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Purismo. Setta purista appresso i Latini.

Purism. Purist sect among the Latins.

2180,1 2514-5 2715,2

Purismo, appresso i Greci.

Purism, among the Greeks.

4147,6

[2180,1]  Della pedanteria e scrupoli intorno alla purità della lingua, novità delle parole ec. introdottisi nella letteratura latina fino nell'aureo secolo, anzi regnanti appresso a poco come oggi in italia, scrupoli ignoti alla Grecia ne' buoni tempi della sua lingua, la quale perciò dovette esser {necessariamente} tanto più libera rispetto alla latina anche aurea, vedi soprattutto l'Arte Poet. di Orazio. (28. Nov. 1821.).

[2513,1]  Queste verità sono confermate dalla storia di qualunque letteratura e lingua. La purità dell'Atticismo non divenne un pregio nell'idea de' greci, nè fu sinonimo d'eleganza presso loro, se non dopo che i greci ebbero a udire ed usare familiarmente voci e frasi forestiere. Omero, Erodoto, Senofonte medesimo (specchio d'Atticismo) erano  2514 stati elegantissimi con voci e frasi forestiere, poco usate da' greci de' loro tempi; anzi per mezzo appunto d'esse voci e frasi, fra l'altre cose. Non si pregia la purità, nè anche si nomina, se non dopo la corruzione, cioè quand'essa e[è] pellegrina. E prima della corruzione si pregia il forestiero perchè pellegrino. Ennio, Plauto, Terenzio, Lucrezio ec. specchi della eleganza latina, son pieni di grecismi, cioè di barbarismi. Al tempo di Cicerone, di Orazio, e molto più di Seneca, di Frontone ec. che l'italia parlava già mezzo greco, erano sorti i zelanti della purità, e il grecismo lodato in Plauto e in Cecilio Oraz. ad Pison.) era impugnato ne' moderni, e proibito affatto da' pedanti, e usato con moderazione dai savi, e Cicerone se ne scusa spesso, e loda ed ama e deplora la purità dell'antico sermone, e la favella di sua nonna, ch'al tempo di sua nonna tutti i buoni scrittori posponevano al grecismo, quanto potevano  2515 farlo senza riuscire oscuri presso un popolo allora ignorante del forestiero, e del greco, e delle voci e frasi che non fossero nazionali. Dal che, e non da altro, e forse dalla stessa poca loro perizia del greco, nacque che gli antichi scrittori latini, benchè abbondanti di grecismi e barbarismi, pur si riputassero e fossero modelli del puro sermone Romano, rispetto agli scrittori più moderni. E lo stesso dico degli antichi italiani.

[2715,2]  Di quelli che nel 500. volevano restringere la lingua italiana della poesia a quella del Petrarca, e della prosa a quella del solo Boccaccio, vedi Perticari Degli Scritt. del 300. l. 2. c. 12. p. 178. colle similitudini che ivi pone de' greci e de' latini, e Apologia di Dante c. 41. p. 407-{10.} (23. Maggio 1823.).

[4147,6]  Posidippe, rival de Ménandre, reproche aux Athéniens comme une grande incivilité leur affectation de considérer l'accent et le langage d'Athènes comme le seul qu'il soit permis d'avoir et de parler, et de reprendre ou de tourner en ridicule les étrangers qui y manquoient. L'atticisme, dit-il à cette occasion, dans un fragment cité par ce Dicéarque, ami de Théophraste, dont j'ai parlé plus haut * (credo, nei Geografi greci minori si trova il pezzo di Dicearco), {V. Creuzer, Meletemata, dov'è il framm. di Dicearco.} est le langage d'une des villes de la Grèce; l'hellénisme celui des autres. * I. G. Schweighæuser, note 24. sur le Discours de La Bruyere sur Théophraste. Les Caractères de Théophraste, traduits par La Bruyere, avec des additions et des notes nouvelles par I. G. Schweighæuser. ParisRenouard. 1816. tome 3.e des œuvres de La Bruyere, p. LIII-IV. (Bologna. 26. Ottob. 1825.).