siente (senziente, che si duole) la perdida. {Penato per penante. Crus. in penato e in penare es. ult.}

[4140,3]  Spasimato per spasimante. Crus. Entendu per intendente. Innamorato per che innamora. Petr. Son. Ma poi che 'l dolce riso. v. penult. {e Canz. Poi che per mio destino, stanza 5. v. 9.}

[4141,2]  Dissimulato, Simulato, Dissimulé ec. per dissimulatore ec. V. Forcellini.

[4158,3]  Uomo pesato cioè considerato ec. Crus. e v. la Crus. veron. in posato. Riposato, posato. V. la Crusca. Riserbato ib. Perversato per perverso.

[4160,3]  Sentido per que siente, (così risentito ec.), e quindi sostantivato per sentimento, senso. Esclarecido. V. i Diz. spagn.

[4161,1]  Bebido per que ha bebido. Estar reñidos. Lucido per luciente, spagn.

[4169,2]  Negletto, contemptus (v. Fedro, fab. Calvus et musca), spregiato, dispregiato o disprezzato ec. ec. per dispregevole. Implacato per implacabile. V. Forc. ec. Provvisto per che provvede o ha provveduto, del che altrove p. 4126. V. Monti Proposta, in provvisto, dove nel 2.do esempio trovi anche avvisato in senso simile.

[4170,12]  Alla p. 4145. lin. 4. Quin et factitii canes ad fores collocati; quales illi quos ex auro et argento fabricarat Vulcanus Odyss. VII. 93. Δῶμα ϕυλασσέμεναι μεγαλήτορος ᾽Aλκινόοιο Domum ut custodirent magnanimi Alcinoi. Quod Romanis etiam in more fuisse docet Petronius Arbiter, c. 29. p. 104. ed. Burman. Non longe, inquit, ab ostiarii cella canis ingens catena vinctus in pariete erat pictus, superque quadrata litera scriptum: Cave, Cave Canem. * * Feithius, Antiquitat. Homericar. lib. 3. c. 11. §. 2. Uso conservato dai moderni. {+V. p. 4364.} (20. Marzo. Lunedì Santo. Bologna. 1826.).

[4172,6]  Maereo o moereo - moestus o maestus per maerens.

[4177,1]  Avisé per accorto ec. Être osé per oser. Voltaire.

[4179,2]  Scorto per accorto, da scorgere {per vedere ec.} ovvero da scorgere per guidare, avvisare ec. come avisé ec. V. la Crusca.

[4190,4]  Offensus per qui offendit neutro. V. Catullo l. 1. eleg. 3. v. 20. e Forcell. Similmente inoffensus, come inoffenso pede ec.

[4197,3]  Conspiratus per qui conspiravit, o conspirat. Sueton. Galba, c. 19. Domitian. c. 17.

[4200,4]  È stato negli eserciti e provveduto capitano e coraggioso guerriero. * ib. p. 41.

[4201,3]  Risicato per che si arrischia, che si suole arrischiare. Caro. ib. l. 3. p. 53. 59.

[4237,5]  Defectus per qui defecit o deficit. V. Forcellini.

[4245,2]  Melato, mellitus, per melleus o dulcis. {{Spedito, espedito, expeditus ec. Spigliato. Sforzato, sforzatamente (esforzado). Crusca.}}

[4248,8]  Assegnato per parco ec. V. Crusca, e Caro. Lett. 175. vol. 1.

[4254,1]  Pregiudicato, spregiudicato. Volgare ital.

[4255,1]  Uomo ordinato e assegnato in ogni cosa. * Guicciard. ed. Friburgo, t. 4. p. 67.

[4257,7]  Uomo o cosa aggiustata, aggiustatamente, aggiustatezza ec.

[4274,1]  Radiatus per radians ec. V. Forcellini.

[4279,2]  Embrasé per ardente. Ses regards embrasés. * Barthélemy, Voyage d'Anacharsis, dove parla di Omero. Raffiné spesso per fin semplicemente.

[4285,2]  Successus particip. da succedo. V. Cic. ep. ad. fam. l. 16. ep. 21.

[4287,3]  Naufragato, naufragé ec. per che ha naufragato. V. Forcell. ec. Scappato si dice volgarmente, anche in Toscana, di un giovane licenzioso ec. Osé.

[4288,1]   4288 Come ignotus, o notus per conoscente, così viceversa conoscente {spesso} per conosciuto; come: il dolor della morte degli amici e de' conoscenti ec. ec. (Firenze. 17. Sett. 1827.)